Dall’altra parte della cattedra

Cari studenti, care studentesse,

qualcuno di voi mi avrà visto, tra marzo e aprile, aggirarmi tra i corridoi di quello che, fino a quattro anni fa, è stato anche il mio liceo. Alcuni avranno pensato che fossi un alunno un po’ grande, altri un professore un po’ giovane. Ebbene, non ero né uno né l’altro, ma questo lo capirete tra poche righe.

Partiamo dagli inizi: durante i cinque anni di liceo scientifico ho avuto la fortuna di incontrare grandi professori, che mi hanno trasmesso la loro passione verso ciò che insegnavano. In particolare devo rendere grazie alla prof. Guerra, che ha “coccolato” una mia già presente propensione per la matematica, portandola ad essere una vera e propria passione. Così, finito il liceo, mi sono iscritto alla facoltà di Matematica, e a gennaio, dopo tanti esami, mi sono trovato di fronte a quello di “Tirocinio didattico”. Ecco dunque spiegata la mia presenza: sono stato, per circa un mese, una specie di “osservatore” delle lezioni della prof. Guerra.

Ma andiamo nel dettaglio: dai primi di marzo mi sono affiancato alla prof. Guerra nelle classi 3aB e 5aB del liceo scientifico, ritrovandomi per la prima volta dall’altra parte della cattedra. In questa situazione ho potuto vedere l’ambiente “classe” da un nuovo punto di vista, quello più esterno ed imparziale dell’insegnante. In particolare ho instaurato un nuovo tipo di rapporto sia con gli studenti (più distaccato, soprattutto per il rispetto dei ruoli) che con gli insegnanti (più diretto, quasi “familiare”). Ho infine imparato a tenere una lezione, tra modalità di insegnamento e gestione della classe.

Nel complesso ammetto di essermi trovato molto bene, apprezzando in particolare il rapporto diretto e quotidiano con gli studenti e con gli altri docenti. Voglio ringraziare prima di tutto la prof. Guerra, che mi ha sempre supportato e sopportato e dalla quale ho imparato tanto sia dal punto di vista istruttivo che da quello umano. Ringrazio poi tutti gli alunni che ho avuto, gli insegnanti che mi hanno chiamato “collega” e i bidelli che mi hanno tenuto compagnia prima e dopo le lezioni. Se poi avete avuto la voglia di leggere tutto l’articolo, incolpo il prof. Paganini per avervi fatto perdere tutto questo tempo.

In bocca al lupo a tutti!

Jacopo Pasculli

 

P.S.: Abbiate tutti grande rispetto verso i vostri insegnanti, anche da loro dipende il vostro futuro. Citando Alessandro Magno: “A mio padre devo la vita, al mio maestro una vita che vale la pena essere vissuta.”

Un commento su “Dall’altra parte della cattedra”

  1. We we, nessun accenno alla leggendaria 5ªB e ai suoi componenti? Ahahah
    Scherzi a parte, mi intrometto anch’io per ribadire quello che il mio (ex) compagno di classe Pascu ha sottolineato alla fine:
    ragazzi, abbiate tutti gran rispetto verso i vostri insegnanti.
    Nella vita si cresce grazie alle esperienze e precludersene alcune – in questo caso quelle scolastiche – solo per disinteresse verso una materia o perché con un professore non si è tanto in sintonia, sarà in futuro una più o meno pesante fonte di rimpianto per un’occasione persa. Perché è questo la scuola: un’inaspettata fonte di esperienze edificanti, difficilmente reperibile altrove una volta arrivati alla fine dei 5 anni… finché poi avete la fortuna di poter contare sugli stessi nostri ex professori, vi posso garantire che è alquanto stupido e fuorviante lamentarsi!
    Buon proseguimento a tutti!

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