Non sono stati i faraoni a costruire le piramidi

La Giustizia

Ore 15.15. Gheddafi parla alla televisione di stato. Libia. Nord dell’Africa. Vicino ai due punti sfocati alla lente dei potenti; ologramma destabilizzato dal vento della Tunisia; speranza, senz’occhio al fine. Una sguardo innamorato ad una lezione del publo unido che mai sarà vinto. ”Due miserie dentro lo stesso uomo’ diceva Giorgio. Qualcuno sogna ancora tuffandosi dalle curve sicule.
Che sia sogno; speculazione.
Che i due punti sfocati in realtà siano chiarissimi alle menti che sotto chilometri di terra giocano a dadi e a maggese con la libertà. Andreottianamachiavelliana concezione liberale della stabilità.

E’ dal ’67 che Gheddafi.
E’ dal ’67 che è stato eletto.
E’ dal ’67 che Gheddafi si è preoccupato di essere garante della libertà dei suoi con. Dei suoi cittadini.
Ha lavorato perché fin dall’inizio le scelte appartenessero al popolo. Oggi pomeriggio ordina ad ogni famiglia di riportare i loro figli drogati, giostrati da Bin Laden, a casa. “Sono dei drogati! I figli sbagliano. Il mio governo è dalla parte del giusto. Il mio governo rispetta le leggi di Dio.”
Che sia una vergogna lo ripete tante volte. Insieme alle sillabe di ‘droga’ e ‘Osama Bin Laden’. La responsabilità di quello che sta accadendo è solo vostra. Vostra: libici drogati.

Intanto in Occidente fra un sorriso di Obama e un grido della nostra classe dirigente si parla di stagflazione. Il superamento dei 220 dollari a barile di petrolio e la stagnazione dell’economia mondiale.

Qualche settimana fa, il presidente degli Stati Uniti d’America aveva incollato i nostri occhietti alla televisione, quando ci aveva rivelato che in Egitto si stesse facendo la Storia.

5 commenti su “Non sono stati i faraoni a costruire le piramidi”

  1. ciao giuso,

    ho letto il tuo articolo e volevo dirti che in realtà non ci ho capito nulla: non è per fare polemica, ma sembra scritto un po’ in poesia, appaiono termini e frasi sconnesse che non significano nulla tipo “Andreottianamacchiavelliana” (per altro Machiavelli si scrive con una C sola), per non parlare del titolo di cui non capisco il significato.

    Vedo inoltre che su questo blog ormai scrivi praticamente solo tu, ma forse un testo scritto in tal modo confonde e lo scambio di opinioni è totalmente impedito dal fatto che non poni nessuna domanda, non emerge il tuo punto di vista, insomma non ci sono spunti per una discussione, come invece avveniva prima. Forse è per questo che quasi nessuno commenta mai i tuoi articoli, forse se il tuo obbiettivo è avviare una discussione o far riflettere dovresti cambiare un po stile e riservare la poesia e la retorica ad altri tipi di testi e in altri luoghi.

    Spero che tu possa cogliere la mia risposta come un consiglio e non come accusa, che non è assolutamente mia intenzione lanciare.

    Andry

  2. Si, devo dire che era un po’ che non frequentavo il blog e l’impressione iniziale è stata… ma ho sbagliato blog?
    Credo che il problema sia nell’interpretazione del luogo/persona.
    Voglio dire è il ‘web book’ della nostra scuola.
    Non c’è una persona unica a tirare le fila… forse sarebbe stato più opportuno chiamarlo forum, mi chiedo?

    Comunque alcuni utili spunti di riflessione io li cercherei qui:
    http://www.nbweb.it/blog/il-significato-di-blog-spiegato-in-video.html
    Bellissime le animazioni video tradotte in italiano.

    ps: “Il Blog, in internet, identifica un sito simile ad diario personale dove l’autore, chiamato blogger, narra in ordine cronologico avvenimenti, fatti e notizie.
    Blog è un termine nato dalla contrazione di Web e Log, ovvero internet e diario/traccia. Da semplice diario personale il blog si è trasformato diventando, a partire dal 2004, uno dei principali strumenti ed una delle forme di comunicazione più diffuse in rete”.
    Antonia Mealli

  3. Ante scriptum: ho corretto l’aggettivo ‘andreottianomachiavelliano’. Grazie!

    Caro Andry,

    mi spiace non sia riuscito a farmi capire. Giusto per spiegare:
    ‘non sono stati a faraoni a costruire le piramidi’. Ossia: quanto conta la rivoluzione in Libia o in Egitto? Siamo stati noi? E’ stato il popolo a vincere o un faraone ci ha usati per costruire la sua piramide? Sono stati gli schiavi a costruire le tombe dei ricchi.
    ‘I due punti sfocati sulla lente’ sono l’Egitto e la Tunisia, che paiono ineffabili ai potenti.
    L'”ologramma destabilizzato”. Le macchine che generano ologrammi proiettano nell’aria. La difficoltà nello sviluppo di questa tecnologia consiste nella difficoltà di fissare l’immagine, che è sottoposta ai continui flussi corrente: la Tunisia è stato uno di questi.
    La ‘speranza senz’occhio al fine’ è la speranza che il popolo libico vinca, anche senza sapere cosa verrà dopo e perché si debba stare dalla parte dei libici.

    Un colpo di fulmine per il ‘publo unido, jamàs serà vincido’ degli Inti Illimani; anche se Giorgio Gaber riteneva che il ‘comunista’ fosse destinato a constare di due forme, crescendo: il cigno senza ormai neppure l’intenzione di volare e il padre di famiglia inserito completamente nella società. Una sintesi di due miserie, nella sua opinione.

    Ho poi immaginato che i potenti giochino a dadi con la nostra libertà, sotto chilometri di terra, e la distribuiscano, come con le tecniche di rotazione della coltura, lasciando a maggese alcune zone affinché possano essere soggiogate in un futuro, dopo averle lasciate rigenerare per decenni.
    Quest’idea mi ha fatto venire in mente la concezione di Machiavelli di stabilità, da mantenere anche nei casi in cui non è possibile non calpestare la moralità; la stessa che l’attore Tony Servillo, ne ‘Il divo Giulio’, ritiene possa essere stata quella di Andreotti.
    Che non esista benessere senza sopraffazione? Quanto costa la nostra felicità?

    Tutto quì.
    Come vedi, le domande volevo porle; lo stesso per il mio punto di vista, che credevo fosse in risalto. Ma da quanto leggo, non sono arrivato.

    Circa quello che invece mi chiedi sullo scambio di opinioni: credo che la colpa non sia mia. Lo spazio è quello degli studenti; di tutti. E’ chiaro che m’interessebbe moltissimo discutere sul blog; nell’attesa che questo avvenga, condivido qualche pezzo sperando di essere letto.

    Buona notte,
    grazie per avermi risposto e dato la possibilità di spiegarmi.

    Giuseppe

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