Cronaca di una fredda uscita al Cimitero Monumentale

Luca Cirio

Questo martedì, per essere precisi il 15 Novembre, la mia classe, la 5 C, si è recata, insieme alla 5 A, al Cimitero Monumentale di Milano, sotto l’osservazione delle prof. Franchi e Longhi e del prof. Colavolpe, per ammirare la bellezza delle vere e proprie opere d’arte consistenti, appunto, nelle tombe dei personaggi più importanti della città.
Il ritrovo era fissato alle 8.30(ricordiamo che l’orario di un ritrovo è sempre alquanto relativo almeno per me che sono arrivato alle 8.35)al capolinea del 3 di Gratosoglio, il tempo di fare qualche chiacchiera e poi via, sul tram, ancora rimbambiti dalle ore di sonno arretrate, cercando conforto negli scomodi sedili “atiemmesi”. Arrivati a destinazione, c’è stato anche il tempo, per me e Visini, di rischiare la vita attraversando la strada mentre passava un tram; insomma, in qualche modo era destino che comunque al cimitero ci dovessimo andare!
Una volta entrati, il preparatissimo prof. Colavolpe ci ha illustrato il percorso culturale della mattinata, comprensivo di ben 60 tappe per altrettante tombe, ignaro del fatto che ci saremmo rifiutati di vederne anche solo la metà! così, tra un Manzoni di qua, un Quasimodo di là e un D’Azeglio da qualche parte indefinita (e mi ricordo di un Giuseppe Meazza grazie al buon Picone, che credo abbia fermato almeno 12 persone diverse per farlo notare – cosa non sa fare un interista), abbiamo girato praticamente tutto il cimitero (che a mio parere, date le dimensioni, può fare benissimo provincia). Il tutto accompagnato dalla temprante temperatura di 142 gradi sottozero e dalla sinfonia dei nostri brontolanti stomaci (o stomachi?!?!?!?), istigati diabolicamente dalle tombe delle famiglie Pasta, Farina e Bocconi. Per ravvivare (mai termine fu più efficace!) un po’ la situazione abbiamo anche lanciato un paio di turni di nascondino a squadre: la prima composta dal duo Borreca-Abbruzzi e la seconda dal sottoscritto, Visini, la Zaccaro e la Lucchini. La vittoria è andata a man bassa alla prima squadra, capace di estraniarsi dal gruppo per, credo, un paio d’ore tanto di cappello ai vincitori!
La visita intanto proseguiva ed ecco altre tombe di illustri, come il compianto Giorgio Gaber e il pittore Hayez, fino a quando la prof. Franchi ha esordito con un: “Ragazzi, noi rimaniamo ancora un po’ a vedere le tombe che mancano, voi, se volete, potete and…”. Non finì neanche la frase che tutti gli studenti erano già sul tram sulla via del ritorno, sognando un piatto fumante di carbonara sulla tavola a casa ad aspettarli.

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