ROZZANO, 22 AGOSTO 2003

L’estate del 2003 fu una delle più torride di questo millennio: circostanza, questa, che forse ha a che fare con il tragico fatto di sangue che portò la città di Rozzano “agli onori della cronaca” alla fine del mese di agosto di quell’anno.
Furono una lite e un pestaggio per questioni di soldi e di piccolo spaccio a indurre un ventisettenne a impugnare la pistola, a uccidere volontariamente altri due giovani, a provocare accidentalmente la morte di una bimba di due anni e di un pensionato che era uscito la sera per portar fuori il proprio cane, per poi darsi alla fuga. La sua latitanza durò pochissimo, perché la sua stessa famiglia lo indusse a costituirsi. Fu condannato a una lunga pena detentiva e ha interamente pagato il suo debito alla giustizia.
L’immagine della Città, già piuttosto precaria, ne fu ulteriormente compromessa e l’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Maria Rosa Malinverno, reagì prontamente alla violenta aggressione mediatica, nutrita dai soliti luoghi comuni; fu sostenuta dalla solidarietà dei comuni vicini e, nel suo piccolo, anche dalla nostra scuola.
Era inevitabile che anche quest’ultima venisse coinvolta: per giorni fu tempestata di telefonate di giornalisti a caccia di notizie utili per i soliti articoli “di colore”. Tutti chiedevano al preside di raccontare episodi di bullismo e di piccola criminalità di cui era stato testimone: e ci volle del bello e del buono (servirono anche, in un’occasione, le cattive maniere) per far comprendere che l’Istituto Superiore era una scuola assolutamente tranquilla, dove gli studenti trascorrevano serenamente le loro giornate in assoluta sicurezza.
La maggior parte dei giornalisti si limitò a prenderne atto; comparve, invece, nelle pagine di cronaca del “Corriere della Sera” una breve intervista al preside, in cui si evidenziava che in Rozzano non c’erano soltanto marginalità e degrado, ma anche poli di qualità e di eccellenza; in particolare, vi si riportava la dichiarazione di una mamma residente in un Comune vicino, la quale, recatasi in presidenza per acquisire informazioni, aveva dichiarato:
«Non avrei mai pensato che a Rozzano potesse esserci un Liceo: invece c’è, e ho sentito dire anche che funziona bene».

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