Il Presidente ed i giovani

Dal Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Palazzo del Quirinale, 31/12/2012

Sta per iniziare un anno ancora carico di difficoltà. Non ci nascondiamo la durezza delle prove da affrontare, ma abbiamo forti ragioni di fiducia negli italiani e nell’Italia. Più di un anno fa dissi a Rimini : si è nel passato parlato troppo poco “il linguaggio della verità”. Ma avere e dare fiducia “non significa alimentare illusioni, minimizzare o sdrammatizzare” i dati più critici della realtà : si recupera fiducia “guardandovi con intelligenza e con coraggio. Il coraggio della speranza, della volontà e dell’impegno”.

Ebbene, penso che una maturazione in questo senso ci sia stata, specialmente tra i giovani. Sono loro che hanno più motivi per essere aspramente polemici, nel prendere atto realisticamente di pesanti errori e ritardi, scelte sbagliate e riforme mancate, fino all’insorgere di quel groviglio ed intreccio di nodi irrisolti che pesa sull’avvenire delle giovani generazioni. I giovani hanno dunque ragioni da vendere nei confronti dei partiti e dei governi per vicende degli ultimi decenni, anche se da un lato sarebbe consigliabile non fare di tutte le erbe un fascio e se dall’altro si dovrebbero chiamare in causa responsabilità delle classi dirigenti nel loro complesso e non solo dei soggetti politici.

E che dire poi dell’indignazione che suscitano la corruzione in tante sfere della vita pubblica e della società, una perfino spudorata evasione fiscale o il persistere di privilegi e di abusi – nella gestione di ruoli politici ed incarichi pubblici – cui solo di recente si sta ponendo freno anche attraverso controlli sull’esercizio delle autonomie regionali e locali?Importante è che soprattutto tra i giovani si manifesti, insieme con la polemica e l’indignazione, la voglia di reagire, la volontà di partecipare a un moto di cambiamento e di aprirsi delle strade. Perché in fondo quel che si chiede è che si offrano ai giovani delle opportunità, ponendo fine alla vecchia pratica delle promesse o delle offerte per canali personalistici e clientelari. E opportunità bisogna offrire a quanti hanno consapevolezza e voglia di camminare con le loro gambe : bisogna offrirle soprattutto attraverso politiche pubbliche di istruzione e formazione rispondenti alle tendenze e alle esigenze di un più avanzato sviluppo economico e civile.
Prospettare una visione per il futuro delle giovani generazioni e del paese è importante fin da ora, senza limitarsi ad attendere che nella seconda metà del 2013 inizi una ripresa della crescita in Italia e adoperandosi perché si concretizzi e s’irrobustisca.

Testo integrale del messaggio.

2 commenti su “Il Presidente ed i giovani”

  1. Come prima cosa devo dire che sono rimasto stupito da come i partiti impegnati nella campagna elettorale abbiano subito tradito le aspettative del nostro Presidente. Infatti, ad una prima parte fatta di presentazioni alquanto “veloci”, nelle settimane precedenti, di liste, candidati e programmi (di questi ultimi, nessuno di essi corrisponde ai punti principali sottolineati da Napolitano) è seguita subito una seconda fase (nell’ultima settimana specialmente) di scontri via web o tv, per l’affermazione di uno o dell’altro raggruppamento politico (esempio lampante: il Cavaliere da Santoro su La7.) Mi permetto di dire che ciò che è accaduto e che sta accadendo in questi giorni, è perciò l’antitesi del seguente invito rivolto dal Capo dello Stato alle diverse coalizioni: “Mi attendo che ci sia senso del limite e della misura nei confronti e nelle polemiche, evitando contrapposizioni distruttive e reciproche invettive. In special modo su tematiche cruciali ancora eluse in questa legislatura – riforme dell’ordinamento costituzionale, riforma della giustizia – non si può dimenticare che saranno necessari nel nuovo Parlamento sforzi convergenti, contributi responsabili alla ricerca di intese, come in tutti i paesi democratici quando si tratti di ridefinire regole e assetti istituzionali.”
    In Italia si è ormai abituati a queste scenette che i nostri politici ci riservano nel momento delle elezioni. Più che capire quale partito sia il migliore, si deve cercare quale sia il “meno peggiore”. Ma è ormai chiaro che il teatrino che essi girano ogni giorno davanti ai nostri occhi non è altro che il simbolo del continuo marcire del poco che resta di politica nel nostro paese. Esso è pura disinformazione, volta a nient’altro che confondere ancora più le idee della gente, in modo tale da avere un più libero controllo sul paese e sulla popolazione “media” (poiché c’è sempre chi s’informa meglio), la quale è ormai da tempo stufa di tutti loro. Perciò ora il discorso del Presidente della Repubblica mi sembra quel momento in cui in un film, un personaggio buono fa un intervento giusto, che però viene subito nascosto, mascherato e modificato a dai più potenti (che qui in Italia sono i partiti e che rappresenterebbero gli antagonisti nel film), per trarne ancora più vantaggio e non rischiare di mettere in bilico la loro realtà a favore di un popolo senza idee salde e “disinteressato”.
    Infine invito tutti i giovani come me ad iniziare a guardare alla politica in modo più interessato, perché solo attraverso questa ci si può rendere più partecipi ad un possibile cambiamento. Non solo perché l’ha detto il Capo dello Stato, ma perché è la storia lo insegna e che ce l’ha sempre dimostrato.

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