A metà tra analogico e digitale

Ciao, sono Monia

Anno del diploma? 2000

Ho scelto di fare il liceo senza grossi pensieri o ragionamenti, volevo diventare un medico, mi andava bene tutto. Un diploma per poter accedere all’università. Perchè a Rozzano? Perché sono cresciuta qui, perché comodo, perché facile da raggiungere …e attenzione, l’autobus arrivava fino all’autoscuola 2000 poi a piedi: piazza del comune, cavallo-pecora e poi muro muro fino all’Allende, si chiamava cosi:

“Liceo Salvador Allende”

Ogni mattina io e Diego attraversavamo la città, all’incrocio con via Lillà incontravamo Antonio che nonostante abitasse a 10 m dalla scuola era perennemente in ritardo.

Anni di Brioche infuocate che il barista tirava fuori 10 secondi prima della campanella.

Si entrava in classe e si faceva un gran “casino”.

Eravamo la sezione B, quelli “bravi” erano nella A.

Noi eravamo quelli della musica, degli scherzi, della polka ballata all’ultimo piano nel corridoio del laboratorio di chimica (io l’ho ballata anche con il Paga).Quelli che giocavano a ping pong con in quadernino dei vocaboli. Quelli delle discussioni politiche accese, sono diventata famosa per il mio urlato “noi non viviamo per studiare ma studiamo per vivere”, di discussione con la cara Porf Perego a cui devo la chimica che so, minuti in piedi davanti alla prof Schiavo che non ci faceva sedere finchè non stavamo zitti e fermi, praticamente metà ora la passavamo sull’attenti in attesa del suo “Good morning sit down”.

Eravamo talmente agitati che i prof nelle ore buche non venivano nemmeno a farci sorveglianza, abbiamo saltato anche la gita di 5. Ma sono stati anni felici e pieni di risate, intervalli passati da Cecconello con la Escort del papà di Ruti, professori che non riuscivano a trattenere le risate, scuotevano la testa ma si divertivano.

Noi 5b ancora ci vediamo  e dopo 25 anni è un grande traguardo.

Ah dimenticavo…il risultato l’ho raggiunto, faccio il medico, mi occupo di intossicazioni e di emergenza urgenza, gestisco un’associazione di volontariato che fa 118 e tutto questo lo devo anche agli 1 in Filosofia, i 4 in Inglese, i compagni casinari come me, le lotte politiche ,le versioni di latino tutte corrette in blu e rosso (grande Caroli, all’epoca per noi era la Carolona),e dove la mettiamo la maturità nel 2000 con i professori esterni, l’orale con tutti gli argomenti, la matematica difficile dove ogni anno avevamo un prof diverso… il Liceo serve a questo, crescere, trovare legami forti e mantenerli, diventare medici, fotografi, insegnanti, direttori, imprenditrici, musicisti, cantanti…ma soprattutto rimanere AMICI.

Vivo ancora a Rozzano, mi trovate in Pronto soccorso o in Croce Viola…

a Presto

Monia

 

Un commento su “A metà tra analogico e digitale”

  1. Grazie Monia per aver condiviso qui i tuoi ricordi.
    Davvero ho ballato con te? Io non so ballare.
    E sì, il perfido Paga dava tutti i voti, dall’uno al dieci, L’uno era per chi faceva scena muta in un’interrogazione programmata o in una verifica scritta, sempre programmata. Però niente media matematica: per recuperare bastava un sei in una nuova interrogazione sugli stessi argomenti.

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