Marsilio Ficino nacque a Figline Valdarno, non
lontano da Firenze, nel 1433.
Studiò filosofia con un aristotelico. Studiò il greco con il letterato umanista
Cristoforo Landino.
Ricevette da Cosimo de' Medici l'incarico di tradurre dal greco in latino tutto Platone.
Egli volle tradurre anche quelli che riteneva essere i maestri di Platone, cioè Ermete
Trismegisto (Corpus hermeticum), Zoroastro
(Oracoli Caldaici) e Orfeo (Inni Orfici).
Indi tradusse quelli che considerava i continuatori di Platone, cioè
Plotino, Porfirio, Proclo, Giamblico, lo Pseudo-Dionigi, Psello, vale a dire tutta la tradizione
neoplatonica.
Affinché potesse dedicarsi con agio alla traduzione, Cosimo de' Medici gli donò anche la
Villa di Careggi. Essa divenne la sede dell'Accademia Platonica, che non fu una scuola
organizzata, ma, piuttosto un sodalizio di dotti platonici.
Marsilio Ficino divenne prete nel 1474.
Morì a Careggi nel 1499.
Tre furono le attività fondamentali cui si dedicò: quella di traduttore, quella di
filosofo. quella di mago.
Non consideriamo l'attività di sacerdote perché per lui si identificava con quella di
filosofo.
Ficino, come Cusano, si propose di conciliare le diverse filosofie tra loro e con il
cristianesimo. Ritenne che ciò fosse possibile mediante la ripresa della tradizione
neoplatonica cristiana che egli faceva risalire a Ermete Trismegisto,
Zoroastro, Orfeo, Mosé, Pitagora, Filone Ebreo. Tale tradizione costituiva, per lui, la Prisca theologia,
rielaborata poi da Platone e dai neoplatonici come pia philosophia e docta
religio.
Seguendo Ermete Trismegisto, Ficino insegna che la filosofia nasce come
"illuminazione" della mente. L'attività filosofica coincide con la religione e
consiste nel disporre l'anima ad accogliere la luce della divina rivelazione.
Ficino concepisce l'intera realtà come articolata gerarchicamente secondo i seguenti
cinque gradi di perfezione: DIO, ANGELO, ANIMA, QUALITÀ, FORMA.
I primi due gradi e gli ultimi due sono nettamente distinti tra loro come mondo
intelligibile e mondo fisico. Mentre l'anima, trovandosi in una posizione
perfettamente centrale, rappresenta il nodo di congiunzione tra la realtà superiore e
quella inferiore. Essa è: copula mundi.
Ficino ammette, neoplatonicamente, un'anima del mondo, anime delle sfere celesti e anime
degli esseri viventi, ma rivolge il suo interesse soprattutto all'anima dell'uomo.
L'anima, come copula mundi, è immortale ed è indipendente dal corpo. Essa è
stata creata individualmente da Dio.
Ficino segue il neoplatonismo anche nel sostenere che tutte le cose derivano da Dio e
tutte vogliono a Dio ritornare.
Espressione di questa tendenza a ritornare a Dio è l'amore, l'amore platonico, che,
attraverso la visione della bellezza, eleva l'uomo e rende all'anima le ali per ritornare
alla sua patria celeste.
Ficino non ebbe esitazioni nel proclamarsi mago, seguace della "magia naturale".
Egli ricorda l'esempio dei Magi che adorarono Gesù e sostiene: "Due sono, infine, le
specie di magia: l'una di coloro che con determinati riti conciliano a sé i demoni (...).
L'altra specie è quella di coloro che sottopongono opportunamente le materie naturali a
cause naturali, onde le plasmino per una certa mirabile legge".
La "magia naturale" di Ficino cercava, servendosi di oggetti naturali, che egli
riteneva tutti animati, di predisporre lo spirito umano ad assorbire la vitalità
del mondo. Costruiva talismani e faceva incantesimi musicali cantando gli Inni Orfici per
captare benefici influssi planetari.
Manoscritto autografo di Marsilio Ficino