Soggettività delle forme

Siamo stati bendati e traportati per un viaggio durato qualche ora fino a un luogo di cui non conosciamo nulla. Veniamo lasciati in un una stanza della quale non sappiamo niente. Aiutandoci con il tatto cominciamo ad immaginare dove siamo finiti. Se pensassimo di vivere lì dentro per il resto della nostra vita riusciremmo ad orientarci perfettamente. Questo perchè dentro la nostra testa avremmo immaginato così bene il mondo intorno a noi da poterci orientare. Quante solo le probabilità di aver immaginato tutti lo stesso mondo? Una volta tolte le bende, ciascuno rimarrebbe sorpreso. Cosa ci garantisce di non essere stati uomini bendati per una vita intera? Chi ci garantisce di non vedere un mondo nostro e personalissimo? Il fatto che siamo tutti d’accordo? No. Anche nella stanza piena di uomini bendati tutti questi si capirebbero fra di loro.
Insomma, la luce che ci arriva potrebbe esserci soltanto utile per localizzare gli oggetti; il resto potrebbe essere frutto della nostra immaginazione. Questo non significa che il mio quadrato sia il tuo cerchio. Non sarebbe possibile perchè non riusciremmo a capirci. Significa che il mio quadrato non è il tuo quadrato. E’ diverso e non lo hai mai visto.

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