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EXPO? Sì, GRAZIE

In questi giorni, a scuola, abbiamo incontrato un docente universitario di architettura del Politecnico di Milano. È emerso il parere di un vero esperto sul tema “Expo”. Il docente, infatti, ha collaborato alla progettazione del villaggio destinato ai delegati delle varie nazioni partecipanti all’esposizione universale. Ha visto e vissuto in prima persona i progressi e il grande meccanismo che è Expo Milano. Ci si sarebbe aspettato un accanito difensore dell’esposizione, in realtà si è presentato come un “expo-realista”: expo è già stato progettato e i lavori sono ormai iniziati da anni. Inutile gettargli addosso massi, ma meglio, piuttosto, continuare a lavorare affinché si riesca a mostrare alla stessa Italia che problemi come la corruzione e le infiltrazioni mafiose non sono un blocco, ma un ostacolo da superare. Chi infatti dice “non comprate i biglietti altrimenti contribuirete al diffondersi della corruzione e della criminalità organizzata” di certo non sa che la macchina dell’Expo ha richiesto milioni di euro, parte dei quali sono stati sicuramente usati in maniera negativa.Non comprare i biglietti significa molto banalmente far andare in perdita quest’enorme macchina e perciò creare buchi, o meglio crateri, economici nell’amministrazione del comune, della regione e, in parte, anche dello stesso Stato. Perciò io dico: «Perché fare sempre gli italiani e distruggere tutto? Perché non tentare di portare in fondo un’Opera come questa? Perché non portare avanti invece il lavoro di tutti quelli che hanno lavorato onestamente?». Non dobbiamo sempre coprire il lavoro degli onesti con la sporcizia dei disonesti, ma anzi dobbiamo sempre vedere il lato positivo delle cose, dobbiamo sempre trovare la perla nascosta all’interno della dolorosa conchiglia: essa crea la perla a partire da un corpo esterno che le entra dentro, causandole un forte dolore,  e per sopprimerlo crea intorno a questo, pian piano,  uno strato alla volta, la perla perfetta o, più raramente, barocca. Expo sicuramente ha visto entrare al suo interno il dolore (corruzione, mafia eccetera) ma ha anche iniziato pian piano a cercare di sopprimerlo continuando i progetti e continuando a costruire creando uno strato dopo l’altro. Expo non sarà una perla perfetta, ma piuttosto una perla irregolare, barocca ed è proprio per questa irregolarità che noi abbiamo il compito di andarlo a vedere: per trovare gli errori e le contraddizioni da una parte e dall’altra l’abilità di chi è riuscito a costruire invece strati di perla che risultano irregolari in quanto vi sono dei grossi “blocchi” di dolore. È forse questa la forma del padiglione Italia? Non la radice della vita, ma l’irregolarità della perla, che ne comporta anche la sua unicità e bellezza? È forse meglio vedere Expo come la perla irregolare o solo come il corpo esterno infiltrato che provoca dolore?

 

 

Intervista a FERDINANDO POMARICI

PROCURATORE DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI MILANO:

FERDINANDO POMARICI.

L’infiltrazione mafiosa in Lombardia rappresenta una questione complessa.

L’organizzazione più attiva in questo territorio è la “ndrangheta calabrese”, soprattutto in città e nell’hinterland milanese; minore diffusione in questo ambito hanno mafia siciliana e camorra napoletana, o altre organizzazioni come la sacra corona unita pugliese.

Le prime forti infiltrazioni si sono avute negli anni Settanta, in coincidenza con i primi sequestri di persona a scopo di estorsione, ad opera di personaggi inviati al confino, che trovano la maniera di inserirsi nel tessuto criminale, con un vero e proprio boom in quello stesso periodo.

Già allora cominciai ad occuparmi di questi fenomeni tipici della ndrangheta, che produssero enormi profitti per i criminali e che servirono successivamente a finanziare altri delitti mafiosi.

All’inizio pensavamo molto a salvaguardare l’incolumità dei sequestrati, ma visto che ciò arricchiva i criminali ed addirittura consentiva loro di investire in modo ulteriormente criminoso il ricavato, decidemmo di cambiare strategia non consentendo di pagare i riscatti in modo da creare una sorta di doppio ostaggio (inteso come gioco di parole), uno in mano loro ed un altro in mano alla magistratura; inducendo a liberare gli ostaggi . In questo modo il sequestro di persona venne scemando. A questo punto avviene un’ evoluzione del fenomeno criminoso. La mafia diversifica l’attività investendo gli ingenti patrimoni accumulati in varie attività illecite: dal raket del gioco d’azzardo, all’usura, alle estorsioni ai danni di attività economiche di vario tipo, al traffico della droga, fino ad arrivare al riciclaggio di danaro sporco proveniente da tutte le attività illecite.

Per riciclaggio si intendono due ipotesi di fatto: 1. quella originaria che consiste nel nascondere la provenienza delittuosa del danaro derivante da attività criminale, per impedire che dall’utilizzo di quello stesso si possa risalire all’autore del reato. Un esempio di questa prima ipotesi era la classica rapina in banca di una grande quantità di banconote che non si potevano spendere immediatamente nei luoghi adiacenti al posto in cui erano state sottratte; altrimenti si sarebbe corso il rischio di essere facilmente identificati. Per cui il malloppo era affidato a terzi perché venisse custodito e riutilizzato in altri momenti, i criminali davano a questi ultimi una percentuale sulla rapina effettuata ( intorno al 60%), in banconote “pulite”, ossia non provenienti da rapina; mentre il “custode” utilizzava in seguito l’intera quantità.

All’epoca si usavano molto gli “spalloni”; persone che attraversavano abitualmente a piedi il confine tra Italia e Svizzera, (dediti anche al contrabbando delle sigarette),che, una volta giunti dall’altra parte, consegnavano al soggetto indicato i soldi da depositare tranquillamente in banca, sfruttando la normativa favorevole che consentiva di non effettuare controlli bancari. Da qui attraverso vari canali finanziari i soldi venivano trasferiti nei famosi “paradisi fiscali” tipo le isole Cayman piuttosto che le Bahamas e, anche in Europa in posti come il Lussemburgo o Liechtenstein.

Alla fine di questo percorso tutto il malloppo della rapina iniziale poteva essere speso con relativa tranquillità; quindi nella prima ipotesi il riciclaggio avveniva addirittura in “perdita” per chi aveva commesso il reato.

Successivamente fu escogitato un sistema di riciclaggio che oltre a non fare perdere, permetteva di guadagnare, creando una rete di usurai che davano in prestito, a persone in difficoltà economiche, soldi derivanti da traffici diversi; ottenendo così il doppio vantaggio di guadagno e una certezza di non rivelarne la provenienza sfruttando la condizione del malcapitato.

Fin qui abbiamo descritto la prima ipotesi del riciclaggio, ossia la forma del nascondere la provenienza del danaro, accettato senza fare le comunicazioni dovute alla banca d’Italia e agli organi di vigilanza. Poi però è successo che questo si è ritorto contro di loro, perché nel momento in cui il mafioso aveva bisogno degli appoggi del funzionario di banca doveva poter contare sulla sua collaborazione. Quindi il funzionario di banca veniva in qualche modo ricattato per accettare quel denaro senza fare le denunce necessarie. Per cui anche tramite l’Istituto del credito vi era l’attività economica di queste imprese, che potevano contare su un afflusso costante di capitali: provenienti dall’attività propria delinquenziale, e dagli istituti di credito compiacenti che in caso di necessità erogavano i crediti, sapendo di non rischiare nulla perché le somme sarebbero ritornate.

L’altro aspetto criminale di queste imprese è che gli eventuali concorrenti dello stesso settore venivano normalmente minacciati ( vengono) a non operare in determinati settori o in determinate zone, perché, possedendo quelle zone, succede spesso, ad esempio nel campo edilizio, che ci sono imprese che vogliono costruire in determinate zone e gli capita che gli venga bruciato uno scavatore, che venga fatto un attentato al cantiere, che venga fatta una minaccia di morte ecc. In modo tale pian piano queste imprese capiscono che per loro non è conveniente e si ritirano dal mercato, così le imprese mafiose hanno anche il vantaggio di poter lavorare senza una concorrenza effettiva, con tutti i vantaggi che ne derivano; poiché se c’è una concorrenza vera i prezzi si abbattono, in quanto se io e te dobbiamo concorrere allo stesso appalto io cerco di aggiudicarmelo e faccio un’offerta più bassa, poi anche tu farai l’offerta più bassa, e quindi alla fine l’ente appaltatore andrà a scegliere l’offerta migliore. Questo comporta l’abbassamento del prezzo e il miglioramento della qualità del servizio, perché se noi lavoriamo bene ad un prezzo contenuto domani ci verrà rinnovato l’appalto. Se io lavoro da solo perché non ho alcun concorrente, il prezzo lo faccio io, e la qualità del lavoro è quella che è, me ne frego perché tanto non avrò concorrenza anche negli appalti successivi. Questo è attualmente il canale tramite il quale lavorano le imprese mafiose per quanto concerne i rapporti con gli enti pubblici che aggiudicano gli appalti.

Cosa succede: oggi gli enti pubblici per aggiudicare l’appalto ad una qualunque impresa debbono avere il certificato cosi detto “antimafia” che viene rilasciato dal prefetto, cioè qualunque impresa per avere un aggiudicazione di un appalto conferito da un comune, da una provincia, da una regione, deve produrre un certificato antimafia da cui risulta che quella società è stata controllata. Questo certificato risulta intestato a persone che non hanno niente a che vedere con la mafia, persone incensurate, che hanno sempre lavorato regolarmente ecc.. però purtroppo troppo spesso capita che questo certificato è solamente un pezzo di carta: o perché spesso queste società sono intestate a teste di legno, presta-nomi ecc…; o perché capita che poi queste imprese appaltatrici operano con lo strumento dei sub-appalti, cioè ricevono l’appalto, poi fanno sub-appalti ad altre imprese, che dovrebbero essere teoricamente comunicati, ma non sempre vengono comunicati e alla fine i lavori o parte dei lavori vengono attribuiti ad imprese certamente non segnalate. Quindi con questo duplice sistema: o del presta-nome o dei sub-appalti, si scavalca quel controllo antimafia. Ovviamente quanto più la torta è grande tanto più i topi ci saltano dentro, abbiamo avuto modo di verificare che in tutti i grandi appalti si sono buttati sempre esponenti di imprese mafiose, riconducibili ad attività criminali. L’abbiamo verificato nei lavori della TAV, nei lavori relativi all’aumento di una corsia sulla Milano-Torino, quando si è cominciato a parlare dei lavori per il ponte sullo stretto di Messina e già adesso che si comincia a parlare dell’Expo . Già adesso abbiamo alcune indagini in corso e il segnale è evidente che ci sono imprese che fanno capo sicuramente ad esponenti mafiosi, che si stanno attivando per individuare gli appalti che possono arrivare ad aggiudicarsi per il tramite o di presta-nomi o per il tramite di sub-appalti.

Il procuratore è stato intervistato da Davide Iannone e Giovanni La pietra in occasione del lavoro sull’Expo

Expo e Parco sud: intervista al sindaco di Rozzano

  1. D: In aria di Expo 2015, sono previsti interventi sul territorio di Rozzano, quali la costruzione di infrastrutture o grandi edifici?
    R: C’è un’impresa interessata a sviluppare un’area al di là del naviglio. Si sono confrontati con noi in comune ma non abbiamo mai approfondito più di tanto la questione. Allo stato attuale non ci sono ipotesi ben chiare ma non c’è da escludere la possibilità di costruire un alto edificio. Tuttavia, ripeto, siamo in una fase molto interlocutoria.
  2. D: Uno dei punti forti della nostra città è proprio il verde. Bisognerà quindi proteggerlo.
    R: Vogliamo ovviamente tutelare il verde. Resta il fatto che ci sono delle proprietà sviluppabili in mano ai privati. Troveremo un accordo per evitare che diventi un operazione molto pesante dal punto di vista dell’edificazione e per far sì che si vada verso uno sviluppo compatibile e soprattutto rispettoso del verde e dell’ambiente.
  3. D: Per quanto riguarda il naviglio, si può pensare di renderlo di nuovo navigabile in previsione dell’Expo?
    R: In realtà il nostro naviglio è navigabile attualmente ma non è utilizzato come via di trasporto. Ad esempio il Naviglio Grande che interessa le aree di Corsico e Gaggiano è utilizzato dal punto di vista turistico. Comunque il nostro Naviglio è dotato di tutte le predisposizioni che consentirebbero la navigazione. Certo è che questa è stata una grande opera pensata da Leonardo e quindi di una valenza importantissima e sarebbe bello pensare ad un trasporto in grado di utilizzare di nuovo il canale. D’altronde mi rendo conto che oramai il flusso di merci che attraversa i nostri territori è talmente grande che forse il nostro Naviglio non sarebbe in grado di sopportarlo.
  4. D: Secondo Lei, quali svolte sociali ed economiche ci potrebbero essere nel Parco Sud grazie all’Expo 2015?
    R: Il Parco Sud va tutelato innanzitutto. È un ampio territorio in cui ci sono più di sessantun comuni e sono comprese alcune porzioni di Rozzano, aree che siamo intenzionati a difendere dalla speculazione anche edilizia. Nello specifico però penso che quel territorio possa essere valorizzato: ad esempio ci sono attività di agriturismo e altre di questo tipo che, sviluppandole, possono garantire anche occupazione e migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini pur essendo attività compatibili con l’ambiente. E’ una grande opportunità.

Il sindaco non ha rivisto il testo dell’intervista.

Lorenzo Farina – Tommaso Santagostino

La nuova faccia di Rozzano

Nell’area di Rozzano al di là del Naviglio a Sud di Milanofiori la società Brioschi Sviluppo Immobiliare seguirà con le consociate Camabo e Intrafin lo sviluppo del progetto Milanofiori Sud. Il progetto prevede una superficie lorda di pavimento di 300.000 mq su una superficie complessiva di 1.100.000 mq.

rappresentazione grafica del risultato finale del progetto

L’area interessata è altamente strategica: si trova a 8 km da Milano e nelle immediate vicinanze del casello della Milano-Genova e della tangenziale Ovest.
A detta dei costruttori, lo sviluppo verticale degli edifici progettati sarà in perfetta armonia con l’estensione orizzontale e ricca di verde. Quest’integrazione avverrà anche grazie all’utilizzo di materiale ecocompatibile. Il progetto consiste anche nella creazione di spazi di lavoro, ricerca e abitazione di grande qualità, vivibilità e design.
Il comparto di costruzioni di Milanofiori Sud è tra i principali futuri sviluppi urbani europei per le dimensioni, l’elevata architettura e la vivibilità del progetto.

http://www.brioschi.it/home.php

Lorenzo Farina e Tommaso Santagostino

Riaprono i navigli a Milano!

La riapertura dei navigli milanesi sarà una delle grandi innovazioni della città in occasione dell’Expo 2015.

I 2 obiettivi principali del progetto sono:

  • 100km di via d’acqua navigabile, per piccole imbarcazioni (canoe soprattutto),centrata sull’area Expo
  • Un parco di oltre 100km, con piste ciclabili e nuove aree verdi, che collegheranno tutti i parchi intorno a Milano.

Pro…

  • Il progetto garantirà acqua pulita per laghi e fontane Expo.
  • Verranno riqualificate aree ed opere degradate.
  • Ci sarà un miglioramento della rete di irrigazione che permetterà una maggior portata d’acqua per le zone agricole del sud di Milano, oggi penalizzate dall’urbanizzazione.
  • La realizzazione di questo progetto è un’occasione unica per riordinare la rete milanese e lombarda, fortemente lesionata negli ultimi 70 anni.
  • L’opera sarà realizzata in tempi brevi perché basata su infrastrutture in gran parte già esistenti.
  • sarà un’occasione per valorizzare il patrimonio idraulico, agricolo, energetico, storico e culturale lombardo.

…e contro

  • Ma la riapertura dei navigli ripresenterà gli stessi problemi igenico-urbanistici, per i quali erano stati chiusi negli anni ’30.
  • I lavori causeranno molti disagi per lo spostamento di cittadini e lavoratori.
  • L’opera causerà problemi d’instabilità a vecchi edifici adiacenti ai navigli, comportando così l’investimento di ulteriore denaro.
  • Il progetto comporterà un costo piuttosto alto, considerando che è uno dei tanti progetti previsti per l’Expo 2015.

É veramente necessaria la riapertura dei navigli? Se negli anni ’30 sono stati chiusi deve esserci stato un motivo. Anche se Milano vuole mostrarsi nel migliore dei modi in occasione dell’Expo, sarebbe opportuno che pensasse di più alla qualità che alla quantità! In generale i lavori per l’Expo hanno impiegato già molto denaro, pertanto credo che il progetto dei navigli si possa evitare, e magari investire in altre vie di comunicazione, che non hanno bisogno di una ristrutturazione ma soltanto di una manutenzione, risparmiando denaro utile per altre iniziative. Inoltre la manutenzione di vie di comunicazione già esistenti gioverebbe non solo all’Expo, ma soprattutto ai cittadini milanesi; dato che Milano, dopo l’Expo, non si fermerà!

Ecco alcune cifre:

Opera da ristrutturarespesa in euro
Diramatore di Parabiago4.200.000
Derivatore Valle Olona14.900.000
Derivatore di Garbagnate5.700.000
Ramo Olona del C.S.N.O.7.000.000
Ramo Seveso del C.S.N.O. 22.000.000
Area Fiera Rho Deviatore Olona9.100.000
Deviatore Olona: Vighignolo–Quinto Romano14.100.000
Deviatore Olona: Quinto Romano-via Friuli17.000.000
Deviatore Olona: via Friuli-Naviglio Grande21.700.000
Naviglio Grande-Naviglio Pavese12.500.000
Ristrutturazione Dighe del Panperduto7.500.000
Rifacimento fondo Villoresi20.000.000
Totale importo interventi idraulici131.000.000

Elisa Losito e Davide Iannone

1881: l’Expo di Milano. Nasce l’Italia industriale

Esattamente 128 anni fa veniva inaugurato l’Expo Nazionale di Milano.
Il 5 maggio del 1881 il re Umberto I e la regina, da soli tre anni al trono, parteciparono all’inaugurazione della prima grande fiera di Milano: un avvenimento che segnò per l’Italia una nuova epoca.
Gli italiani erano in tutto circa 20 milioni, di cui il 60% analfabeti. Vaste erano le sacche di povertà, ma il progresso sembrava bussare alle porte: la nazione aveva bisogno di un’esposizione per valorizzare le sue potenzialità economiche.
La mostra rimase aperta per sei mesi e visitatori superarono il milione, con punte di 25000 ingressi al giorno. L’Italia era uno Stato indipendente da soli vent’anni e non aveva ancora completato la sua unità. La grande fiera di Milano fu un miracolo economico per la giovane nazione.

Gli espositori del nucleo centrale della fiera, dedicato all’industria, furono in totale 7000, soprattutto lombardi.
Moltissimi furono gli stand dedicati alla giovane industria delle macchine. I visitatori poterono ammirare il gigantesco stand della ditta Elvetica, futura Breda, che produceva grandi macchine utensili.
Il settore chimico stava facendo i primi passi, ma a Milano esposero già i loro prodotti la Carlo Erba e la Pirelli, che produceva al momento un nuovo materiale, il caucciù.
Würher, Poretti e Metzger presentavano le diverse lavorazioni della birra; Branca, Bisleri e Buton offrivano amari e digestivi.
Un enorme reparto era riservato alle pregiate confezioni tessili della Fratelli Bocconi. Frette e Borsalino offrivano abbigliamento di lusso.
L’Italia si avviava sulla strada dell’industrializzazione, ma con evidenti punti deboli:

  • la carenza di fonti d’energia e di materie prime
  • mancavano imprese di grandi dimensioni.

L’inaugurazione dell’Expo milanese non si concentrò solo nella zona fieristica della città, ma fu vissuta con grande euforia anche per le strade di Milano. Il Teatro alla Scala, la sera del 6 maggio, mise in scena il Ballo Excelsior, al cospetto del re e della regina, mentre il 25 maggio debuttò la nuova versione del Mefistofele di Boito.
Vennero organizzate mostre d’arte e lotterie.

Molti furono i commenti positivi sull’Expo di quell’anno. Il Gazzettino Rosa lo definì “la grande festa del lavoro italiano”.
Le critiche riguardarono soltanto aspetti marginali:

  • la forma a pagoda dei padiglioni
  • la vicinanza tra lo stand alimentare e quello dei profumi esotici: immaginate il miscuglio di odori.

In ogni caso Milano venne incoronata “capitale economica” d’Italia. Un ruolo che non avrebbe più abbandonato.

Veduta dell’Esposizione, 1881

La quarta B intervista Guglielmo Epifani

Il 27 aprile 2009, Guglielmo Epifani, Segretario Generale della CGIL, ha gentilmente risposto alle nostre domande sull’Expo 2015.
È bello che un uomo tanto importante e tanto impegnato abbia voluto trovare il tempo per rispondere ad un gruppo di studenti.

Pubblichiamo domande e risposte come spunto di riflessione per tutti.

“Care studentesse e cari studenti,
rispondo di buon grado alle vostre domande che, unitamente alle questioni generali, danno rilevanza ai riflessi che un evento come quello dell’EXPO avrà su migliaia di lavoratrici e di lavoratori. So dei vostri contatti in merito con la Camera del Lavoro di Milano, per cui nel rispondere alle domande mi limiterò all’essenziale.

Un caro saluto e un augurio di proficuo lavoro.
Guglielmo Epifani

  1. D: Quali vantaggi e \ o svantaggi economici porterà l’Expo 2015 alla città di Milano?
    R: I grandi eventi, dal Giubileo alle Olimpiadi, si prestano sempre a una doppia lettura: opportunità per il territorio o ulteriore consumo di risorse (suolo, energia, ecc.). Il tema al centro dell’evento, Nutrire il pianeta, energia per la vita del 2015, si presterebbe a soluzioni che concilino sviluppo con salvaguardia del territorio e lungo questa direttrice ci muoveremo come CGIL.
  2. D: L’aumento degli indici di edificabilità ci sembra una minaccia per la popolazione di Milano. Che cosa ne pensa il sindacato?
    R: La densificazione urbana, proposta dall’Assessorato all’Urbanistica, ci pare inaccettabile e tale da compromettere ulteriormente la vivibilità della vostra città; contemporaneamente, non porta a soluzione una cronica carenza di edilizia popolare e convenzionata. Su questi temi la Camera del Lavoro terrà a Milano un convegno il 29 aprile pomeriggio cui vi suggerirei di partecipare.
  3. D: Con quali fondi verrà permessa la realizzazione di questo progetto?
    R: Un mix di pubblico e privato, con una parte determinante di fondi pubblici, una parte consistente dei quali per opere infrastrutturali da tempo progettate e mai attuate come, ad esempio, l’autostrada Pedemontana, la cosiddetta Tangenziale esterna milanese, i raccordi con l’alta velocità. Solamente per le opere definite “essenziali” il fabbisogno stimato dei fondi, da oggi al 2015, è il seguente:
    2009 <30.000.000 di euro; 2010 <45.000.00 di euro; 2011 <59.000.000 di euro; 2012 <233.000.000 di euro; 2013 <564.000.000 di euro; 2014 <445.000.000 di euro; 2015 <120.000.000 di euro.
  4. D: Secondo lei sarà proficua per Milano tale iniziativa?
    R: Questa domanda si ricollega alle considerazioni già svolte al punto 1; a titolo di esempio, l’evento sarà proficuo se il progetto della “Cittadella dell’alimentazione” sull’area dell’Ortomercato, permetterà la bonifica “sociale” di quella situazione oggi al centro di grandi problemi.
  5. D:Il sindacato ha già in mente dei metodi di prevenzione contro quelli che potrebbero essere i danni provocati dall’Expo? Se sì, quali sono?
    R: Il Sindacato milanese ha provveduto per tempo a stipulare un protocollo sindacale con l’attuale Commissario Straordinario per l’Expo, il memorandum Sociale per l’Expo, allegato al dossier ufficiale del BIE, che dovrebbe consentirci di procedere ad accordi applicativi di tutela della salute dei lavoratori e di interdizione agli abusi in materia di rapporti di lavoro. Questi due aspetti sono significativi anche per un’azione di sbarramento preventivo alle infiltrazioni malavitose.
    Per impedire danni ambientali, invece, occorre che, insieme al Sindacato, vigili tutta la città e vi sia una classe politica all’altezza della situazione; in caso contrario si rischia l’ennesimo disastro ambientale e paesaggistico che caratterizza tanta parte del nostro Paese.
  6. D: Quali sono i mezzi di trasporto che a parer suo dovrebbero essere potenziati a vantaggio dei lavoratori e più in generale della popolazione milanese?
    R: Metropolitane e, in genere, mezzi di trasporto pubblico, insieme a tecniche di infomobilità che ottimizzino il ciclo della logistica, specie nel centro cittadino.
  7. D: Come pensa di intervenire il sindacato in relazione a tale argomento?
    R: Argomento vasto ma, come avrete sicuramente letto sui quotidiani milanesi, negli ultimi giorni la Camera del Lavoro ha fortemente polemizzato con ATM e con la Giunta proprio sulla loro inadeguata politica di trasporto pubblico, sulla mancanza di mezzi e di conduttori che sono due elementi fondamentali per un servizio efficace alla cittadinanza.
  8. D: Quali progetti ha in mente di attuare il suo sindacato?
    R: Ovviamente, non è il sindacato che dirige la grande macchina dell’Expo 2015, ma nel contesto della situazione data, opererà con progetti che, a titolo indicativo, potremmo definire: trasparenza per garantire legalità nelle opere e negli appalti; salute e sicurezza per scongiurare infortuni e morti sul lavoro; territorio per impedirne lo scempio; informazione nel cui contesto si pensa di tenere anche un grande convegno internazionale sul lavoro.
  9. D: Dopo aver letto sul web un articolo legato alle morti bianche, ci siamo chiesti:
    ”In che modo si migliorerà la sicurezza nei cantieri?”
    R: Mi risulta che, sul sito della Camera del Lavoro di Milano, potrete leggere un accordo assai articolato, del 3 dicembre u.s., in via di implementazione, che riguarda tutti i cantieri cittadini e non solo quelli dell’Expo; è stato chiamato “Patto sulla Sicurezza e la Regolarità nei rapporti di lavoro”.
  10. D: Aumenterà il carico di lavoro dei singoli individui per riuscire a rispettare le scadenze imposte dall’Expo?
    R: Vi rimando in parte, in quanto già risposto, al punto 5, essendo previsti in quel memorandum anche meccanismi di contrattazione preventiva sull’organizzazione del lavoro; certo che se Governo, Regione Lombardia e Comune di Milano continueranno a non accordarsi sulla governance della SOGE (la società che gestirà l’Expo), continueranno ad accumularsi ritardi che saranno poi chiamati a colmare i lavoratori, come purtroppo accade spesso, con tutti i drammatici rischi del caso.
  11. D: Ritiene che l’Expo sia un’importante occasione di rilancio per tutta l’economia italiana o un’opportunità di guadagno solo per pochi imprenditori?
    R: É una domanda che troverà risposta solo a consuntivo e rimanda alle più generali valutazioni iniziali (punto 1); in Europa, anche in una stessa nazione, vi sono esempi contrastanti di successi e di insuccessi nella gestione dei grandi eventi.
  12. D: Con l’aumento di 700000 abitanti nella metropoli milanese, è possibile che ci sia un aumento del tasso di disoccupazione?
    R: Rinviandovi in parte a quanto già detto, in merito alla risposta sulla densificazione urbana, vi segnalo che la prospettiva di far lievitare a due milioni la popolazione di Milano è antecedente allo scoppiare dell’attuale crisi economica e finanziaria e che oggi è, quindi, incongrua qualsiasi previsione di lungo periodo, essendo l’attuale popolazione di Milano di poco superiore a un milione e trecentomila unità. Se non si fosse in presenza di una grave crisi economica, sarei tentato di essere ottimista, essendo storicamente, Milano e la sua provincia, un territorio a bassa disoccupazione, attestata mediamente, negli ultimi anni, intorno al 4%, ma i dati che giornalmente ci provengono non consentono ragionevoli previsioni in un arco temporale così impegnativo.
  13. D: Una volta assegnati gli appalti alle varie imprese costruttrici, ci sarà qualcuno in grado di prevenire infiltrazioni della malavita organizzata?
    R: In parte, le risposte sono già presenti ai punti 5 e 8; sarà decisiva l’azione degli amministratori locali, del board della SOGE e della Magistratura. La CGIL vi assicuro che vigilerà, parafrasando il Manzoni, con occhi d’Argo.

Testo “ufficiale” delle risposte di Guglielmo Epifani

Guglielmo Epifani

Expo e Parco Sud

Breve storia del Parco Sud

Il Parco Agricolo di Milano Sud è un parco regionale che comprende sessantun Comuni. Istituito nel 1990 per la salvaguardia e la tutela del territorio, ha poi assunto grande importanza anche nello sviluppo economico.
Fin dal Medioevo l’uomo ha operato modifiche nella regione a sud di Milano, cambiando il paesaggio, regolando il corso delle acque che venivano usate per scopi agricoli o come vie di commercio e di traffico.
Negli anni Sessanta nasce l’idea di costruire il Parco; tale idea si concretizza a livello legislativo e amministrativo tra gli anni Settanta e Ottanta; dagli anni Novanta si individuano gli strumenti necessari per recuperare e valorizzare il territorio.

Il Parco e l’Expo

Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015 si svolgerà l’Expo, manifestazione fieristica che Milano si è aggiudicata lo scorso anno.
L’evento coinvolgerà non solo la metropoli milanese, ma anche le zone limitrofe, tra cui il Parco Sud.
Dal momento in cui Milano si è aggiudicata la manifestazione, sono stati messi in luce i vantaggi e gli svantaggi che ne potranno derivare. Anche riguardo al Parco Sud le opinioni sono discordanti e si inseriscono nel discorso generale sull’Expo.
I benefici individuati potrebbero essere i seguenti:

  • Impulso agli affari economici e commerciali
  • Investimenti immobiliari con realizzazione di opere di utilità pubblica e privata
  • Creazione di nuovi posti di lavoro

All’opposto si teme però:

  • Speculazione edilizia
  • Cementificazione
  • Aumento dell’inquinamento
  • Maggiori posti di lavoro solamente temporanei

Coniugare ambiente e sviluppo, campagna e città

A fronte dei benefici e degli svantaggi evidenziati, nel Parco sud si dovrà:

  • Valorizzare il patrimonio agricolo
  • Valorizzare le acque attraverso:
    • La possibilità di navigare sui Navigli per ammirare le bellezze del paesaggio
    • La riqualificazione, come già in parte è avvenuto, dei fontanili che raccolgono l’acqua, delle risorgive utili per l’irrigazione
    • L’estensione del bacino idrico dell’Idroscalo congiungendolo attraverso un canale alle cave (interessati i comuni di Segrate, Pioltello e Peschiera Borromeo)
    • La valorizzazione delle cave nella zona tra Muggiano, Basiglio e Trezzano sul Naviglio
    • La creazione di laboratori per la sperimentazione di giochi d’acqua
  • Fruire della bellezza dei parchi così vicini a Milano nei quali circolare con biciclette o navette a idrogeno
  • Realizzare una rete ciclabile che attraversi tutto il Parco Agricolo Sud con percorsi tematici per scoprire e visitare le più belle cave o le antiche abbazie
  • Valorizzare le abbazie
  • Puntare sulla produzione alimentare favorendo la vendita di prodotti locali nelle aree agricole e nei parchi naturali
  • Creare, con l’aiuto di università e centri di ricerca, laboratori di agricoltura sostenibile
  • Favorire un modello di ospitalità diffusa presso cascine, agriturismi
  • Recuperare le strutture esistenti per i servizi