“RONDE ROSSE” A ROZZANO – LETTERA APERTA AL SINDACO MASSIMO D’AVOLIO

Rozzano, 19 maggio 2008
Egregio Signor Sindaco,

Essendo “domiciliato per la carica” a Rozzano in via Guido Rossa presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Italo Calvino”, mi sento Rozzanese per adozione: anche perché a questa Città ho dedicato già ben diciotto anni della mia vita professionale, prima come docente e poi come capo di istituto. In quest’ultima funzione, ho impostato e mantengo un rapporto di leale e fattiva collaborazione con l’Amministrazione Comunale da Lei diretta, da cui ritengo che tanto la scuola quanto l’Amministrazione abbiano ricavato evidenti benefici.
Tuttavia, proprio perché leale, il rapporto deve anche essere franco e diretto.
Per questa ragione non posso mancare di esternare la perplessità e la costernazione che ho provato nel leggere sul settimanale “Panorama” l’articolo intitolato “Una notte di primavera con le ronde di sinistra”.
Mi ha profondamente rattristato vedere la Città, i suoi Amministratori e un Ufficiale di Polizia Locale sottoposti al sarcasmo di un giornalista che, già in partenza, non poteva non essere sospettato di tale intenzione. Le suggerisco quindi, Signor Sindaco, di liberarsi sollecitamente del Suo collaboratore che l’ha fatta cadere in questa trappola.
Non so cos’abbia pensato Lei nel rileggersi, dipinto come sceriffo, nelle descrizioni di “Panorama”: “42 anni ben portati dentro un giubbotto sportivo (�)” “Si capisce che la parte dello sceriffo democratico comincia a piacergli”. Assai peggio, ai miei occhi, ne esce il Suo Assessore accompagnatore Stefano Apuzzo che – racconta “Panorama” – scherza con colpevole leggerezza con i cappucci del Ku-Klux-Klan senza minimamente tenere presente la doverosa prudenza suggerita dal famoso detto popolare “Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi”. L’Assessore viene anche umoristicamente descritto nell’atto di apostrofare un Rumeno (dandogli del “tu”: perché agli stranieri non si dà mai del “lei”?) in dialetto napoletano, sulla base della presunzione di universalità di questo idioma. Nel quadro dell’inutile e rovinoso degrado d’immagine gratuitamente inflitto alla nostra “Rozzangeles”, non viene risparmiato dall’ironia del giornalista nemmeno l’incolpevole Vincenzo La Vecchia, descritto con “faccia e baffi da film poliziesco anni �70”. All’intento sarcastico del giornalista dà poi alimento la scarsa rilevanza delle operazioni di ordine pubblico poste in atto in quella notte brava: dieci Rumeni sloggiati da via Perseghetto, due famiglie accampate sotto un ponte allontanate fra l’abbaiar dei cani.
Nella mia fatica quotidiana, in cui, non diversamente da tanti altri docenti e presidi delle scuole di Rozzano, cerco di coniugare le politiche dell’accoglienza con la valorizzazione delle eccellenze che questo territorio sa esprimere, non mi sento certo sostenuto da un Sindaco e da un Assessore che del tutto impropriamente si improvvisano poliziotti e mettono in scena una scimmiottatura delle “ronde padane” (illudendosi che gli elettori preferiscano la brutta copia all’originale), esponendo al ridicolo una Città che disperatamente, con il faticoso lavoro quotidiano di molti, cerca di sottrarsi a una vecchia, negativa immagine stereotipata.
Restano fuori da questa mia lettera gli interrogativi di fondo, che meritano una discussione più ampia: per aumentare i livelli di sicurezza dei cittadini esistono veramente ricette semplici a portata di mano, come qualche interessato semplificatore vuol farci credere? E, se è vero che i problemi si risolvono solo con delle politiche di lungo respiro, perché ricorrere a inutili (anzi, dannose) operazioni di facciata? Quando saremo chiamati a farlo, sarà indifferente votare per l’uno o per l’altro, oppure continueremo ad avere la possibilità di scegliere fra chi semplifica artificiosamente problemi complessi e qualcun altro che, invece, si fa carico di questa complessità e sa tradurla in politiche credibili?

Cordialmente

Marco Parma

17 commenti su ““RONDE ROSSE” A ROZZANO – LETTERA APERTA AL SINDACO MASSIMO D’AVOLIO”

  1. Ora capisco il disegno del prof colavolpe.
    Come è possibile che un sindaco faccia queste cose???
    Ho cercato di rispondermi e sono giunto a una conclusione:
    vedendo il successo della lega e la disfatta della sinistra alle elezioni avrà pensato di imitare la linea difensiva padana per assicurarsi più voti alle prossime elezioni.
    E’ così che si difendono i propri ideali e i propri valori!!!!!

  2. Sottoscrivo dalla prima all’ultima parola. Ho solo qualche dubbio sull’ipotesi della trappola tesa da un infido giornalista, visto che il Sindaco, dopo avere letto il pezzo su Panorama, ha pensato bene di farne incetta e spedirlo in copia alle famiglie rozzanesi!

  3. Che squallore.
    Se penso a come mi incazzo ogni volta che si parla di Rozzano come una città incivile e ignorante e io in ogni modo cerco di difenderlo…
    Grazie Sindaco, e complimenti!

  4. Pubblicità peggiore a una città non poteva essere fatta.
    E’ vero, per il sindaco e il suo tirapiedi questa notte all’addiaccio è chiaramente stato motivo di vanto e orgoglio, tanto da pubblicare l’articolo sulla home page del comune di Rozzano.
    Va bene, io non sono di Rozzano, ma mi vergogno comunque! Insomma, la prima domanda che farei al sindaco è: Perché?
    Perché coprirsi di vergogna in questo modo? Perché “vendersi” alle ronde leghiste?
    Io non capisco, sono imbarazzato da un comportamento del genere.
    Credo che lei, signor sindaco, si sia comportato in una maniera presuntuosamente stupida.

  5. scusate io non so se voi abbiate capito bene cosa è successo : il sindaco si è limitato a partecipare ad una regolare operazione di polizia o carabinieri ( non ricordo bene ), i quali hanno agito non tanto come divertimento , ma in quanto questi rom occupavano ABUSIVAMENTE una fabbrica abbandonata. quindi il loro soggiorno era illegale. il fatto di agire di notte mi sembra evidente che è stato dato dal fatto che sarebbe stato più probabile trovare tutti i rumeni del gruppo. ora i motivi che hanno spinto il sindaco a partecipare o a mettersi in mostra è un’altra questione. l’operazione è stata secondo me più che giusta

  6. Al Professor Parma che stimo
    desidero far pervenire, oltre al suggerimento – spero non sgarbato e non sgradito- di sintonizzarsi meglio con la città e i cittadini, anche questa breve nota trasmessa al quotidiano “Il Manifesto” che ha dato una descrizione di Rozzano certamente più infamante di Panorama.

    Cordialmente,

    Stefano Apuzzo

    Lettere al Manifesto

    Rozzano non fa le ronde e soprattutto non fa azioni “contro i Rom”

    Cari Direttori,

    Vi prego di ospitare una breve risposta al colorito articolo di Luca Fazio, in terza pagina sul Manifesto del 16 maggio, dal titolo “Quando un verde va a caccia di Rom”.

    Fazio riporta, acriticamente, un articolo di un settimanale che ha pubblicato un titolo che non c’entra nulla con la realtà di Rozzano ed ha caricaturizzato, distorcendone tutti i passaggi, relativi ad un normale e consueto controllo da parte della Protezione Civile.
    Ciò che più mi ferisce e rammarica nell’articolo è che questo attacco, più personale che politico, provenga da un giornale che ho sempre ritenuto una delle ispirazioni della mia cultura politica.
    Evidentemente la fobia anti Rom e l’isteria securitaria che divampano nel “Bel Paese” hanno offuscato anche l’onestà intellettuale di alcuni giornalisti.
    Ritengo quindi eticamente doveroso precisare alcuni aspetti gratuitamente distorti, relativi alle politiche del Comune di Rozzano.
    Nella nostra città non si fanno nè “ronde”, né presidi paramilitari del territorio.
    E’ dal 2004, anno di insediamento dell’attuale Giunta, che chiedo alla Protezione Civile, di prevedere un servizio di controllo nei luoghi più isolati, con particolare attenzione ai parchi e nei pressi dei quartieri Aler (6 mila alloggi, corrispondenti al 40% della popolazione di Rozzano) al fine di prevenire danni alle persone, al patrimonio pubblico e all’ambiente.
    Le nostre azioni hanno l’obiettivo prioritario di garantire la convivenza e la vivibilità anche nei quartieri con situazioni sociali più difficili e di tutelare soprattutto chi vive in condizioni di marginalità e povertà (condizioni che non hanno né colore, né etnia).

    Vengo quindi ai fatti di cronaca riportati con clamore nell’articolo del settimanale.

    Alla presenza di alcuni giornalisti è capitato di rimuovere alcune condizioni di degrado, marginalità e occupazione abusiva dalla ex fabbrica pericolante Poclain (dove si era già intervenuti per tre volte su segnalazione di cittadini).
    Nei confronti di una famiglia erano state valutate dai servizi sociali ipotesi alternative e di assistenza, con particolari attenzioni nei confronti dei minori.
    Non sfugge a nessuno, spero, che per i bambini la condizione ideale non sia quella di dormire sotto i ponti, in baracche o in capannoni abbandonati pericolanti e pieni di topi. Per assicurare condizioni di vita migliori e decenti ai bambini (Rom e non), non sono sufficienti proclami ideologici o invettive. Servono fondi e servizi sociali che noi assicuriamo ogni giorno a centinaia di famiglie, senza alcuna distinzione di nazionalità, etnia o provenienza.
    Più volte, in precedenza, rispetto alla situazione specifica di una delle famiglie Rom, erano stati attivati i percorsi di tutela da parte dei Servizi Sociali.
    I tratti e le tinte folcloristiche del giornalista e della diretta dell’operazione, non hanno avuto nè i toni, nè i contenuti riportati (ad esempio “la giovane mamma che ora allatta per terra”). Agli occupanti è stato dato il tempo necessario affinchè lasciassero l’area, senza che fossero utilizzati i metodi squadristici descritti.

    Ci siamo attenuti a ripristinare le condizioni di sicurezza, a tutela prima di tutto delle stesse persone che occupavano una fabbrica abbandonata in condizioni di pericolo strutturale (persone che in questo Paese sono sempre più spesso vittime di aggressioni brutali).
    Ribadisco che nel monitoraggio istituzionale del territorio di Rozzano non c’è nulla nè di strano, nè di razzista, nè contro i Rom , nè che possa vagamente assomigliare alle Ronde padane (o non padane).
    La presenza delle istituzioni che garantiscono la sicurezza ai cittadini (soprattutto ai più deboli, donne, anziani, bambini e migranti), anche in maniera visibile, contribuisce ad evitare scenari da pogrom come quelli già visti a Opera e, ora, a Ponticelli.
    La nostra presenza istituzionale sul territorio non incentiva ma disincentiva le ronde di “cittadini”, la giustizia “fai da te” e gli squadrismi.
    Le politiche sociali, di accoglienza, di supporto ai migranti, messe in atto dal Comune di Rozzano, sono tra le eccellenze di tutta la Provincia di Milano (sostegno alla “Casa di Betania” per i profughi, Punto Immigrazione, minori e famiglie -anche Rom- a carico, consulta stranieri, attività di cooperazione con Paesi africani, sud americani e con la Palestina, etc.). La Protezione Civile di Rozzano, che oggi tutela il territorio comunale e coinvolta nell’operazione descritta dal settimanale, è la stessa che aiutò nell’allestimento delle tende del campo nomadi provvisorio di Opera, poi dato alle fiamme da estremisti di destra la notte di dicembre 2006.
    A Opera, dove ho rivestito a lungo il ruolo di consigliere comunale dei Verdi, non ho “sbraitato contro il campo Rom dato alle fiamme”, come calunniosamente scrive il giornalista, dietro suggerimenti evidentemente in malafede di qualche esponente locale di dubbia appartenenza politica.
    Dopo aver espresso dubbi e perplessità sull’intenzione del nostro Sindaco di Opera di cedere al ricatto della Prefettura, che prima sgomberò sotto Natale (2006) un campo abusivo a Milano (su un terreno di proprietà di Salvatore Ligresti) e poi impose di costruirlo a Opera, difendemmo in maniera coesa e vigorosa, quella scelta umanitaria (su 70 persone, la metà erano bambini).
    I Verdi a Opera e il sottoscritto in particolare, si esposero per mesi agli insulti ed alle minacce dei signori del “presidio anti Rom”, di naziskin e leghisti di ogni provenienza.
    Essere accusato, oggi, di “razzismo” o di capeggiare le “ronde” appare amaro, surreale e falso.
    Anche per rispetto alle associazioni con le quali lavoro e svolgo volontariato, da ProAfrica, ad Amici della Terra, dall’Unione Samaritani alle Ong africane e dei campi profughi palestinesi.

    Milano, 17 maggio 2008

    Stefano Apuzzo
    (Assessore alla Protezione Civile e alla Pace di Rozzano)

  7. Grazie della replica, Assessore Apuzzo: sono sinceramente lieto di sapere che le modalità dello sgombero non sono quelle descritte da”Panorama”. Penso che tutti i docenti e gli studenti che si erano allarmati, qui al “Calvino”, siano lieti quanto me nel venirlo a sapere: ma continuo a pensare che svolgere quelle operazioni in compagnia di giornalisti non sia stata una grande idea e che la nostra città non ne abbia tratto alcun guadagno. Anzi. Il suo suggerimento di ricercare una maggiore “sintonia” con la città e con i cittadini, non mi offende affatto ma non mi riguarda, perché in Rozzano ho compiti diversi da quelli di chi, con fatica quotidiana certamente superiore alla mia, svolge il non facile compito di amministrare la Città e deve periodicamente sottoporsi al giudizio degli elettori. Ringrazio molto dell’attenzione, delle precisazioni e ricambio le espressioni di stima.

  8. Complimenti al Preside per la lettera che condivido in pieno.
    Al sig. Apuzzo chiederei perchè si è tanto premurato di scrivere al manifesto per rettificare l’articolo e non ha fatto altrettanto con Panorama. Anzi, l’articolo di Panorama è stato anche pubblicizzato per bene sul sito del Comune, evidentemente
    condividendone il contenuto. E questo svela tutta l’operazione pubblicitaria per raccattare voti a destra. Ovviamente sulla pelle della povera gente.
    Complimenti!

  9. Come ex studente del calvino ho letto con piacere le parole del Preside Parma e mi unisco alle sue considerazioni in merito alla questione di questo triste episodio. Non credevo possibile che la nostra Città, già meta di flussi interni di migranti durante gli anni 70, si potesse dimostrare così cinica e arrogante nei confronti di Persone (perchè è questo che sono, prima di essere Rom o Immigrati o quant’altro) a cui manca tutto, ad eccezione – e per fortuna – della speranza. credo che esista un solco incolmabile tra l’accoglienza tanto declamata da diversi assessori della giunta e il blitz organizzato nottetempo per “ripristinare le condizioni di sicurezza prima di tutto delle persone”. ma d’altronde, questo atteggiamento xenofobo e garantista della sicurezza (ma di chi???) sembra ormai diventata una moda!
    PESSIMISMO E FASTIDIO

  10. A SEGUITO DEI NUOVI E GIUSTI MAGGIORI POTERI DA TRASFERISI AI SINDACI, ESSI, DOVRANNO GARANTIRE
    CON AUTOREVOLEZZA E FERMEZZA LA SICUREZZA DEI
    PROPRI CITTADINI, QUINDI, GIUSTIFICATI I MODI
    PER RAGGIUNGERE LO SCOPO.
    GIUSTI ANCHE GLI SMALTELLAMENTI DEI CAMPI ROM ABBUSIVI CON LE ESPULSIONI DI TUTTI I SOGGETTI RITENUTI INDESIDERATI SIANO ROM O NON.
    BENE ANCHE LE RONDE PADANE, COL SUO CONTRIBUTO POSSONO SOLO FARE DEL BENE, MA NON BASTA.
    I CITTADINI ONESTI SARANNO SEMPRE DALLA PARTE DEI SINDACI CHE SAPRANNO DISTINGUERSI, IN SPECIAL MODO SULLA SICUREZZA DELLA CITTA’ E SUL RIPULIRE QUESTA NOSTRA BELLA ROZZANO DAL DEGRADO IN GENERE.

  11. Egregi signori,
    quello che più fa rabbrividire è l’uso ipocrita e la strumentalizzazione di questo argomento tra gente della stessa coalizione. Il sig. Currò se aspira alla poltrona di sindaco non è certo grazie a queste sue incursioni che aiuterà la maggioranza a rimanere in vita con le prossime elezioni.
    Per quanto concerne la questione dei rom è inutile nascondersi sempre dietro all’ipocrisia dell’occasione. Tutti abbiamo pensato che per maggiore sicurezza bisogna mandar via coloro che compiono atti illeciti oltre che al patrimonio anche alle persone. Coloro che per vivere rubano, sparano, uccidono. quante volte agli incroci abbiamo pensato, che stress (per non dire di peggio) sti marocchini che ci lavano i vetri della macchina, oppure guardando le prostitute sui marciapiedi, ma perchè non se ne vanno a casa loro, oppure i rom in giro al mercato del sabato, ma non c’è mai un vigile per cacciarli via e il pensiero è …stanno rubando… teniamoci figli e borsetta attaccati a noi!!
    Quindi finiamola con questo perbenismo ipocrita a cui non ci crede nessuno se non ad aumentare il potere delle destre e tornando al discorso iniziale penso che il buon currò che non vale nulla sia come politico che come karateca, sia propio un franco tiratore della maggioranza in carica.

    cordialmente

    il vostro affezionato

    Giustiniano

  12. “..emarginazioni dovute a comportamenti desueti e diversi, dovute all’eredità di colture millenarie che certi popoli si portano dietro e a cui non hanno nessuna intenzione di rinunciare. è il caso del popolo Rom, quello che noi volgarmente chiamiamo zingari, prendendo a prestito il termite da Erodoto che li chiamava Zinganoi; diceva che era un popolo che veniva dal sudest asiatico, dall’India, parlavano una strana lingua, che poi si è scoperto essere il sanscrito. Facevano come mestiere, se mestiere lo si può considerare, quello del mago e dell’indovino. è quindi un popolo che gira il mondo da più di 2000 anni, afflitto o affetto da quella che gli psicologi chiamano dromomania, cioè la mania dello spostamento continuo, non fermarsi mai in un posto. è un popolo che, secondo me, meriterebbe per il fatto stesso che gira il mondo da circa 2000 anni senza armi, il premio nobel per la pace. Purtroppo i nostri storici – e non solo loro – preferiscono considerare i popoli non soltanto in quanto tali, ma in quanto organizzati in nazioni, se non addirittura in Stato. e si sa che i Rom non possedendo un territorio non possono considerarsi nè una nazione nè uno stato. Mi si dirà che gli zingari rubano, è vero, hanno rubato anche a casa mia; si accontentano dell’oro e delle palanche, l’argento ad esempio non lo toccano perchè porta male, lascia il nero, quindi vi accorgete subito se siete stati derubati dagli zingari. d’altra parte si difendono come possono, si sa bene che l’industria ha fatto chiudere diversi mercati artigianali, buona parte dei rom erano e sono ancora artigiani, lavoratori di metalli e in special modo del rame, addestratori di cavalli e giostrai, tutti mestieri che sono caduti in disuso. gli zingari rubano è vero, però io non ho mai sentito dire non ho mai visto scritto da nessuna parte che gli zingari abbiano rubato tramite banca, questo mi pare che si aun dato di fatto”

    Fabrizio de Andrè – Ed avevamo gli occhi troppo belli

    p.s. giustiniano: hai la testa zeppa di luoghi comuni che durano da 2000 anni. ma hai dimenticato che gli zingari rubano i bambini oltre ai soldi e che i cinesi mangiano li mangiano bolliti.. magari i primi li vendono ai secondi, ci avevi pensato?

  13. tutte queste accuse, insinuazioni, calunie nei confronti di chi sta operando non solo con parole o ideali ma con azioni concrete è oltremodo oltraggioso.
    Ognuno è bravo a criticare l’opera di persone come Stefano Apuzzo, che, nel suo piccolo sta tentando di risolvere un problema che riguarda tutti noi,ognuno sta dando del razzista a un movimento di sgombero, insinuando la creazione di ronde coprendo il lavoro di carabinieri e polizia, affermando che con questo sgombero i cittadini traggono cattivo esempio.
    Io, cittadino italiano provo davvero vergogna a leggere queste oscenità.

  14. Anch’io provo vergogna nel leggere queste oscenità. E Scrivo “calunnia” con due “n”, ma non calunnio nessuno. Mi sono bensì limitato, nella mia lettera aperta, a commentare un articolo comparso su “Panorama”, mai smentito né rettificato. Esiste ancora libertà di parola nella città di Rozzano? Può un povero preside dissentire sull’operato di un illustre Amministratore Locale?

  15. di certo correggere un errore di scrittura non la elogia, perchè la sua credenza di sminuire il mio sdegno verso di lei e verso tutti i commenti qui presenti con una correzione. E’ una vergogna la critica alle operazioni di sgombero dei rom e si ricordi che non si parla senza sapere la realtà dei fatti per poi scrivere commenti di apperenti scuse.
    Intendo criticare chi si oppone alle manovre anti-rom.

  16. @Fabio Colombo
    Di solito non uso gli errori grammaticali, lessicali ed ortografici come strumento critico: anche un ignorante può dire cose intelligenti. Lei, però, signor Colombo, non porta argomenti: soltanto invettive. E, soprattutto, dichiara, a chiare lettere, di non essere contro la delinquenza, da qualunque parte venga, ma anti-rom: se non è razzismo questo…

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