Riflessione di fine anno

Probabilmente la maggior parte di coloro che stanno leggendo questo post andranno contro di me, ma sinceramente non mi importa. Ora che è finita la scuola ho, come mio solito, “tirato le somme”, nel senso che ho fatto un personale bilancio di come è trascorso quest’anno. Non voglio scaramellarvi gli ori di famiglia raccontando vicende della classe e cose del genere, ma ne approfitto per spezzare una lancia a favore del professore Tristano. In moltissimi si sono lamentati del suo metodo di insegnamento, del fatto che non interroga, che non sa spiegare, ma ancora di più della sua figura, sicuramente diversa dallo stereotipo di professore.

Devo ammettere che anch’io, inizialmente, ero attraversato da questi pensieri, ma ho avuto modo di analizzare la figura in questione e di trarre le (mie?) conclusioni. Credo che il professore Tristano sia tranquillamente paragonabile al professor Keating, interpretato da Robin Williams, del film “L’attimo fuggente”. Un insegnante fuori dagli schemi, con ideologie differenti dal conforme, con un metodo di insegnamento fantastico, che ha come obiettivo principale insegnare a vivere, più che insegnare e basta… ma compreso da pochi. Probabilmente non è facile per un alunno seguire filo per segno ogni discorso – anche a me è capitato, forse troppe volte, di non farcela – , ma con un pizzico di attenzione e di forza di volontà, si possono apprendere concetti che non si apprenderebbero da nessun altro professore, o anche semplici elementi di confronto con i propri pensieri, o ancora avvenimenti e verità storiche che aiutano a discernere gli avvenimenti presenti, o banalmente termini forbiti poco conosciuti ai giorni nostri. E’ personalmente affascinante vederlo passare fluidamente dal parlare delle subordinate finali alla strage di Piazza Fontana, per poi analizzarne ogni dettaglio e quindi tornare agilmente all’argomento di grammatica. E per quanto riguarda la sua figura, che dire? Io non vedo nulla di errato nel vestirsi un po’ come pare e piace, sono fermamente convinto del “vivi e lascia vivere” e de “l’abito non fa il monaco”.

Concludo questa mia remata contro vento dicendo che un professore del genere lo si trova ogni 1000, forse 2000 insegnanti, e, chi avrà la fortuna di averlo come insegnante per ancora qualche anno, dovrebbe “sfruttarlo” più che può per crescere mentalmente, avere una solida base culturale per gli anni a venire e, soprattutto, una mente aperta.

Un saluto, un abbraccio e un augurio di buone vacanze al professore Giovanni Tristano e a tutti gli altri professori e alunni.

-Alessandro Dall’O’