“I Giusti oggi sono quelli che sanno prendersi cura di quello che li circonda, che si assumono la responsabilità della scelta, che amano profondamente quello che fanno”.
Ogni anno il 6 marzo celebriamo l’esempio dei Giusti del passato e del presente per diffondere i valori della responsabilità, della tolleranza, della solidarietà. Nei mesi di marzo, aprile e maggio durante l’ora di Educazione Civica nelle classi Terze delle Scienze Umane abbiamo avviato un percorso di riflessione sul concetto di Giustizia. Su ciò che è giusto non in senso troppo generico ma in azioni quotidiane e concrete. Ci siamo chiesti se quello che è giusto per noi coincide con quello che è giusto per gli altri e se è possibile trovare un punto di incontro senza litigare. Ci siamo interrogati anche sulla parola “rispetto” (dal latino respectus, participio passato di respicio, il guardare all’indietro, per capire cosa avevamo fatto della nostra idea di “bene”, di “dignità” e a chi abbiamo rivolto la nostra stima e da chi vorremmo riceverla), sul concetto di “bene comune” e di “solidarietà”. Ogni studente ha poi adottato un personaggio noto per essere “giusto” e si è immedesimato nella sua storia raccontandola poi ai compagni.
“Dopo avere letto la storia del Manifesto di Ventotene e avere scoperto i principi su cui si basa l’Unione Europea mi sento più europea che italiana. E ho capito perché si dice che bisogna essere cittadini del mondo e non pensare solo al proprio egoismo”.
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Attraverso il sito di Gariwo (Gardens of the Righteous Worldwide
https://it.gariwo.net) abbiamo scelto di affrontare alcune tematiche care al progetto Erasmus della nostra scuola per il triennio 2024-27, eARTh (acronimo di Environmental Awareness and Respect Through Heritage): Patrimonio Ambiente Europa, a cui gli studenti hanno voluto aggiungere lo Sport (per inclinazioni personali e in vista anche delle Olimpiadi Milano Cortina 2026), per arrivare insieme ad alcune riflessioni condivise e ad alcune considerazioni inaspettate.
“A me ha colpito il fatto che fosse una donna ad avere tanta forza di volontà di cambiare le cose in un mondo che dava e dà retta principalmente agli uomini, che abbia deciso di rischiare la vita non solo per altre vite ma anche per salvare le opere d’arte perché le vite finiscono ma l’arte continua”.
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“Il Giardino dei Giusti di Gerusalemme nasce perché alcuni non-ebrei hanno salvato la vita agli ebrei, come se non fossimo tutti uomini, come se fosse normale lasciare morire delle vite solo perché in qualcosa diverse dalle nostre. Questo è quello che mi ha più colpito: che questo errore si è fatto in passato e lo si fa ancora”.
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“Del mio Giusto mi ha colpito il coraggio, un istinto al coraggio, un coraggio bestiale. Io non lo avrei mai avuto al posto suo e non so se mai lo avrò anche se mi piacerebbe moltissimo”.
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