Ganbatte!

foto di Stefania Soldini

Cari Alunni del Calvino,

Sono una ex alunna del vostro liceo diplomata nel 2005.

L’impatto con il liceo è stato in salita! Ricordo le difficoltà incontrate il primo anno. Un po’ per mancanza di metodo di studio e un po’ per l’insicurezza che mi portavo dentro. Vi dirò di più, nel Gennaio del 2001 mi fu comunicato da una Prof. che avrei perso l’anno. La notizia per me fu devastante, non volevo assolutamente ripetere l’anno. Continuai a studiare e cercare di dare il massimo. Passai sopra la notizia… anche se ero consapevole che forse sarebbe stato tutto inutile. Vi posso dire che alla lunga l’impegno premia e che al Calvino ho anche incontrato Prof. che mi hanno capito e incoraggiato. In particolare, vorrei ricordare la Prof. Guerra e la Prof. Bianchi che sono sempre state dalla parte degli alunni, facendo l’enorme lavoro di comprendere la situazione piuttosto che limitarsi ai risultati delle valutazioni. Grazie al sostegno di queste due mitiche Prof.  e di altri Prof. negli anni a seguire passai l’anno con il minimo dei voti e un paio di debiti. La fiducia e l’incoraggiamento che mi è stato dato sono state fondamentali negli anni seguenti dove ho incominciato ad eccellere nelle materie scientifiche… latino era comunque rimasta una causa persa!

Veniamo a dopo il liceo. Nel 2005 mi diplomo e mi iscrivo alle lauree triennale e poi magistrale rispettivamente in Ingegneria Aerospaziale e Spaziale al Politecnico di Milano. Mi laureo alla magistrale nel 2011 dopo un esperienza in Scozia di sei mesi, dove svolsi la mia tesi sul controllo di assetto di un satellite dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Dopo un anno di esperienza lavorativa in Italia presso gli uffici dell’Agusta Westland (elicotteri militari), mi sono trasferita in Inghilterra, a Southampton, dove ho iniziato il dottorato di ricerca sullo studio delle traiettorie delle vele solari.

Stefania Soldini a Southampton

Durante i tre anni di dottorato sono stata sei mesi a Barcellona per portare avanti una collaborazione di ricerca tra le due università. Completata la tesi di dottorato e conseguito il titolo nel 2016 mi sono trasferita lo scorso Marzo a Tokyo con una borsa da ricercatore per lavorare all’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA). Attualmente, lavoro in JAXA sotto un nuovo contratto di Ingegnere Ricercatore alla missione giapponese Hayabusa 2. Hayabusa 2 è una delle due uniche missioni al mondo, insieme a quella della NASA, attualmente in programma per l’esplorazione degli asteroidi. Gli asteroidi potrebbero spiegare la teoria dell’origine della Vita. Se Hyabusa 2 trovasse “l’acqua” sull’asteroide potremo concludere che questi corpi insieme alle comete disseminano la Vita nell’Universo! Mi è stata data l’opportunità di seguire una missione da vicino in quanto Hayabusa 2 sta seguendo il suo corso verso l’asteroide con arrivo previsto nel Giugno 2018. Avere la possibilità di essere coinvolta ad una missione di esplorazione spaziale è un esperienza davvero eccitante ed unica.

Stefania vestita da giapponese

Ci tenevo a concludere che scegliere cosa fare nella vita dopo il liceo non è mai una scelta ovvia, ma soprattutto per esperienza personale vi posso dire che le difficoltà a scuola non determineranno la persona che sarete domani. La determinazione e la convinzione che con l’impegno si arriva ai propri obiettivi e aspirazioni personali è l’unica vostra forza, non i voti a scuola o l’aver ripetuto un anno.

E come dicono i giapponesi… Ganbatte! (Coraggio fate del vostro meglio!)

Domo Arigato Gozaimasu!

Stefania Soldini

Una nuova forma d’arte

Fin dal principio l’uomo ha cercato qualcosa che suscitasse in lui nuove emozioni. Tra le varie discipline che smuovono i nostri sentimenti, la più famosa è l’arte.

Si usano gli specchi per guardarsi il viso, e si usa l’arte per guardarsi l’anima.

Essa ha affrontato, negli anni, cambiamenti radicali, per quanto riguarda lo stile: dal romanico al gotico, dal barocco al neoclassico, dalla semplicità all’esagerazione e viceversa. Mentre, per quanto riguarda gli strumenti, ha avuto un’evoluzione quasi pari a zero, se non qualche miglioramento degli utensili. Nel 1839, però, un nuovo oggetto entrò in circolazione: la macchina fotografica. Purtroppo non ha avuto subito grande considerazione, ma solo dopo un secolo e mezzo circa, venne riconosciuta come un’inedita pratica artistica.

Io voglio parlarvi di quella cosa che crea, a chi ne coglie il significato, le così dette “farfalle nello stomaco”, non in ambito storico, ma riguardo le emozioni e il pensiero che ha il potere di cambiare questa nuova forma d’arte.

Fin dalla prima volta che ho preso in mano una fotocamera, ho provato euforia, perché mi sentivo un’artista; come quando ai bambini piccoli si danno i pastelli per colorare. Lo scattare foto mi ha insegnato ad osservare, a catturare e a fermare il tempo per godere di quell’armonia che esiste nel mondo e ad immaginare la storia che ha dietro di sé ogni oggetto. Ora guardo la natura con occhi diversi; mi blocco sempre ad ammirare i particolari e a pensare: “Wow…”. E’ proprio questo che la fotografia ha cambiato in me, perché prima che essa “entrasse” nella mia vita, pensavo che l’uomo fosse tutto, mentre adesso so che non è così: noi facciamo semplicemente parte di un meccanismo molto complesso, il quale va avanti in totale affinità.

In conclusione, per me la fotografia deve suggerire, non insistere o spiegare, ed è un’arte che, se la sai interpretare, ti migliora la vita.

 

Gender in Physics Day

Il 10 Maggio noi due, studentesse del liceo di Opera, Nada Mansour e Letizia Repizzi, abbiamo partecipato ad un convegno internazionale a Roma, dal titolo “Italian GENDER IN PHYSICS DAY”, presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in quanto selezionate con menzione speciale per il loro prodotto dal titolo: “l’altra metà del cielo”.

Nada e Letizia

Abbiamo ricevuto una targa, per il progetto da noi presentato per il concorso “Donne nella Fisica: stereotipi e pregiudizi di genere”. Continua la lettura di Gender in Physics Day

43 poeti per Ayotzinapa

“43 poeti per Ayotzinapa” è un’iniziativa letteraria internazionale per far luce sugli atroci fatti accaduti il 26 settembre 2014 agli studenti desaparecidos della Escuela Normal Rural Raúl Isidro Burgos di Ayotzinapa, Stato del Michoacàn.

Cominciamo per prima cosa proprio dalla scuola normale rurale, un istituto dello stato del Guerrero, Messico, in cui il tipo di preparazione è universitario, vi è un esame di accesso che viene superato da circa 120 studenti ogni anno. Dopo un paio di settimane per adattarsi, si cominciano le materie di studio: Osservazione della pratica docente, Geografia, Spagnolo, Scienze naturali, Matematica.

Gli studenti studiano e lavorano, coltivano fiori gialli, chiamati senpasuchil con cui alimentano una raccolta fondi che permette di sostenere le spese della scuola.

Tutto è cominciato il 26 settembre 2014, quando un centinaio di ragazzi dell’istituto si recò nella vicina Iguala per sequestrare alcuni autobus da utilizzare per raggiungere una manifestazione nella capitale, Città del Messico, ma, partiti per tornare in paese, furono intercettati dalla polizia locale.

Da questo momento la versione varia in base a chi la racconta: secondo i rapporti della polizia il fine dell’operazione era di fermare gli studenti che fuggivano a bordo degli autobus sequestrati; secondo il sindacato degli studenti, invece, l’attacco sarebbe stato effettuato dalla polizia, mentre i ragazzi erano fermi e vulnerabili.

Durante l’operazione, due studenti persero la vita, alcuni fuggirono ed altri furono sequestrati dalle Forze dell’ordine.

Si contarono in tutto 43 studenti scomparsi.

Lo Stato messicano non ha potuto fornire versioni plausibili dell’accaduto,fino ad ora, ma ha fabbricato verità di comodo per far passare questo crimine come un “fatto locale”.

Dopo la sparatoria, gli studenti rapiti vennero tenuti in custodia dalla polizia di Iguala, su ordine del sindaco della cittadina, Luis Abarca, considerato, insieme alla moglie Maria Pineda, il mandante della strage.
Seguendo la versione che lo Stato ha fornito alle famiglie delle vittime, i ragazzi sarebbero stati venduti alla banda criminale dei Guerreros Unidos, spacciandoli per appartenenti al gruppo rivale Los Rojos. A questo punto vennero portati alla discarica di Cocula dove furono uccisi da Patricio Retes, Juan Osorio e Agustin Garcia Reyes i quali, successivamente, bruciarono i corpi.

Subito dopo l’incidente del 26 settembre, Luis Abarca e Maria Pineda scapparono dallo Stato del Guerrero, ma furono arrestati il 4 novembre 2014.

La storia del sequestro da parte dei Guerreros unidos, della loro eliminazione con un colpo di pistola alla nuca, del grande falò con cui i narcos avrebbero fatto bruciare i corpi è una grande bugia inventata dalla magistratura per far uscire il governo dall’imbarazzo evidente e per consegnare al mondo una versione di comodo, organizzando addirittura un video con la confessione dei tre criminali.

L’ONU insiste per avere risposte e dichiara che il caso non è chiuso, come vorrebbe il governo Nieto, né può restare impune.

Nel frattempo gli anni passano e le famiglie, straziate dal dolore, possono solamente piangere i figli e fratelli scomparsi, organizzando marce e manifestazioni per chiedere che venga fatta luce sulla strage del 26 settembre.

Le conseguenze della Rivoluzione Industriale

A partire dalla seconda metà del ‘700, ebbe inizio in Inghilterra un fenomeno noto come Rivoluzione Industriale, risultato di un insieme di innovazioni economiche e sociali finalizzate a mutare la vita umana in tutti i suoi aspetti. Esso segnò un punto di svolta da un’economia sostanzialmente agricola ad una basata sulla produzione di beni tramite l’uso di macchine, rendendo l’industria (settore secondario) la principale fonte di reddito della società.

Questo insieme di cambiamenti si originò in Inghilterra per una serie di fattori favorevoli al suo sviluppo economico futuro: la disponibilità di capitali da investire, la ricchezza di materie prime dell’isola (soprattutto ferro e carbone), l’efficienza della rete di trasporti, la possibilità di poter disporre di un mercato internazionale molto vasto, la migrazione di masse di contadini dalle campagne alle città e le innovazioni tecnologiche operate da tecnici e scienziati inglesi.

Il primo settore ad essere trasformato dalle innovazioni tecniche della Rivoluzione Industriale fu quello tessile, molto attivo nell’isola a causa dell’ abbondanza di materie prime come lana e cotone, quest’ultimo fornito dalle colonie d’oltremare inglesi. Nell’arco di qualche decennio l’intera produzione di tessuti venne completamente automatizzata, grazie all’utilizzo di telai meccanici funzionanti tramite ruote idrauliche. Ma la vera innovazione in ambito economico e sociale fu l’invenzione della macchina a vapore ad opera di Thomas Newcomen, la quale fu poi perfezionata da James Watt nel 1769. Dapprima utilizzata in ambito minerario, per prosciugare le gallerie allagate, essa fu poi applicata nel settore dei trasporti, rivoluzionando il modo di spostarsi della gente, grazie all’invenzione di battelli e treni a vapore.

macchina a vapore

Tuttavia, questa serie di innovazioni ebbe un impatto molto forte sulle condizioni della classe produttiva. In primo luogo con l’istituzione delle fabbriche, unità produttive nelle quali i beni erano prodotti in grandi quantità con l’utilizzo di macchinari, il che condusse ad una frammentazione del meccanismo di produzione. Ad operai non specializzati, infatti, spettava il compito di eseguire azioni semplici e ripetitive, anche per 15 ore al giorno, in condizioni lavorative pessime e in ambienti malsani. In quell’epoca non esistevano leggi che stabilivano la durata delle giornate lavorative e tutelavano i diritti della classe operaia: si può spiegare in questo modo il perché dello sfruttamento di donne e bambini all’interno delle fabbriche, e la presenza di bambini molto piccoli (5-7 anni) nelle miniere.

Anche le condizioni urbane della classe produttiva erano miserabili: dettate dal sovraffollamento, dovuto alla migrazione di manodopera dalle campagne, le città industriali sorte nei pressi delle fabbriche mancavano di servizi igenico-sanitari fondamentali, come il rifornimento d’acqua, le fognature e gli ospedali. In questi ambienti insalubri e fatiscenti era molto facile contrarre malattie infettive, e di conseguenza l’aspettativa di vita in quelle città subì un grosso calo.

Over London by Rail Gustave Doré c 1870
Over London by Rail Gustave Doré circa 1870

Si può dunque affermare che con l’avvento della Rivoluzione Industriale la condizione dei lavoratori peggiorò, ma tuttavia negli anni Venti e Trenta del XIX secolo sorsero le prime organizzazioni sindacali a difesa dei lavoratori, e le loro condizioni di lavoro migliorarono gradualmente. In Italia, ad esempio, l’orario di lavoro di otto ore fu raggiunto solo nel 1919.

Diego Nesticò