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Macchine come noi?

la sfida dell'intelligenza artificiale
ultimo aggiornamento: 17/3/2007
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modello computazionale

Si ispira ad un concetto forte di intelligenza artificiale e stabilisce un'analogia tra il computer e il cervello umano.

Il modello computazionale della mente fu elaborato da Margareth Boden nell’opera Artificial Intelligence and Natural Man pubblicata nel 1979, e da Douglas Hofstater nell’opera Gödel, Esher, Bach del 1980.
Questo modello stabilisce una forte analogia tra il computer e il cervello umano, entrambi hanno infatti un substrato fisico (biologico-neuronale per il cervello, elettronico per il computer) e a livelli alti mostrano di avere conoscenze, adattabilità, intelligenza, capacità di calcolo, ecc… Questa analogia rappresenta un superamento del dualismo cartesiano tra res cogitans e res extensa perché collega i fenomeni mentali al sistema computazionale. I ricercatori dell’Intelligenza Artificiale sono comunque consapevoli della complessità del cervello umano e vedono ancora abissali differenze tra questo e il computer, ma ritengono possibile imitare il funzionamento del cervello umano con le macchine. Lo scopo non è ricrearlo nella sua totalità bensì individuare “parti di intelligenza”o singole capacità mentali, come per esempio la visione, il linguaggio, il riconoscimento delle forme, la capacità di dimostrare nuovi teoremi e realizzarle per mezzo di calcolatori elettronici.

Le tre idee fondamentali del modello computazionale

Il modello si basa su tre idee fondamentali.
La prima si fonda sulla convinzione che i fenomeni mentali siano schematizzabili in ricezione delle informazioni dall’esterno, elaborazione autonoma secondo propri schemi o modelli e infine costruzione di risposte.
La seconda sostiene che l’elaborazione di informazioni può essere espressa in forma computazionale, cioè può essere considerata come l’effettuazione di un calcolo eseguito secondo determinate regole meccaniche.
La terza è che un sistema di elaborazione intelligente è costituito da molteplici sottoinsiemi che sono però collegati tra loro. Secondo l’ipotesi computazionale questi sottoinsiemi, chiamati livelli, devono avere tre requisiti:

  1. Essere collegati tra loro in modo che gli elementi dei livelli inferiori abbiano una corrispondenza nel livello immediatamente superiore
  2. Esserci dei criteri per attribuire un significato a ciascun evento in ogni livello
  3. Uno dei livelli più bassi deve poter essere considerato una “macchina logica” cioè un meccanismo in grado di eseguire deduzioni logiche basate su simboli e assiomi

I limiti del calcolo

Due grossi problemi che i ricercatori dell’Intelligenza Artificiale hanno riscontrato durante la loro sperimentazione sono l’esplosione combinatoria e la complessità delle situazioni reali.
Il primo problema deriva dal fatto che per rappresentare le possibili azioni che il calcolatore può effettuare bisogna attribuire ad ognuna di esse una rappresentazione simbolica, a questi simboli si aggiungono quelli che indicano le possibili conseguenze. Ma siccome ad ogni azione la configurazione del problema cambia è facile capire che si vengono a creare un numero di possibilità elevatissime, ecco perché si parla di esplosione combinatoria (un esempio è quello del gioco degli scacchi dove per rappresentare tutte le mosse possibili servirebbero ben 10120 simboli differenti).
Il problema della complessità delle situazioni reali è dovuto al fatto che gli uomini si trovano a fronteggiare una situazione con informazioni incomplete dell’universo in cui devono operare, con un’imprecisione dei dati a disposizione e con un reale limite delle capacità di calcolo, caratteristiche difficilmente riproducibili.

"The question is not whether intelligent machines can have emotions, but whether machines can be intelligent without any emotions" Minsky, The Society of Mind