Attraverso attività a tema (sui concetti di collaborazione, autonomia, come darsi una strategia, come orientarsi), i ragazzi hanno avuto la possibilità di conoscere meglio se stessi e gli altri e di mettersi in gioco divertendosi.
La finalità dello stage è stata quella di creare piccole ma importanti consapevolezze sulle relazioni all’interno della classe e soprattutto su come stanno i ragazzi in questi rapporti. Nel tentativo di fare sperimentare al gruppo l’importanza della costruzione di un clima sereno, fiducioso tra i vari componenti, si è cercato di fare comprendere loro come sia poi possibile impiegare maggiormente la propria energia nell’apprendimento e nella crescita personale.
Primo giorno
Mattino. Arrivo, merenda, sistemazione nelle camerate. Detox da cellulare.
Presentazione del progetto, delle regole di convivenza e della classe attraverso giochi. Chi siamo?
Pranzo, ogni tavolo nomina due camerieri per sperimentare l’aiuto reciproco.
Pomeriggio. Doppia esplorazione, del bosco e della classe attraverso un’attività. Biodiversità naturale e relazionale! Riconoscere la diversità e l’unicità di tutti gli esseri viventi.
Merenda, docce.
Giochi di gruppo nelle sale di condivisione: fare squadra. Sperimentare la fatica della relazione. Affacciarsi alle finestre. Guardare lontano sulle colline dell’Oltrepò. Allargare gli orizzonti verso l’apertura, uno sguardo ampio sul mondo e sull’altro.
Cena, ogni tavolo nomina due camerieri (diversi da quelli del pranzo) per sperimentare l’aiuto reciproco.
Sera. Breve uscita notturna. La natura in un’altra dimensione. Adoperare tutti i sensi per ascoltare. Orientarsi anche al buio. Il muschio, le stelle, i desideri. Insieme si ha meno paura.
Regole della notte.
Secondo giorno
Colazione.
Attività in piccoli gruppi: abilità e risorse della classe. Orienteering. Utilizzare una mappa cartacea, sapere muoversi senza Internet, sapere disegnare una mappa comprensibile ad un altro, aiutarlo a ritrovare qualcosa, un luogo e se stesso.
Pranzo. Specialità dell’Oltrepò.
Pomeriggio. Restituzione sullo stage. Cosa mi porto a casa da questa esperienza? Il Patto.
Vorrei impegnarmi di più nel trasportare la mia energia a tutta la classe e non solo alle solite persone
Io cercherò di essere più coinvolgente evitando di alzare muri con le persone con cui non mi sento a mio agio
Mi impegno ad essere più aperta con gli altri per premettere loro di conoscermi meglio
Vorrei esprimere di più la mia opinione e partecipare alle decisioni che prendiamo in classe
Cercherò di essere meno chiusa al di fuori del mio gruppo
Vorrei riuscire a coinvolgermi di più in quello che succede ascoltando gli altri ed esprimendo di più quello che penso
Vorrei essere pronta ad aiutare gli altri così ci aiutiamo tutti a vicenda
Cercherò di rispondere meglio agli altri anche se sono nervosa
Parteciperò di più lasciando i miei pregiudizi
Non alterarmi così facilmente e contare fino a 18
Mi vorrei impegnare a evitare conflitti inutili ed essere più paziente
Avere meno pregiudizi ed essere meno competitiva
Essere più paziente anche coi docenti, mantenere la calma senza rancori che fanno male al cuore
Essere più empatica e meno introversa
Vivere con più leggerezza
I nostri ragazzi hanno paura del buio, degli insetti, di staccarsi dal cellulare, di perdere il controllo, di rimanere nel silenzio assoluto per un tempo prolungato, di sporcarsi col fango dopo la pioggia, di cadere, di non ritrovare la strada. Cosa può fare la scuola per aiutarli (in termini di esperienza, autostima, gestione delle emozioni).
In seno alle iniziative nelle classi sui temi Erasmus eARTh, sulla relazione Uomo / Natura, ci siamo interrogati e confrontati sul metodo finlandese e ci siamo chiesti può esistere un metodo italiano? Il progetto L.A.R.A. (Laboratorio sulle Aggregazioni e Relazioni con gli Adolescenti di Adolescere, -dove la relazione è da esplorare con la stessa sensibilità ed attenzione con le quali si attraversa un bosco-) è stata una possibile risposta.
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