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Le elezioni sono alle porte

Le elezioni sono alle porte. Il populismo che permeava l’ambiente in cui i vari candidati esponevano le loro cosiddette “promesse elettorali” è stata forse la mano che ha provocato un fatto di  cronaca gravissimo: una sorta di gesto terroristico in territorio italiano. Ancora più inaspettato è l’attentatore, un italiano, un patriota secondo alcuni, un malato secondo altri: Luca Traini. In merito all’attentato avvenuto nella città di Macerata, tutti abbiamo letto alcuni articoli, e a tal proposito due alunni della 5aE, hanno anche deciso di mettere in luce altri particolari, che sono passati in silenzio ai telegiornali e sulle testate giornalistiche. I miei compagni vi propongono due articoli che affrontano gli stessi temi, con due approcci diversi, ma con lo stesso augurio: che alle elezioni si costruisca una Italia più civile. Due letture interessanti, provocatorie, con punti di vista differenti, che offrono spunti di riflessione importanti, fondamentali considerato il periodo storico che stiamo vivendo, che fanno sperare in una politica che sappia usare non la violenza ma la parola, democraticamente.

Il sonno della ragione genera mostri

Sono passate oltre tre settimane da quando i telegiornali italiani hanno mostrato per la prima volta le immagini dell’attentato di Macerata. Si è discusso a lungo nei giorni successivi, il caso (avvenuto, per altro, nel pieno della campagna elettorale) è diventato per qualche tempo strumento di attacchi reciproci fra partiti prima di perdersi nel solito nulla di fatto e venire definitivamente archiviato tra le pagine di storia del nostro Paese.

Ci si è chiesti dove fossero i nomi delle vittime di questo attacco, perché nessuno parlasse di loro o delle loro vite, ci si è chiesti se fosse giusto che l’attenzione fosse rivolta soltanto sull’aggressore.

Personalmente, penso che sia stato giusto così. Credo sia giusto per diversi motivi; innanzitutto, la cronaca degli attentati ha da sempre teso a concentrarsi sull’attentatore e penso che il motivo sia semplice e condivisibile: in un attacco terroristico le vittime generalmente sono comparse casuali, non esiste un motivo specifico che le porti ad essere vittime designate, sono lo sfogo di una frustrazione, o comunque il simbolo di un messaggio e per questo non vi è necessità di indagare sulle cause che le portano ad essere aggredite. Gli aggressori invece sono ben determinati e il loro ruolo è figlio di una scelta che deve essere approfondita, preoccupandocisi di verificare quali situazioni abbiano portato l’attentatore a compiere l’attacco.

Credo poi che sia stato giusto focalizzarsi sulla figura di Luca Traini per un altro motivo, più personale e legato alla mia visione del Paese: penso infatti che sia corretto mettere al centro dell’attenzione l’italiano che si nutre di odio e crea paura. Noi italiani, infatti, tendiamo sempre a metterci dalla parte di chi subisce il terribile atteggiamento criminale degli immigrati, minacciati dalla loro pericolosa pelle nera, senza chiederci mai quale atteggiamento noi abbiamo nei loro confronti, quale paura possiamo incutere in persone spesso sole, lontane migliaia di chilometri da casa che faticano a comprendere la nostra lingua. Continua la lettura di Il sonno della ragione genera mostri

Macerata: l’esempio di come il terrorismo nasca da pazzia e da incapacità politica

Le ultime settimane sono state tragiche per il nostro Belpaese, tra l’omicidio della giovane Pamela ed un attentato terroristico senza precedenti. Nello sfondo un odio crescente e scelte politiche errate.

Il 3 Febbraio 2018 è uno di quei giorni non facili da dimenticare, in cui la pazzia, dettata da un’adesione assoluta ad ideali razzisti ispirati dalla retorica nazista e fascista, si è incarnata direttamente nelle membra di un uomo, Luca Traini, armando le sue mani di una pistola e non di meno pericolose munizioni d’odio. Non lo chiamerò fascista, perché ai suoi occhi parrebbe un complimento e perché citando Giorgio Almirante, storico fondatore del Movimento Sociale Italiano, “nessuno potrà dare del fascista a chi è nato nel dopoguerra”; mi limiterò a definirlo un depravato xenofobo, razzista, ignorante, violento, nemico dell’ordine dello Stato, della legalità, della libertà, del nostro tricolore e con evidenti problemi mentali. Una persona ignobile che si è presa il lusso di ferire sei povere persone innocenti e di infangare la memoria dei Caduti, il dolore di una ragazza uccisa da un uomo che non avrebbe dovuto trovarsi nel territorio italiano, e la nostra Bandiera, il simbolo più rappresentativo ed iconico della nostra Patria. Sono gravissimi i messaggi di solidarietà arrivati a Traini, che non difendono assolutamente la nostra nazione, bensì la minacciano, per il semplice fatto che minacciano la fedeltà alle nostre istituzioni, che si dovrebbero attivare per preservare l’ordine e la giustizia, essi istigano all’anarchia, al vivere senza leggi, alla giustizia privata, ad un odio irrefrenabile. Queste persone inoltre deturpano in grave maniera gli ideali di Destra, che includono il rispetto per l’ordine, per la legalità, per la nostra identità nazionale e l’amore nei confronti della nostra Nazione, della nostra Patria, creando un’immagine rovinata, rozza di un pensiero politico nobile. Seppur le responsabilità del gesto siano imputabili unicamente a Traini, un’analisi accurata degli eventi e della situazione non nasconde però il fallimento di una politica che in questi anni non è riuscita ad affrontare in maniera adeguata i gravi problemi sociali inerenti alla crisi e l’ingente immigrazione. Continua la lettura di Macerata: l’esempio di come il terrorismo nasca da pazzia e da incapacità politica