Molti si limiterebbero a definirla semplicemente come un mezzo di comunicazione; altri come uno strumento di manifestazione della verità; altri ancora come espressione del pensiero. Ma Gorgia, sofista del VI secolo a.C., non sarebbe affatto d’accordo. Lui, che della parola è un grande esperto, afferma:
La parola è un gran dominatore che, pur dotato di corpo piccolissimo e invisibile, compie le opere più divine . Essa può far cessare il timore, togliere il dolore, dare una gioia, accrescere la compassione; sa ingannare e persuadere la mente. Chi la ascolta è invaso da un brivido, dal terrore, da una compassione che strappa le lacrime e da una struggente brama di dolore. Il fascino divino che suscita la parola è anche generatore di piacere e può liberare dal dolore. La forza dell’incantesimo, accompagnandosi all’opinione dell’anima, la seduce, persuade e trasforma per mezzo del suo incanto.
Quindi secondo Gorgia la parola è un’arma pericolosa, un’arte magica che incanta l’ascoltatore rendendolo suo schiavo; un mezzo potentissimo di persuasione, che agisce non mediante argomenti che convincono l’intelletto, ma in maniera inconscia, rendendo la consapevolezza di chi ne subisce il fascino nulla. Per lui la parola non è un mezzo di verità, cioè non serve per esprimere come stanno veramente le cose, ma è un tentativo di stimolare determinate emozioni e comportamenti: insomma è una sorta di “inganno”. E in fondo, come dargli torto? Chi non è stato mai sedotto da un discorso ben argomentato, coinvolgente, da belle parole che magari di per sé non han gran valore, ma dette nella maniera giusta sanno conquistare il tuo interesse?
Tuttavia, forse Gorgia esagera un po’, poiché crede che sia importante “solo” come si esprima un discorso e come lo si argomenti, cioè per lui il tutto assume valore rispetto alla sola abilità dell’oratore nel parlare, e non ha la ben che minima importanza il vero contenuto delle sue parole. Questo, nella realtà, non è del tutto vero, poiché per quanto un discorso possa essere affascinante, ipnotico ed elaborato, deve avere anche un minimo di credibilità per conquistare veramente. Ma comunque condivido pienamente l’idea che il linguaggio abbia una grande potenza e che debba essere maneggiato con molta cura, in quanto non è solo pericoloso per l’ascoltatore, ma anche per chi lo usa: è un’arma ingannatrice a doppio taglio.