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Lo studio del volo 

Leonardo diresse la sua attenzione verso la ricerca di un mezzo per imitare il volo degli uccelli.

Nel 1503 Leonardo compilò nutrite osservazioni sul comportamento degli uccelli in rapporto al vento, da lui raccolte in gran parte nel codice sul volo degli uccelli, nel quale si trovano anche annotazioni di meccanica, idraulica.

Lo studio del volo continuò a varie riprese impostato sempre più a criteri scientifici e con approccio comparativo: l'anatomia del volatile rapportata a quella dell'uomo; il moto del vento rapportato a quello dell'acqua.                                                

«Farai l'anatomia dell'alie d'uno uccello, insieme colli muscoli del petto motori d'esse alie. E il simile farai dell'omo, per mostrare la possibilità che è nell'omo a volersi sostenere infra l'aria col battimento d'alie».

Nello studio del volo meccanico prese in considerazione le possibilità del volo librato e veleggiato, intravide il modo di abbandonare o semplificare il metodo delle ali battenti, dopo averne studiato diverse applicazioni integrali comprendenti l'utilizzazione della balestra come motore e accUmulatore d'energia.

In secondo luogo fu capace di allontanarsi dall'atteggiamento naturalistico fino a considerare il principio dell'elica, di cui allora non si conosceva l'analogia col moto delle ali degli insetti, sia pure applicandolo solo al moto verticale del genere elicottero e non a quello orizzontale del genere aeroplano. Nel campo aeronautico non risulta che egli abbia avuto concorrenti, nè predecessori che abbiano lasciato altre tracce oltre ai vaghi tentativi di teoria del volo animale e diffuse leggende di esperimenti di volo meccanico (dalla colomba di Archita da Taranto, che sembra si muovesse lungo fili spinta dalla reazione di un getto a vapore all'infelice lancio di G.B.Danti dall'alto di una torre di Perugia, verso il 1503). è difficile, perciò, che avvenga in questo campo di attribuire a Leonardo invenzioni, quali la vite di Archimede o l'odometre di Erone, rintracciabili nei testi greci fatti conoscere in quel periodo dagli umanisti. Quanto ai precedenti di carattere teorico, va tenuto presente il fatto che Ruggero Bacone si era spinto già nel 1250 a profetizzare la costruzione di «macchine per volare, nelle quali un uomo, stando seduto al centro, col semplice girare di un ben congegnato manubrio faccia sì che le ali, artificiosamente congiunte, si agitino nell'aria a mo' di uccello che vola».

Leonardo cominciò a disegnare progetti di macchine volanti prima ancora di intraprendere lo studio sistematico degli uccelli e della loro anatomia, del moto dei venti, della resistenza dell'aria e degli altri fenomeni meteorologici, ed aerodinamici connessi con il problema del volo.

Solo nella fase finale dei suoi studi, tra il 1500 ed il 1505, egli applicò i risultati di queste osservazioni ed indagini teoriche alla progettazione di apparecchi destinati ad imitare il difficile volo al ali battenti dei

 piccoli e medi uccelli, ma il volo a vela dei grandi rapaci. Può però sorprendere come Leonardo, dal 1513, fosse ritornato alla convinzione che la forza muscolare dell'uomo possa essere tale da sollevare un veivolo. Solo di recente un pilota a Pasadena in California, Allen Bryan, ha provato che Leonardo aveva ragione, librandosi in aria per alcune centinaia di metri.

é molto interessante come già nel 1500 si pensasse al volo in rapporto all'architettura militare.

Lo stesso paracadute disegnato da Leonardo è da lui indicato come idoneo per gettarsi da ogni grande altezza, quale potrebbe essere una torre o gli spalti di una fortezza. Inoltre, i noti studi di Leonardo sul volo, compreso l'elicottero, si trovano in un manoscritto parigino del 1487-1490, il cosiddetto Codice B, in gran parte dedicato alla fortificazione e alle armi, come vari tipi di cannone e modelli di torri mobili corazzate.