CORPI GALLEGGIANTI


In una calda giornata del Settembre 1611, Galileo pranza alla tavola del granduca insieme a molti professori dell’università di Pisa, fra i quali il rettore Elci e un certo Ludovico delle Colombe, che è contrario alle nuove idee. La conversazione, forse a causa del caldo, cade sul ghiaccio e sulla sua notevole proprietà di galleggiare sull’acqua. Delle Colombe e i suoi colleghi espongono subito la spiegazione che Aristotele da di questo fenomeno: il ghiaccio galleggia sull’acqua perchè ha una forma a lastra. E’ questa forma che si oppone alla penetrazione del ghiaccio nell’acqua, quindi al suo affondamento...
Senza questa resistenza il ghiaccio andrebbe a fondo, perchè fa parte dei corpi pesanti. E’ da venticinque anni che Galileo riflette sui corpi galleggianti: Dapprima fa notare che una lastra di ghiaccio spinta di forza sott’acqua risale alla superficie quando la si lascia, eppure, in questo caso la resistenza dell’acqua spinge il ghiaccio verso il fondo. Non si tratta dunque di resistenza o di forma: una sfera di ghiaccio galleggia altrettanto bene di una lastra. E’ semplicemente che il ghiaccio è più leggero dell’acqua. Bisogna rinunciare alla distinzione assoluta introdotta da Aristotele fra corpi pesanti e corpi leggeri: i termini “pesante” e “leggero” sono relativi, hanno senso solo l’uno rispetto l’altro. Non ci sono da un lato i corpi leggeri e dall’altro corpi pesanti: un corpo può essere semplicemente più pesante di un altro.

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