Un mondo in continuo cambiamento

Ci troviamo in un mondo in cui le donne non hanno le stesse possibilità in ambito lavorativo e sociali di un uomo, nonostante l’epoca in cui siamo dovrebbe permettere lo sviluppo di una mentalità più aperta nei confronti delle donne permettendo di avere la parità dei sessi, tenendo conto di ciò che è successo nella storia, di donne che hanno cercato di farsi valere per cambiare la loro condizione e che molto spesso ci sono riuscite. Ma come si può vedere da diversi esempi, ci sono ragazze e donne che solo recentemente per la prima volta riescono ad ottenere le stesse cariche, lavori, possibilità degli uomini. Una dei personaggi che voglio presentare in questo articolo, come donna che è riuscita a raggiungere un traguardo mai raggiunto da nessun’altra è Fabiola Gianotti.

Fabiola Gianotti è una fisica nata il 29 ottobre 1960 a Roma. Studia a Milano al liceo classico, dove grazie alla lettura della biografia di Marie Curie, una scienziata, si appassionò alla fisica.

É stata una scienziata, Marie Curie, a ispirarmi e influenzarmi nella scelta di studiare fisica.”

 

Così si iscrisse alla facoltà di fisica. E grazie alle sua grandi aspirazioni e alla sua determinazione riesce nel 1987 ad entrare al CERN di Ginevra (organizzazione europea per la ricerca nucleare) contribuendo a diversi esperimenti. L’esperimento più importante a cui prende parte è l’Atlas, a cui migliaia di fisici partecipano e ne diventa coordinatrice.

Non abbandonare mai i tuoi sogni. Potresti rimpiangerlo per il resto dei tuoi giorni.”

 

È una donna che ha saputo valorizzarsi in un ambiente prevalentemente maschile; poche donne tendono a diventare scienziate e fisiche poiché poco incentivate dalla società in cui viviamo. Gianotti però non è una di quelle, anzi per i suoi meriti viene addirittura inserita nella rivistaTime”e nella rivista “Forbes”tra le cento donne più potenti al mondo.

La svolta decisiva nella sua vita sia come donna che come fisica si ebbe nel 2014, quando viene scelta per la carica di direttore generale, è la prima donna nella storia a cui viene assegnato un incarico del genere. Dopo 60 anni il CERN è guidato da una donna. È proprio questo quello che riuscì a raggiungere Fabiola Gianotti, un posto fino ad allora destinato agli uomini. Come si può capire dalla sua vita, fu una donna che si contraddistinse per le sue spiccate doti nell’ambito della fisica e divenne una delle donne più influenti del tempo. Una donna che a poco a poco, passo dopo passo ha raggiunto lo stesso livello dell’uomo. Gianotti è una donna che è riuscita farsi vedere per quello che è, cioè prima di tutto un essere umano che ama la fisica e poi una donna. Si è dimostrata alla pari di un uomo, se non meglio in quanto diventata direttore generale del CERN. Questo è quello che sta accadendo nella società, sta cambiando in meglio facendo diventare a poco a poco il mondo un posto dove anche le donne possono avere le stesse opportunità degli uomini.

Continueremo a incoraggiare le giovani scienziate a impegnarsi nella ricerca, vigileremo perché abbiano sempre le stesse opportunità dei loro colleghi maschi.” 

Chiara Martini

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Subacquea: il mondo al di sotto della superficie

Mi guardo attorno, acqua ovunque, sento solo il mio respiro, vedo il mio respiro. Alzo lo sguardo e vedo la cresta delle onde che questa volta non è più scura, ma azzurra, bianca, e brilla come uno specchio; abituato a vedere la scena da sopra la superficie, la situazione mi affascina. Abbasso lo sguardo e compare il fondo, scuro, opaco e quieto, l’opposto della superficie. Compaiono ogni tanto bolle davanti ai miei occhi, quasi ad estraniarmi da questo nuovo mondo, quasi a ricordarmi che sono l’unica fonte di rumore nei paraggi. E allora smetto per un attimo di respirare, per non rovinare quel silenzio, e inizio a muovermi lentamente, per sentire la leggerezza in ogni parte del corpo, per non sentire la gravità, per non sentirmi legato alla terra, ancorato, quasi come nello spazio.
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L’IFS giardino CALVINO s.r.l. Architettura del Paesaggio

L’IFS giardino CALVINO s.r.l. Architettura del Paesaggio simula una green economy agency che occupa ben tre classi di studenti del Liceo Scientifico Italo Calvino di Rozzano, nella periferia sud di Milano.

La business idea è quella di interpretare i bisogni di una città, come Rozzano,  che ha conosciuto negli ultimi decenni un forte aumento demografico, ma che ha visto contemporaneamente impoverirsi  il tessuto produttivo imprenditoriale per la chiusura di molte piccole imprese. Non vi sono sul territorio esempi di valenza culturale, come musei o aree destinate alla ricreazione e allo svago, se si eccettua la biblioteca comunale.

Giardino CALVINO s.r.l. offre servizi volti alla riqualificazione ambientale ed ha al suo interno tre divisioni: Continua la lettura di L’IFS giardino CALVINO s.r.l. Architettura del Paesaggio

E’ fatta, ci siamo costituiti!

L’atto costitutivo dell’Impresa Formativa Simulata

Durante la I.F.S. week session di febbraio, noi 27 soci della nostra start up  ci siamo recati nell’aula informatica del Liceo per assistere alle lezioni dell’avvocato Cristina Calegari al fine  di poter scrivere lo Statuto, l’Atto Costitutivo e il Business Plan di Giardino Calvino s.r.l.

La sigla “s.r.l.” sta per “società a responsabilità limitata”, modello societario da noi adottato in mancanza di fondi economici e al fine di diminuire la responsabilità personale di ciascun socio.

Dopo aver seguito al mattino lezioni teoriche tenute dalla sig.ra Calegari, mamma della nostra compagna Francesca Sala, nel pomeriggio il nostro gruppo si è dedicato alla stesura dell’atto costitutivo.

Legalmente, redigere un atto costitutivo aziendale prevede diverse fasi che non dipendono unicamente dai soci.

gruppo studi
Il nostro gruppo studi

Chi si occupa di stendere ufficialmente un atto costitutivo è il notaio. Suddiviso in articoli, la prima parte comprende la denominazione, in cui vengono specificati il nome e la sede dell’azienda, ovvero il luogo (da inserire nel registro imprese) in cui si trova la sede sociale della start-up. Il fulcro dell’atto costitutivo è l’articolo contenente l’oggetto, necessario per l’attuazione dei progetti, in cui è fondamentale elencare tutte le attività che l’azienda propone di realizzare.

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Lo Statuto societario, una guida utile

ROZZANO. Il  27 Febbraio noi della quarta C del Liceo Italo Calvino, durante la week session, abbiamo continuato il nostro progetto di IFS (Impresa Formativa Simulata) un’altra forma di alternanza scuola-lavoro estesa anche ai licei dall’ultima riforma scolastica. In particolare, con l’attento sostegno dell’avvocato Cristina Calegari, abbiamo sviluppato i documenti che costituiscono la base di giardino CALVINO s.r.l., la nostra start up. L’atto normativo fondamentale per l’organizzazione e il funzionamento di un qualsiasi ente, nonché la guida più utile, è lo statuto societario.

Lo statuto societario è il documento contenente tutte le regole di un’azienda e le norme che regolano i rapporti tra i soci e l’associazione stessa. Questo documento è suddiviso in articoli, che rispondono alle esigenze della società, ma che ne fissano anche i limiti di operatività.Il primo è la denominazione dell’associazione, dove viene ufficializzato il nome dell’azienda e il tipo di società che verrà a costituirsi (s.r.l., società a responsabilità limitata, o S.a.S., società di persone). Vanno indicate, inoltre, la collocazione della sede legale e la sede operativa. Inoltre viene descritto l’oggetto dell’azienda contenente l’elenco di tutti i possibili servizi che essa può offrire.

Un altro punto importante è il capitale sociale, ossia la somma delle quote versate da tutti i soci alla nascita dell’azienda che deve rimanere immutata per tutta la durata della società. Nello statuto devono essere definite anche le modalità e le regole di amministrazione della società. Generalmente è prevista la nomina di un amministratore unico, a cui è affidata la gestione ordinaria e straordinaria dell’azienda, oltre le linee generali per eventuali future fusioni o acquisizioni di altre società. Naturalmente l’amministratore unico è il rappresentante principale dell’azienda, che ha anche il compito di nominare i supervisori che capeggiano ogni team.

ragazzi del gruppo progetti
alcuni ragazzi del gruppo progetti

Ogni norma stabilita nello statuto deve essere rispettata, altrimenti si corre il rischio di danneggiare l’immagine non solo dei soci, ma anche dell’impresa stessa. Infatti nella società ogni dipendente deve rispettare tutti gli articoli prestabiliti, altrimenti verrà sanzionato ed escluso da ogni carica assunta. All’interno della società nessun membro può prendere decisioni autonomamente, nemmeno l’amministratore unico, in quanto è prevista la convocazione dell’assemblea per la discussione di proposte di cambiamenti; l’ assemblea deve essere convocata con almeno 8 giorni di preavviso  e, nel caso in cui non si dovesse raggiungere un numero minimo di partecipanti, verrà stabilita una seconda data. Inoltre, nel caso in cui un socio volesse recedere dalla società, è tenuto a dare un preavviso di sei mesi. Continua la lettura di Lo Statuto societario, una guida utile

Il business plan, lo strumento di partenza per ogni buona impresa

Durante la week session che si è tenuta dal 27 febbraio al 2 marzo di quest’anno, noi ragazzi della 4C del Liceo Calvino abbiamo fondato la nostra start-up  giardino CALVINO srl e, fra le altre cose, abbiamo capito cos’è un business plan, a cosa serve e come deve essere stilato.

Che cos’è quindi?

È un documento che sintetizza i contenuti e le caratteristiche di un progetto imprenditoriale, la business idea.  Viene utilizzato sia per la pianificazione e gestione aziendale sia per la comunicazione esterna, in particolare verso potenziali finanziatori o investitori.

Non c’è un preciso modello da seguire, quindi ogni azienda può progettarne uno adatto alle sue esigenze: è possibile organizzarlo elencandone i punti, come abbiamo fatto noi, o utilizzare un foglio elettronico per quantificare,  confrontare e bilanciare le entrate e le uscite.

Nel nostro abbiamo incluso una descrizione dettagliata del lavoro che l’azienda svolgerà, ovvero redigere studi di carattere artistico-ambientale, progettare e realizzare  giardini per committenti privati o pubblici, curare la manutenzione del verde con particolare attenzione alla sostenibilità degli interventi, organizzando e promuovendo, ad esempio, le visite a pagamento ai giardini storici della nostra città. Abbiamo presentato anche il personale che compone la start up, descrivendo i lavori che i vari team andranno a svolgere. Inoltre abbiamo esposto le nostre strategie di marketing soffermandoci sulle stime riguardanti i profitti che l’azienda produrrà, una volta avviata, e molti altri elementi, come i nostri punti di forza, gli eventuali  rischi che potremmo trovarci a dover fronteggiare  e un’analisi del mercato in cui andremo ad inserirci.

ragazzi del gruppo marketing
alcuni ragazzi del gruppo marketing

Il tutto è stato scritto al fine di ottenere un finanziamento da una banca per sviluppare la nostra start up. Continua la lettura di Il business plan, lo strumento di partenza per ogni buona impresa

Il coraggio della sindaca di Lampedusa

La “leonessa di Lampedusa” Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa e Linosa, il 9 Gennaio 2016 ha ricevuto il premio “Simone de Beauvoir” :  dal 2012, anno della sua elezione, si batte fortemente per il riconoscimento dei diritti delle donne di tutto il mondo ed è sempre stata in prima linea per la difesa coraggiosa dei diritti dei rifugiati.

La sindaca investirà la somma vinta in un progetto che mira a salvare dalla depressione e dalla disperazione almeno alcune delle donne violate. Cogliendo l’occasione della consegna del premio, ha espresso in maniera chiara e diretta critiche sia nei confronti della classe politica italiana sia nei confronti della politica migratoria europea:

“I politici davanti alle bare del naufragio del 3 ottobre 2013 hanno detto ‘mai più morti in mare’, ma poi hanno chiesto la chiusura di Mare nostrum, l’operazione umanitaria della marina italiana, ritenuta colpevole di salvare troppe vite, ritenuta colpevole di incentivare gli arrivi. Anche negli ultimi, difficili mesi, l’Ue ha dimostrato grandissima ipocrisia, da un lato ha detto facciamo un piano di accoglienza per i migranti, stabilendo le quote come si fa per il latte, e poi [l’Europa] non è stata nemmeno in grado di prenderseli….”.

Riguardo alla difesa dei diritti dei migranti Giusi Nicolini non teme di sfidare nessuno: nel novembre del 2015 ha scritto al prefetto Mario Morcone per chiedere un intervento immediato per trasferire 422 profughi presenti nel centro d’accoglienza a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie provocate dall’emergenza rifiuti. Nella nota del Comune scrive con decisione: “Non li soccorriamo per poi ospitarli in una discarica”.

Eletta nel 2012, ha denunciato immediatamente pubblicamente su scala nazionale le stragi di migranti annegati in mare di cui era spettatrice, ogni giorno, ma ha avuto visibilità mediatica solo a partire dal 3 novembre dello stesso anno, quando le hanno consegnato le salme di 21 migranti, tra cui 8 giovani donne e 2 bambini. Una vicenda dalla gravità simile l’ha indotta a scrivere un appello sia all’Unione Europea sia al Governo italiano, che sicuramente entrerà nella storia.

http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-cb0328f7-f715-4c84-8822-ca06b5de47d5.html

Solamente papa Francesco, fra le massime autorità mondiali, ha risposto all’appello del sindaco, rendendo il suo immenso lavoro conosciuto a livello mondiale grazie alle parole rilasciate durante il suo viaggio in Messico in cui afferma che “Il sindaco di Lampedusa è un eroe”.

Giusi Nicolini è sicuramente una “cattiva ragazza”, sa che il suo lavoro sta sollevando un problema considerato da tutti troppo scomodo per essere affrontato senza demagogia, poiché quelle rotte alimentano un ricco mercato e coinvolgono ampi interessi, è una donna coraggiosa, che non ha paura di infastidire e calpestare i piedi con il suo lavoro a enti o persone di caratura nazionale e mondiale che permettono che ogni anno centinaia o migliaia di uomini, donne e bambini nella speranza di raggiungere un futuro migliore, muoiono in un tratto di mare che è ormai divenuto un cimitero. Queste sono alcune delle parole forti, che esprimono il suo modo audace di essere donna e di fare politica, parole che hanno toccato papa Francesco:

“… se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza.”

Lorenzo Uccellini

“La unica lucha que se pierde es la que se abandona” – Rigoberta Menchu Tum

 

                       “L’unica lotta che si perde è quella che si abbandona”.

 Le parole di Rigoberta Menchu , esprimono bene la tempra e il carattere di questa donna.. Rigoberta Menchu Tum fin da giovane ha lottato per ciò che ritiene giusto. E’ appunto,secondo me, una cattiva ragazza: si merita anche lei l’etichetta linguistica affibbiata alle donne che non sottostanno alle regole del loro paese, Rigoberta Menchu è una di loro.

                                                     

Siamo abituati ad una vita tranquilla noi studenti; scuola,compiti,amici. In molti paesi i nosrti coetanei non sono così fortunati. In Guatemala, negli anni 60,la vita riservava molte sorprese. Nelle fincas del Guatemala la vita era molto dura ed il padre di Rigoberta, un uomo forte,si batteva come guida (l’eletto) della comunità contro i proprietari terrieri, i quali approfittando dell’analfabetismo degli indigeni, volevano togliere loro la terra. Le condizioni di lavoro degli indigeni provocavano molte malattie dovute agli sbalzi di temperatura tra l’altopiano e la costa . Rigoberta, all’età di cinque anni, vide morire davanti a se i suoi fratelli e successivamente sua madre. Ciò suscitò in lei la volontà di riscattare se stessa e l’ intero popolo. Nel 1977 entrò a far parte clandestinamente di un’organizzazione, il CUC (Comitato di Unità Contadina), in cui gli indigeni si battevano contro i proprietari terrieri e chiedevano un aumento del salario nelle fincas, avviò molte battaglie per le dignità del suo popolo, finché nel 1992 ricevette il premio Nobel per la pace,diventando anche ambasciatrice dell’ONU.

Lei ha sempre creduto nel cambiamento delle condizioni di vita e di lavoro e nel rispetto per i diritti delle popolazioni indigene. Negli anni della lotta la sua determinazione divenne famosa in tutta Europa e furono molti i parlamentari italiani e europei, docenti universitari e numerosi giornalisti che la sostennero.

Ancora Rigoberta Menchu lotta per i diritti del suo popolo:

MI TIERRA

[…] Tierra mía, madre de mis abuelos,            

         Il mio paese, la madre dei miei nonni,             

 quisiera acariciar tu belleza,                                      

         vorrei accarezzare la tua bellezza

contemplar tu serenidad                                                              

       contemplare la tua serenità

acompañar tu silencio.                                                                     

      e accompagnare il tuo silenzio.

Quisiera calmar tu dolor,                                                               

      Vorrei lenire il tuo dolore,

llorar tu lágrima al ver                                                                

       piangere le tue lacrime a vedere

tus hijos dispersos por el mundo,                                                      

       i tuoi figli sparsi in tutto il mondo

regateando posada en tierras                                                      

       mercanteggiare terre lontane

lejanas sin alegría, sin paz,                                                           

     senza gioia, senza pace,

sin madre, sin nada.                                                                           

    senza madre, senza nulla. 

 

Una mujer con imaginación es una mujer que no sólo sabe proyectar la vida de una familia, la de una sociedad, sino también el futuro de un milenio.

Una donna con l’immaginazione è una donna che non solo sa come pianificare la vita di una famiglia, di una società, ma anche il futuro di un millennio.

 

Lisa Orsini

“Quando il mondo intero non parla, persino una sola voce diventa potente.”



Manes Sara, 4°E

“Quando il mondo intero non parla, persino una sola voce diventa potente.”

Oslo, il Nobel per la Pace 2014 alla giovane pakistana Malala Yousafzai, portavoce della lotta per il diritto all’istruzione dei bambini del suo paese e di tutto il mondo.

Una cattiva ragazza diremmo, per utilizzare un’etichetta linguistica. “Impugniamo i nostri libri e le nostre penne,che sono loro le nostre armi più potenti.

Queste sono le parole di Malala, Cattiva Malala, come tutte quelle donne che hanno alzato la voce per ribellarsi ad una mentalità ottusa del loro tempo, nei più diversi ambiti: attraverso lo sport, il canto, la scrittura o ‘semplicemente’ la parola. Cattive ragazze perchè non si sono piegate alle regole del loro tempo, non hanno aderito al conformismo sociale, per maturare il pensiero di un futuro migliore.

Tutto quello che voglio è istruzione e non ho paura di nessuno. Un bambino, un insegnante e un libro possono cambiare il mondo. Impugniamo i nostri libri e le nostre penne,che sono loro le nostre armi più potenti.

Queste parole appartengono ad un discorso toccante e ricco di speranza che la giovane Malala, ha pronunciato davanti ai potenti del mondo, battendosi per l’uguaglianza dei sessi e il diritto all’istruzione. Una battaglia questa, che porta avanti con un coraggio insolito per una ragazza di soli diciannove anni, disposta a morire in nome della libertà.

La sua azione “divergente” ebbe inizio otto anni fa, quando inconsapevole dell’importanza e allo stesso tempo delle conseguenze innescate dalle sue azioni, pubblicò un articolo per la BBC, in cui documentava lo stile di vita che le persone erano costrette a condurre nel suo paese, sotto il regime talebano.La lotta contro l’ignoraza la portò ad essere nel 2012 vittima di un attentato in cui rischiò la vita. Nonostante ciò la giovane non si arrese e la sua lotta si rafforzò ancor di più.

I miei sogni sono gli stessi” disse dopo l’attentato, “la debolezza, la paura e l’impotenza sono morte. Sono nate la forza, la potenza e il coraggio”.

Una “cattiva” ragazza ? Si, ma in nome della libertà.

Non perde l’occasione per parlare a nome di tutti coloro che sono senza voce, in questi giorni in cui il presidente americano Donald Trump ha pubblicamente esposto il suo piano per chiudere le porte agli immigrati negli Stati Uniti.

Mi si spezza il cuore nel vedere che l’America sta voltando le spalle a una storia gloriosa di acccoglienza di immigrati e rifugiati, persone che hanno contribuito a costruire il Paese, disposti a lavorare duramente in cambio di una chance di vita migliore“, scrive Malala sulla sua pagina Facebook.

E’ ammirevole per il suo coraggio, la sua forza di volontà; sostiene e combatte con un’arma pacifica, il regime e l’ignoranza. E mentre lei ogni giorno rischia la vita per andare a scuola e costruire un nuovo finale, io mi rendo conto, di non essere del tutto consapevole della mia libertà !

Per me lei è la mia eroina.

 

 

 

 

 

La nuda verità

Aliaa Magda Elmahdy Aliaa è una ragazza che conduce una vita normale. L’università, il ragazzo, i suoi sogni. Non è certo una di facili costumi, né una delle tante che farebbero qualsiasi cosa per un attimo di notorietà. È nata a Il Cairo nel 1991 e ha ricevuto una rigida istruzione ed educazione da parte dei suoi genitori, i quali sono legati a costumi, usanze e tradizioni del proprio paese, ma soprattutto ai valori della religione islamica. All’età di vent’anni, però, la vita di Aliaa prende una piega diversa, e lei, oltre a dichiararsi laica, si trasforma in un’altra persona: si trasforma in una “cattiva ragazza”. Nell’ottobre del 2011 decide di pubblicare su Internet un autoscatto che la ritrae nuda. Accanto alla foto aggiunge la seguente descrizione: “Processate i modelli che posavano nudi nelle scuole d’arte, nascondete i libri d’arte, distruggete le statue di nudi antichi, poi spogliatevi e guardatevi allo specchio: bruciate il vostro corpo, il corpo che disprezzate, per liberarvi per sempre della vostra appartenenza a un sesso per infine dirigere la vostra umiliazione e il vostro sciovinismo contro di me e osare negarmi la libertà di esprimermi”. Ma non si ferma a questo e appella questo suo gesto come: “un urlo contro una società di violenza, razzismo, sessismo, molestie sessuali e ipocrisia”. Ma cosa l’ha portata a compiere un’azione simile? In un’intervista rilasciata a un telegiornale americano, Aliaa racconta il susseguirsi di alcuni eventi che le permisero di cambiare sguardo sulla sua vita: due mesi prima di scatenare il grande tumulto sul web, la giovane aveva trovato l’amore assieme a Kareem. Bisogna che vi informi che presso Il Cairo “l’amore prematuro”, quello che nasce e sboccia tra i giovani, è considerato un’offesa al sentito fondamentalismo religioso del paese, soprattutto se manifestato in pubblico. Aliaa racconta di un pomeriggio in cui stava passeggiando e scambiandosi semplici tenerezze con Kareem in un parco. A un certo punto i due vennero avvistati dal servizio di sicurezza e rischiarono di essere processati in tribunale perché si tenevano per mano. Kareem aveva deciso di riprendere quanto stava succedendo per avere una prova dell’assurdità della situazione, ma “ovviamente” gli venne subito ordinato di spegnere la videocamera. Lui ebbe il coraggio di opporsi: non aveva intenzione di spegnerla. Gli uomini della sicurezza lo minacciarono di chiamare la polizia e se la presero anche con Aliaa, continuando a chiamarla “bambola” davanti al fidanzato. Lei si difese dicendo di voler essere rispettata, ma loro le intimarono di abbassare la voce e di stare zitta. Rizzi Camilla 4E Questo episodio si concluse la sera stessa senza alcun provvedimento nei confronti dei due giovani, ma Aliaa, una volta tornata a casa, ebbe il tempo di riflettere su quello che aveva passato fino a quel giorno e capì a cosa sarebbe andata incontro se avesse continuato a condurre la propria vita nel suo paese. Non accettando la propria condizione di inferiorità in quanto donna, pubblicò sul suo blog (arebelsdiary.blogspot.com ثائرة مذكرات (la sua prima foto di nudo integrale. L’accaduto rappresenta la fatidica goccia che fece traboccare il vaso di sopportazione alle oppressioni a cui Aliaa era costantemente sottoposta.

 

“Is it freedom about nudity? No it’s not. But it’s about it: it’s my body and I decided to post the photo. It’s about the freedom to post or not. It’s about not imposing things upon me.”

 

In pochi giorni ricevette quasi tre milioni di visite, con oltre 3.500 commenti. In un primo momento la maggioranza degli utenti la screditava, insultava, addirittura la minacciava di morte, senza cogliere il significato dell’atto coraggiosissimo di questa ragazza: un gesto di protesta che in un qualunque paese occidentale, prendiamo per esempio il nostro, l’Italia, avrebbe avuto come unico scopo il raggiungimento di una certa notorietà, ma che in un paese come l’Egitto suscita non poco clamore. É una provocazione importante, aggressiva, ma che riesce a funzionare. I sostegni non tardano ad arrivare, le manifestazioni in onore di Aliaa e della sfida che ha lanciato sono numerose in tutto il mondo. Questa ragazza esprime una grande verità che, a parer mio, dovrebbe essere scontata. Uso il condizionale è dico “dovrebbe”, perché purtroppo un atto come questo da alcuni é stato frainteso ed é stato interpretato con malizia, quando invece molte donne che hanno vissuto, vivono e vivranno ancora per chissà quanto nella sua stessa situazione, si sono sentite coinvolte. Una di loro commenta: “Aliaa mostra un corpo che c’è, esiste, e non può essere negato da nessun regime e da nessuna religione!”; ha ragione! Alia lotta per la libera espressione del suo paese, protesta contro un regime oppressivo, in cui è stata vittima della uso di potere della polizia, quella stessa polizia che a noi fa sentire protetti e al sicuro, difende la libertà delle donne, mettendo a rischio la sua di libertà, e forse la sua stessa vita! Quello che mi turba è che potrebbe essere mia sorella. In ogni caso da tutte le parti del mondo i supporti e gli incoraggiamenti continuano ad aumentare soffocando le poche critiche che rimangono. Non solo: questo suo gesto ha dato vita a rivoluzioni e manifestazioni e ha risvegliato nello spirito delle persone il desiderio della parità dei sessi e la voglia di reagire alle ingiustizie.

Camilla Rizzi