L’uovo di Colombo

Cristoforo Colombo
Ritratto di Cristoforo Colombo eseguito da Sebastiano del Piombo, 1519

Cristoforo Colombo, in seguito alle scoperte dei Portoghesi, pensò che potesse esistere un altro universo oltre a quello già riportato sulle carte geografiche. Questo sarebbe stato scoperto solo navigando verso Occidente.
Tuttavia la sua ipotesi venne criticata da molte persone, le quali sostenevano che quel mondo non potesse esistere. In seguito alla scoperta di Colombo gli stessi si dichiararono convinti che quella terra fosse già conosciuta e che quindi fosse stato un ritrovamento facile. Questi replicò alla loro critica mettendoli alla prova: chiese loro se fossero in grado di far stare in piedi un uovo. Nessuno ci riuscì. Allora Colombo ruppe l’estremità inferiore del guscio, dimostrando che in questo modo l’oggetto rimaneva in equilibrio. Così  Colombo fece capire ai suoi contestatori che anche le cose più semplici avevano bisogno di essere scoperte.

Il primo viaggio di Colombo fu davvero incredibile, tanto che egli stesso dovette affrontare molte paure comuni al tempo, la più grande partire attraverso l’ignoto. Per questa impresa era necessario possedere una profonda conoscenza del mare accompagnata da un forte senso di volontà e da una buona dose di coraggio.
Ci vollero circa quattro mesi prima della partenza. Vennero messe a disposizione tre caravelle, che furono ricordate nella storia col nome di Niña, Pinta e Santa Maria.

Le navi partirono il 3 agosto del 1492. L’equipaggio era composto da alcune persone di fiducia di Colombo e da qualche uomo della Corona, come Pedro Gutiérrez e l’ispettore Rodrigo Sanchez de Segovia. Si pensò inoltre che ci fosse anche un piccolo gruppo di Ebrei convertiti.
Subito dopo la partenza, un marinaio dell’equipaggio, ostile al viaggio di Colombo, riuscì, insieme ad altri suoi compagni, a danneggiare il timone della Pinta. Questo causò il blocco della spedizione alle Canarie fino al 6 settembre di quello stesso anno. In seguito si diffuse il dubbio che alcune navi portoghesi potessero attaccare la piccola flotta, temendo che si volesse dirigere verso l’Africa e invadere in questo modo le rotte lusitane. Scampato il pericolo le imbarcazioni trovarono sulla rotta dei venti forti e contrari e in seguito delle correnti avverse.

Il viaggio fu lungo e faticoso tanto che il 24 settembre del 1492 i marinai, preoccupati e arrabbiati chiesero di tornare indietro. Colombo da una parte li minacciò e dall’altra li confortò con delle promesse. Il giorno seguente, il morale dell’equipaggio si risollevò poiché un compagno di Colombo, Martìn Alonso Pinzòn, ebbe l’illusione di vedere una terra a sud-ovest.
Il 6 ottobre, a circa due mesi dalla partenza, lo stesso Pinzòn si scontrò con Colombo in una discussione riguardante la destinazione corretta da prendere: il primo voleva deviare verso sud-ovest, in direzione delle terre ricche, mentre l’altro sosteneva di andare a ovest per raggiungere l’isola di Cipango. L’autorità dell’ammiraglio ebbe la meglio e si decise di proseguire dritto. Tuttavia il giorno dopo apparvero degli stormi di uccelli che convinsero Colombo a far rotta verso ovest-sud-ovest.

Alle prime ore del mattino del 12 Ottobre, le imbarcazioni videro la terra davanti a loro. Erano trascorsi trentasei giorni.
La rotta si era rivelata giusta, ma per il ritorno Colombo optò per una navigazione controvento. All’inizio rischiò molto a causa di una forte tempesta, ma in seguito le due caravelle raggiunsero le coste portoghesi grazie ai venti favorevoli dell’Ovest ( la Santa Maria era affondata la notte di Natale).

Dopo il vaggio di Colombo per oltre quattro secoli la navigazione fra Spagna e America fu stabilita solo su quelle due rotte.

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