HO UN DUBBIO

Oggi assemblea al Politecnico. Si è parlato prima della legge 133 e poi delle manifestazioni che si volevano organizzare.
Ma io però non capisco una cosa.
Con la legge 133 il mio futuro è in bilico, anzi diciamo che è mooolto a rischio, e la proposta che mi viene fatta qual è?
Manifesta, oppure, occupa.
Ok, d’accordo ma…
Se manifesto o occupo, di certo non vi sarà il blocco della didattica: ovvero, i professori non smetteranno certo di spiegare per le manifestazioni, o occupazioni.
Sicuramente l’occupazione non la prendo nemmeno in considerazione, poiché illegale.
Per quanto riguarda la manifestazione ho un tremendo dubbio: sono sicuro di dover fare qualcosa per protestare contro questa legge che taglia tagia taglia, ma se proprio a causa di questa legge il mio futuro è in forse, perchè dovrei mettere anche il mio presente in forse?
Spiego meglio: faccio matematica (per le applicazioni) e se mi salto una lezione è un casino.
Quindi rischio di mettere a serio pericolo anche il mio presente universitario.
Inoltre quando un lavoratore sciopera per i propri diritti, non va al lavoro e quindi non viene pagato, ma non spende niente, mentre io ho pagato, a fatica, la prima retta dell’università e non me la sento di saltare delle lezioni quando c’ho messo tanto impegno a pagare la retta (ho un debito ancora aperto a riguardo).
Che fare?
Sono dubbioso…

3 commenti su “HO UN DUBBIO”

  1. heeeee caro zacca, il tuo problema è anche il mio, anche io non voglio perdere giorni di lezione ma purtroppo devo, certo che il prezzo che ho da pagare io e molto piu basso.
    io penso che se le manifestazioni fossero di pomeriggio sarebbe una gran bella cosa.
    purtroppo non ce una scelta giusta da prendere entrambi sono giuste ed entrambi sono sbagliate,
    la vera domanda è quanto sei disposto a pagare per poter far qualcosa per il tuo futuro?

  2. tutto nella vita è sacrificio e investimento, bisogna capire cosa conviene. Personalmente credo che per il futuro non solo tuo ma del tuo Paese sia giusto sacrificare una parte(che pure può essere considerevole) di tempo e denaro.
    Siccome il peso del sacrificio già lo conosci cerca di capire cosa lo controbilancia. nel tuo caso la vera domanda credo che sia: cosa comporta la legge 133 e la Gelmini?capito questo credo che saprai cosa fare. Quanto all’utilità: una mobilitazione enorme incide per forza sulle scelete di governo

  3. Amico mio, devi solo decidere di che male vuoi morire. Occupare o anche solo manifestare significa difendere l’esistente che, tanto nella scuola quanto nell’università, non è certamente esente da pecche, sprechi, clientelismi, assurdità, privilegi, sindacalismo deteriore. Il sistema formativo è allo sbando e ti posso assicurare che farlo funzionare quotidianamente è una fatica immane.
    Non fare niente significa lasciare che le cose seguano il loro corso, e rimettersi alla saggezza (?) del Gran Visir.
    La verità è che – destra o sinistra – la società e la politica sono nemiche dei giovani (e non è lecito meravigliarsene: siamo una nazione di vecchi: e, in proposito, prova a rileggere i libri di storia con gli occhiali del demografo! A quanti anni di età Napoleone è diventato generale? è forse casuale il fatto che i periodi di sviluppo sociale ed economico abbiano coinciso, nel corso della storia, con quelli di crescita demografica?); se il sistema formativo non funziona, non si trova di meglio che ridimensionarlo o addirittura distruggerlo, perché riformarlo è un’operazione quasi impossibile, come stanno a dimostrare le reazioni scomposte del mondo scolastico e accademico di fronte a qualsiasi tentativo di riforma. La scuola e l’università dicono sempre e comunque di no, qualunque cosa si proponga, nell’illusione che la società non possa fare a meno di loro. Per capire quanto sia illusoria questa convinzione, prova a leggere il racconto di Isaac Asimov intitolato “Chissà come si divertivano…”. Un mondo senza la scuola, quale è quello descritto in quel racconto degli anni ’60, è meno lontano dal realizzarsi di quanto non si creda. Agli uomini di quell’epoca (ripeto: non così lontana) le polemiche sul “maestro unico” o “prevalente” faranno sorridere!
    Ad ogni modo, da povero vecchio innamorato della scuola qual sono, spero di fare in tempo a togliere il mio personale disturbo al mondo prima che ciò succeda.

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