La parola come arma

La parola, arma più pericolosa? Come affermazione pare esagerata, eppure proprio di questo era coGorgianvinto il filosofo Gorgia. Attraverso un discorso ben costruito da una persona capace, si può convincere che è giusto ciò che sembra sbagliato e che è sbagliato ciò che sembra giusto. Non ha valore il contenuto in sè, ma solo l’abilità che ciascuno di noi ha di persuadere la gente. E i più bravi in questo, sempre secondo l’opinione di Gorgia, sono i sofisti.

Però, la mia mente (come penso quella di chiunque altro) ad un’affermazione del genere si ribella. Possibile che non abbia valore ciò che diciamo, ma solo come lo diciamo? Un sofista, o chiunque sappia essere carismatico, con il suo discorso ci ha quindi in pugno, ci domina. Non nego l’importanza del saper parlare: le stesse argomentazioni presentate attraverso parole diverse possono essere più o meno convincenti e suscitare emozioni differenti in chi le ascolta. Ma da questo al dire che la sola e unica cosa che conta è il come ci si esprime, di strada ce ne vuole. Se davanti a noi c’è una persona priva di qualsiasi spirito critico, pronta a farsi soggiogare dalla magia delle parole, allora si può dire che Gorgia ha ragione. Ma la realtà è un po’ diversa. Ogni uomo ha le sue opinioni, che non possono essere annullate dall'”incantesimo” di cui secondo Gorgia potremmo essere vittime. Un uomo carismatico rende le sue argomentazioni più persuasive di un uomo che fatica ad esprimersi, può farle sembrare inconfutabili, ma se ciò che dice il primo uomo va contro la nostra morale o le nostre convinzioni non è pensabile che muteremo la nostra idea senza rifletterci. Un esempio che potrebbe appoggiare il principio e la posizione di Gorgia è quello di Hilter, che non si è imposto sulla scena politica solo con la forza: è stato eletto dal popolo tedesco. Il popolo non ha saputo vedere ciò che si nascondeva dietro le parole di Hitler e, senza porsi troppe domande, ha seguito il suo percorso; si è affidato alla magia che le sue parole sapevano provocare.
C’è una cosa però su cui mi trovo d’accordo con Gorgia: ciò che fa la differenza è la conoscenza. Se non si conosce si è più disposti a credere all’opinione altrui, che può essere ingannevole e illusoria. Invece, il “sapere” consente di farsi un’idea su una questione e di trovare delle argomentazioni per confutare il discorso persuasivo che tenta di ingannarci o per sostenere la nostra opinione.

E poi, se Gorgia fosse stato davvero così in gamba come diceva nel persuadere la gente attraverso le parole, ora io non sarei contraria a ciò che lui dice, no?