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Puro delirio in un’atmosfera chirchegardiana

Luca Cirio

Il prof. Paganini sta spiegando le teorie filosofiche (anche se per lui così tanto filosofiche non sono) di un certo Chirchegard cercando invano di attirare la nostra attenzione…bussano alla porta…entra Capra (nome d’arte di Federico Cavaliere, 4C, ovvero il secondo demente della scuola…ricordiamo che il primato di idiozia lo detiene il sottoscritto)…chiede alla classe se qualcuno ha per caso un PELAPATATE!!!!!
Simone, con fare tranquillo e pacato, estrae dalla sua cartella l’oggetto richiesto, manco fosse Meri Poppins o quel dislessico sputatore di Eta Beta: è il puro delirio!
10 minuti dopo il prof. sta ancora tentando di farci arrivare ai concetti del solito filosofo danese…il mio stomaco decide che è ora della pappa e, come allarme, lancia un’emissione di gas lungo la mia gola causando un fragoroso rumore che, nonostante i miei tentativi di soffocarlo, si rende riconoscibile alle orecchie di tutti (porco giuda, almeno le puzzette le puoi camuffare spostando la sedia!), anche del prof, che, clemente (forse solo perchè da quando ho iniziato a scrivere su questo blog gli sto particolarmente simpatico), mi perdona. Dopo le risate generali, ritorno a dormire sul banco con un occhio aperto.
Caro prof. Paganini, non so cosa abbia potuto pensare dopo tutto questo ma non si preoccupi, questo mondo, per fortuna (se no la scuola sarebbe una palla mortale), non è MATRIX, ma pura realtà!

Maledette olimpiadi!

Luca Cirio

Mercoledì, ore 8.15: assonnato e pieno di dolori alle ossa per colpa della mia abitudine ad addormentarmi sul divano (e vi assicuro che è veramente scomodo?ma, data la mia età biologica molto avanzata, capirete che la voglia di alzarsi per andare a letto non la troverò mai!) entro in ascensore schiacciando il solito bottone con un movimento automatico dettato dalla routine, riunisco una serie di sequenze di parole nel mio cervello (perché a quest’ora il vocabolo “pensare” non fa ancora parte del mio bagaglio culturale) del tipo: “Ora, filosofia, sonno, fame, poi altre 4 ore, uffa, casa, amatriciana, letto” e poi mi rassegno a passare un’altra giornata in quel manicomio che gli uomini di potere ci fanno credere sia una scuola. Procedo nel corridoio ed entro in classe?il prof. Paganini è già lì?e reca in mano uno strano mazzolin di fogli con su scritto “Olimpiadi di matematica”?e, sconsolato, urlo al mondo la mia disperazione con un:”Nooo, le olimpiadi di matematica, nooo!!!!”. Sono anni che provo del serio odio verso questa competizione, il cui unico scopo è farti sentire un puro demente incapace di risolvere dei problemi di matematica che viaggiano sul limite delle leggi fisiche. Vi faccio un esempio: “Andrea non ha fatto gli esercizi per casa e per punizione la maestra gli assegna come compito quello di scrivere sul quderno tutti i numeri compresi tra 1 e 2005, estremi inclusi (ogni numero deve essere scritto una sola volta). Quante volte Andrea dovrà scrivere la cifra 1?”.
Dico, ma siamo pazzi??? Il povero Andrea dov’è finito, in un lager? Tutti i numeri da 1 e 2005…ma è roba da spararsi! Oltre a disprezzare il sadismo di questa maestra, vorrei buttare l’occhio su quella inutile considerazione tra le parentesi “ogni numero deve essere scritto una volta sola”…cioè, posso capire che Andrea possa essere un ciula perchè non ha fatto i compiti, ma addirittura pensare che nella sua mente ci sia uno stadio così elevato di masochismo da fargli scrivere più volte inutilmente dei numeri mi sembra inconcepibile! Tutto quello che ho capito di questo problema è che 1) la soluzione si può raggiungere o facendo la fine di Andrea e contare tutti gli 1 che hai scritto (e il sottoscritto è stato così tonno da volerlo fare…vi farò sapere quando finirò…) o trovando una formula matematica capace di far tirare dentro la lingua a quel burlone di Einstein 2) la maestra deve avere un cugino che lavora o alla Bic o in una cartiera.
Vogliamo esaminare un altro problema? “Fabio ritrova un suo vecchio lucchetto a combinazione; il lucchetto è chiuso e per aprirlo bisogna allineare nell’ordine giusto tre cifre, ciascuna delle quali può variare da 1 a 9. Fabio non ricorda la combinazione corretta, ma è sicuro che la somma delle tre cifre sia 10. Quanti tentativi dovrà fare, al massimo, per trovare la combinazione corretta?”
Ragazzi, guardiamoci in faccia: uno che non ricorda una combinazione di 3 (neanche fossero tante) cifre, ma solo la loro somma non merita neanche di vivere! Come possiamo consentirgli di avere una famiglia e crescere dei figli? Non è ammissibile!
Ore 10.00: esco dalla classe in cerca di cibo ricordando a malapena come mi chiamo.
Maledette olimpiadi!!!

l’effetto devastante delle Olimpiadi della Matematica

Una piacevole sorpresa

Mercoledì 23 le classi del liceo stavano partecipando, come ormai ogni anno, alle “Olimpiadi matematiche”…in 5aC il clima era un pò confuso e non si capiva chi fosse realmente interessato;c’era chi preferiva ripassare per interrogazioni e verifiche che ci sarebbero state(sottolineo sarebbero!!!)nelle ore successive. Nulla però, avrebbe potuto evitare che Marco andasse a prendere il suo tradizionale caffè, accompagnato dagli altrettanto tradizionali tarallucci;e così fu!!quando Marco rientrò in classe aveva l’aria di uno che sa cose che altri non sanno e infatti non riuscì a trattenersi nel dire: “Fra tre minuti ci sarà una sorpresa”.
Marco ne dice di cose, tanto è vero che più o meno tutti rimasero indifferenti.
Esattamente dopo tre minuti sentimmo bussare alla porta e indovinate chi entrò? la professoressa Gritti…proprio lei!
La nostra felicità nel rivederla era espressa dai nostri volti!Nessuno sapeva cosa dire, non perchè non ci fossero cose da dire ma semplicemente perchè a noi,credo di rappresentare il pensiero di tutta la classe, bastava semplicemente rivederla. L’aspettavamo da settembre…tornerà a gennaio per l’inizio del 2?quadrimestre.
Per l’affetto che provo verso un’insegnante legata ad una materia centrale nei miei interessi e per la mia formazione di studente non mi resta che augurarle un buon ritorno perchè la 5aC l’aspetta!
Marilù

“Latinorum…latinorum…”

Marco Mordini e un'autoambulanza sullo sfondo

I vecchi latini, amati da qualcuno e odiati da molti studenti, usavano dire: “Studere, studere, post mortem quid valere?” (traduzione: “studiare, studiare, ma dopo la morte a cosa serve?”)
Come riuscire a trovare una risposta a questo quesito…??? E’ da considerarsi una delle tante domande esistenziali come quelle che pone Gigi Marzullo nelle sue trasmissioni??? Oppure e’ un interrogativo lecito ad ogni studente???
A voi le possibili interpretazioni…….
Una cosa è certa, Renzo Tramaglino direbbe: “…la smetta col suo latinorum…“!!!

Marco Mordini, (purtroppo) ex-quinta A Liceo Scientifico

E’ dura ragazzi

ciao ragazzi,
come va?
noi iniziamo il quinto e si spera l’ultimo anno in questo liceo e già la tensione e un po’ di paura si fanno sentire ma sono sicuro che passerà…
colgo l’occasione per augurare un ottimo e felice anno scolastico a tutti i miei compagni di classe e a tutti quelli che stanno frequentando la quinta…
auguro di cuore buon viaggio ai ragazzi che hanno iniziato recentemente la prima…
buona fortuna a tutti
ciao Alberto

ultimo anno

bella raga,
sta inziando l’ultimo anno scolastico…
dovrebbe essere l’anno del grande impegno, ma dopo 3 giorni la voglia è già finita!!!!

speriamo nella disposizione strategica dei banchi! io, luca (galmo), berto, simo!!! SPETTACOLO!!!!!
+ ke parlare di scommesse al punto snai e primine cozze nn si fà!
ieri abbiamo vinto 84 euro!

ci si becca…
ciao Fede!!

Lettera

Addì, Rozzano 6 Giugno 2005

Carissimi, Carissime,
apprenderete a breve della notizia triste (o non) del mio non passaggio alla classe V. Parlo solamente per me, così da non coinvolgere nessun altro, non citerò nemmeno chi ha deciso, con grandissima cecità, di rimandare all’anno prossimo il tutto.
In questi ultimi giorni passati in letizia e in meditazione filosofica ho capito di aver commesso il più brutto peccato che poteva commettere uno come me, maledetto perfino da Dante o da Sant’Agostino, ovvero “l’erudizione”.

l’erudizione
Ho cercato, durante l’intero corso degli studi che vanno da Settembre ’04 a fine Maggio ’05, di imparare tutto l’imparabile (ciò che si può imparare) e non lo si può negare, ma oltre a questo, ho cercato anche di tenerlo per me e solo per me. Per farvela breve, miei cari lettori, studiavo per piacere di imparare, non per ambire ad un voto e la resa scolastica ne ha risentito molto.
In più c’è da considerare che il mio quarto anno cominciava con due debiti formativi, e le date delle verifiche erano situate in un periodo molto leggero, privo di materie da studiare, perchè “chi mai si sognerebbe di mettere una verifica lo stesso giorno della prova del debito?”.

Un piccolo pensiero anche ai docenti
Mi fanno tuttora sorridere quelle persone che dicono “tu sai le cose, ma le sai sempre dopo. E’ come se ti svegliassi dopo…” non dico che abbiano torto, affatto, ma che considerino la situazione di ogni singolo individuo senza lasciarsi sopraffare dall’eccesso di generalizzazione.
Mi è dispiaciuto non far vedere a due persone in particolare di quanto fossi capace, soprattutto in due materie che considero moltissimo non a scuola, ma nella vita, soprattutto davanti a certe situazioni, ma quel che ho fatto ho fatto e non avrebbe senso negare cio che “è”.

Un pensiero ai 4 anni passati
Vi lascerò in mano del fato funesto, di due rappresentanti, mai capaci di essere risoluti, ma che per una classe V possono essere perlomeno non lontani dalla suff , ma se la Iabichella vi chiede tavole, non esitate a chiedere “aiuto” a me, fate pure, io sono in IV, ne ho di tempo da perdere…
Vi lascierò quasi certamente e non ne soffro, soffrirei di più a pensare di fallire l’intera matematica piuttosto che ripetere un anno per farla tutta e bene, sono cresciuto anche se non si vede e sarei più felice fermarmi qui e procrastinare di 365 giorni il cammino verso la maturità.
Vi voglio bene
fate buona maturità comunque
Vostro
Capra