Protagora e il relativismo

Protagora fu uno dei sostenitori del relativismo per il quale la conoscenza è sempre condizionata dal singolo individuo. Non esistono criteri universali: nulla è vero né falso, ma tutte le opinioni sono vere. Non c’è una verità assoluta, ma la verità è relativa all’opinione soggettiva.

Ma se si nega l’esistenza di una verità oggettiva vengono a mancare concetti fondamentali come il vero e il falso, il giusto e lo sbagliato, il bene e il male. Potremmo vivere in una società in cui le leggi sono soggettive? Dunque essi non possono essere soggettivi altrimenti non ci sarebbe giustizia.

Saremmo capaci di stare insieme come uomini non avendo nulla che ci accomuna? Tutti estremamente diversi: sarebbe impossibile.

Però non si può nemmeno affermare che tutto sia oggettivo perché ogni giorno ci troviamo in situazioni in cui alcune persone hanno opinioni diverse. Ogni individuo ha caratteristiche e una visione del mondo differente da quelle degli altri. Non riusciremmo a vivere se fossimo tutti esattamente uguali.

Non possiamo nemmeno dire che valgano solo le opinioni personali. Come dice Protagora: “L’uomo è metro di tutte le cose”; perciò ciò che io credo sia vero, lo è solo per me, mentre non si può dire che sia lo stesso per qualsiasi altra persona.

Il relativismo non può essere applicato a tutta la realtà e quindi è vero solo per certi aspetti.

Inoltre c’è da considerare un altro aspetto errato dei relativisti: “se tutto è relativo, è relativo anche il fatto che tutto sia relativo”. Quindi un relativista non può essere relativista fino in fondo perché egli non può non ammettere la possibilità che il relativismo stesso sia falso. Infatti i relativisti si basano su convinzioni dunque non erano relativisti assoluti.

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