La storia di Proserpina rapita da Ade, le Sabine costrette dai romani a seguirli per la procreazione di un nuovo popolo, Lucrezia minacciata dal marito, Susanna ricattata dai vecchioni e tutte le altre vittime di violenza mostrate dai sarcofaghi romani, fino alle tele di Tintoretto, Tiziano, Poussin o Degas, sublimate dalla bellezza delle loro rappresentazioni, in cui spesso l’erotismo o l’estetica del bello, come è evidente nelle opere di Bernini (anche lui violento con la sua amata Costanza), prendono il sopravvento sull’atto di sopraffazione e prevaricazione. Tante storie, la stessa storia (ancora oggi).
Di contro, le testimonianze di grandi artiste donne, da Artemisia Gentileschi a Frida Kahlo, che hanno saputo ritrarre con dolorosa partecipazione il corpo femminile violato, fino a giungere a opere di vera e propria denuncia firmate da artiste contemporanee come Marina Abramovic o Ana Mendieta.
Cosa cerchiamo quando guardiamo alle opere d’arte? Cosa vediamo? Cosa pensiamo?
Così hanno risposto le studentesse e gli studenti delle Quarte del Liceo delle Scienze Umane dopo avere visto “Proserpina e le altre – La violenza di genere nell’arte occidentale” patrocinato dalla Fondazione Marisa Bellisario che consigliamo a tutti di vedere.
Di seguito alcuni dei lavori delle classi (si consiglia di visualizzare le presentazioni a schermo intero)
4H LSU
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4D LSU
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