Como, 1888 - 1916

 

Antonio Sant'Elia nasce il 30 Aprile 1888 a Como, da Luigi Sant'Elia e Cristina Panzilla. Scopre sin da bambino una naturale predisposizione all'architettura e al disegno, oltre che doti sportive, specie nel salto e nella corsa.

Nel 1903 completa gli studi tecnici, quindi si iscrive e frequenta la scuola di Arti e Mestieri  «G. Castellini», nel corso di costruzioni civili, idrauliche e stradali. Nel 1906 si diploma capomastro con una valutazione di 160/200 (il miglior voto lo ottiene in disegno 47/50) e trova subito impiego tra gli addetti al completamento del Canale Villoresi a Milano.

L'anno successivo ottiene l'incarico di collaboratore esterno presso l'Ufficio Tecnico Comunale di Milano, in qualità di disegnatore edile.

Nel 1909, dopo aver inviato per un giudizio redazionale lo studio di una villa alla rivista "La Casa" ed avendone ottenuto la pubblicazione, decide di iscriversi all'Accademia di Brera nel corso comune di Architettura per la durata di tre anni. Frequenta il primo anno con delle buone votazioni e nel 1910 rinnova l'iscrizione ma non risulta che abbia effettuato l'esame di qualificazione. A Brera, oltre a subire l'influenza dell'insegnante di prospettiva Angelo Cattaneo, Sant'Elia diviene amico dello scultore Girolamo Fontana e dei pittori Mario Chiattone e Carlo Carrà. Frequentando ambienti culturali come il Caffè Cova e il Campari incontra Ugo Boccioni.

Dopo la rinuncia allo studio di Brera, inizia per Sant'Elia un fruttuoso periodo di concorsi.

Nel 1911 partecipa al concorso indetto dall'Unione Cooperativa di Milanino che prevedeva la progettazione di un villino, «villino moderno che risponda ai concetti dell'igiene del confort e dell'economia», come recitava il bando. Ne ricava un diploma d'onore. L'anno seguente riutilizza lo stesso progetto, con qualche modifica strutturale e in versione più rustica, per costruire la  «Villa Elisi», a San Maurizio, Brunate, Como, per conto di Romeo Longatti; per le decorazioni fu coadiuvato da Girolamo Fontana.

Sempre nel 1911, insieme ad Italo Paternoster (suo compagno di studi a Brera), partecipa al concorso internazionale per il nuovo cimitero di Monza, entrando nella graduatoria finale. La commissione selezionatrice esprime però un severo giudizio nei confronti del progetto del comasco, in quanto lo ritiene improntato da una speciale e simpatica originalità, ma privo di corrispondenza tra gli alzati, la sezione e le piante.

Nel 1912 Sant'Elia sostiene all'Accademia di Belle Arti di Bologna l'esame per il diploma di  «Professore di disegno arhitettonico» svolgendo il tema  «Facciata di un famedio per il cimitero di una città di media grandezza». Ottiene l'ottimo risultato di 67/70.

Ancora più brillante è la votazione di 70/70 ottenuta per l'esecuzione del tema sulla progettazione ex-tempore di una  «Facciata con portale di un transetto di una grande chiesa metropolitana di una città capitale».

Tornato a Milano, nel 1913, decide di aprire uno studio di Architettura continuando a collaborare però con gli altri studi, tra i quali quello di Cantoni. Per lo stesso Cantoni disegna gran parte delle tavole progettuali relative al concorso per la nuova sede della Cassa di Risparmio di Verona (vedi apposita sezione nella galleria). Il progetto, approntato anche dal pittore Leonardo Dundreville, si classificò tra i primi cinque degni di considerazione. Invitati dalla commissione giudicatrice ad effettuare modifiche che riuscissero ad inserire meglio l'edificio in uno spazio ricco di richiami storici, il Cantoni e Sant'Elia ripropongono l'elaborato con minime variazioni, aggiudicandosi un terzo posto.

Sempre nel 1913 esegue uno studio e realizza una tomba per la Famiglia Caprotti (vedi apposita sezione nella galleria), nel Cimitero di Monza.

Nel 1914 muore il padre, Luigi Sant'Elia, e Antonio realizza così una nuova tomba nel Cimitero Maggiore di como.

Nel mese di Marzo, accettando l'invito dell'Associazione degli Architetti Lombardi, espone in una sala della Permanente di Milano alcuni schizzi, ottenendo diverse segnalazioni di riviste specializzate. Negli ultimi giorni della mostra Sant'Elia presenta le tavole della Città Nuova (vedi apposita sezione nella galleria). Stazione di aeroplani e treni, sei particolari di spazi urbani, la casa nuova, la centrale elettrica in tre disegni e cinque schizzi d'architettura.

L'11 luglio esce su un volantino della direzione del Movimento Futurista uno scritto santeliano con il titolo «Manifesto dell'architettura futurista».

Nel luglio del 1915 l'Italia decide il proprio intervento nel conflitto mondiale e Sant'Elia, condividendo le idee degli altri esponenti futuristi, si arruola insieme a Boccioni e Marinetti.

Nei primi mesi del 1916 viene sciolto il Battaglione Ciclisti e il gruppo di futuristi subì la stessa sorte.

Sempre in questo anno, dopo aver ricevuto una medaglia d'argento, viene incaricato dal comandante di disegnare il cimitero della Brigata Arezzo, a Monfalcone, con tombe disposte in fila e allineate secondo la gerarchia militare.

Il 10 ottobre, mentre il cimitero è ancora in costruzione, in testa al plotone, durante un'azione d'assalto muore colpito in fronte da una pallottola di mitragliatrice.

Il 23 ottobre 1921 i resti dell'architetto furono definitivamente sistemati nel Cimitero Maggiore di Como.


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