LICEO CLASSICO A ROZZANO E LICEO SCIENTIFICO A NOVERASCO: UN “FLOP” E UN FATICOSO SUCCESSO

Fin dall’inizio della propria attività come scuola autonoma, il nostro Istituto si è mosso per articolare e diversificare la propria offerta formativa, affinché l’utenza potesse contare su molteplici possibilità e per contribuire a contenere il fenomeno del “pendolarismo” studentesco.

Nell’anno scolastico 2000/2001, i Professori Sergio Cappellini e Lorenza Marchesini avevano lavorato al progetto “Scuola e Territorio”, analizzando i flussi degli alunni in uscita dalle scuole medie del Distretto Scolastico 94 e fornendo, quindi, gli elementi conoscitivi necessari per poter avanzare all’Amministrazione Provinciale richieste di  attivazione di nuovi percorsi scolastici.

La prima iniziativa in tale direzione non ebbe il successo sperato, ma consentì di “prendere le misure” alla macchina burocratica dell’Amministrazione Provinciale. Fu infatti proposta l’attivazione del Liceo Classico a Rozzano, contando, in particolare, su potenziali iscritti provenienti dalla scuola media di Basiglio. Le domande di iscrizione al nuovo indirizzo, per l’ipotetico avvio dell’indirizzo a settembre 2002, furono soltanto 8, e la Provincia non rinnovò la propria autorizzazione per l’anno successivo, preferendo soddisfare la richiesta dell’Istituto “Allende” di Milano, che peraltro disponeva di spazi a sufficienza, mentre la scuola di Rozzano si avviava verso la saturazione.

Oltre a farci meglio comprendere come muoverci con l’Amministrazione Provinciale, la lezione ci servì anche per capire che non dovevamo trascurare due variabili importanti: la diffidenza dell’utenza verso le scuole di nuova istituzione e l’appeal delle scuole (e in particolare dei licei) di più lunga tradizione. Imparammo anche ad accettare il punto di vista della Provincia, i cui uffici, pur apprezzando il nostro dinamismo, avevano una visione d’insieme più ampia della nostra.

A Noverasco, invece, l’anno successivo riuscimmo ad avviare il Liceo Scientifico, grazie anche al convinto sostegno dell’Assessore all’Istruzione e alla Cultura del Comune di Opera, Riccardo Borghi.

L’Istituto Agrario continuava a caratterizzarsi come indirizzo scolastico “di nicchia”, e faticava a tenere in vita due corsi completi. Vi era pertanto ampia disponibilità di spazio, e nulla lasciava presagire la saturazione degli spazi che avrebbe avuto luogo un po’ di anni più tardi.

Ricordo che, quando si contrattava con la Rappresentanza Sindacale di Istituto la suddivisione sui due plessi del personale collaboratore scolastico, era difficile soddisfare il desiderio della “squadra” di Noverasco di non perdere unità e tacitare, viceversa, le recriminazioni (tutt’altro che infondate) dei colleghi di Rozzano: ma, a loro vantaggio, giocava soprattutto il fatto di essere, appunto, una squadra compatta ed equilibrata, volonterosa ed efficiente. Mi piace qui ricordare i loro nomi, sperando di non sbagliare: Lucia De Benedittis, Carmine Fedele, Dina Gambatese, Vincenza Orlando, Mario Panico e la “decana” Antonetta (sic) Tramontano, che andò in pensione quasi oltre ogni ragionevole limite di età. In occasione della prima delle feste di primavera “Di fiore in fiore” a cui  partecipai, promisi loro che la scuola si sarebbe riempita, ma l’inizio non fu facile.

Le iscrizioni alla neonata 1E del Liceo Scientifico erano il minimo indispensabile, e sull’effettivo avvio della classe non poco influì la Professoressa Gabriella Brutto, che diede esempio agli altri genitori, un po’ scettici, affidandoci sua figlia.

Oltre alla mancanza di tradizione, sulla classe di nuova istituzione pesava l’incognita del personale docente; per parare il colpo impegnammo diversi colleghi di ruolo dell’Agrario.

L’insegnamento della matematica fu assunto da Maria Grazia Bernasconi; l’inglese, da Graziella Trotta; le 13 ore di materie letterarie furono suddivise fra Daniela Nicoletti, Leonardo Truglio e Giulia Terzaghi, che nel corso del tempo passò nell’organico del nuovo Liceo di cui avrebbe costituito, nel tempo, il punto di riferimento.

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