LENTE OBIETTIVA
Sec. XVII. Vetro, avorio, ottone dorato, ebano.
Diametro lente mm 30; cornice mm 410x300
Lente obiettiva originale con la quale Galileo Galilei scoprì i
satelliti di Giove, battezzati "Pianeti Medicei". In
cornice di avorio, montata su ebano. Galileo compì numerose
osservazioni tra il 1609 e il 1610. I 4 satelliti di Giove furono
scoperti nel 1610. La grande scoperta fu annunciata nel Sidereus
Nuncius (Venezia, 1610). La lente del cannocchiale col quale fu
compiuta la scoperta fu destinata in dono al Granduca Ferdinando
II de' Medici, vivente Galileo; in seguito essa si ruppe
accidentalmente. Passò nel patrimonio mediceo dopo la morte di
Galileo (1642) e rimase di proprietà del Principe, poi
Cardinale, Leopoldo de' Medici. Alla morte di questi (1675), la
lente entrò a far parte della collezione d'arte e di meraviglie
della famiglia, custodita soprattutto nella Galleria degli
Uffizi. Nel 1677 i Medici commissionarono a Vittorio Croster,
incisore in avorio probabilmente tedesco, la cornice che ancora
oggi la racchiude. La lente così montata rimase nella Galleria
anche dopo la fondazione dell'Imperiale e Regio Museo di Fisica e
Storia Naturale (1775), nel quale era stato trasferito il
materiale scientifico custodito dalla stessa Galleria. Essa
passerà al Museo di Fisica nel 1793.
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Lente obiettiva di Galileo - Cornice
In avorio, è intagliata con diverse decorazioni floreali, tra le
quali si intravedono numerosi strumenti di misura presenti nella
collezione medicea e riconoscibili oggi in quelli conservati
presso il Museo di Storia della Scienza. In alto si trovava un
fiocco (oggi scomparso) con la scritta "MEDICEA SIDERA"
(stelle medicee). Sotto, un modello dell'universo circondato
dalla scritta "CLARA DEUM SOBOLES MAGNUM IOVIS
INCREMENTUM"(luminosa stirpe degli dei grande arricchimento
di Giove). Un nastro percorre tutta la cornice con l'iscrizione
"HIC ET PRIMUS RETEXIT MACULAS PHEBI ET IOVIS ASTRA"
(Lui per primo scoprì le macchie di Febo [cioè del Sole] e le
stelle di Giove). Infine, un cartiglio porta la scritta
"COELUM LINCEAE GALILEI MENTI APERTUM VITREA PRIMA HAC MOLE
NONDUM VISA OSTENDIT SYDERA MEDICEA IURE AB INVENTORE DICTA
SAPIENS NEMPE DOMINATUR ET ASTRIS" (il cielo aperto dalla
mente lincea di Galileo con questa prima lente di vetro mostrò
stelle mai viste prima, a buon diritto chiamate dallo scopritore
medicee. Il sapiente invero domina anche gli astri). Sotto al
cartiglio è leggibile la sigla dell'incisore "VC",
Vittorio Croster.