Fine settimana, pane e poesia

il prof. Paganini

Sto viaggiando in auto verso il paese dove è nata mia moglie quando l’insegna di un piccolo negozio richiama la mia attenzione: “Il poeta panettiere”. L’ho vista, indifferente o con un po’ di sufficienza, per decine, forse centinaia, di volte. Ma oggi cattura la mia mente nel suo quieto gorgo. É bello pensare che il lavoro sia poesia; non soltanto labor, travaglio e fatica, ma poiesis, produzione e creazione. Mi sovviene, però, che il nostro panettiere è poeta perché accompagna il pane con poesie, spesso stampate sui sacchetti. E così, travolto dal delirio, mi immagino i suoi versi:

T’amo pia biova; e mite un sentimento
Di pace e sazietà al cor m’infondi
O che solenne come un nutrimento
Tu allieti i deschi liberi e giocondi.

O ancora

Spesso, o sfilatino, ti ho incontrato
Col bel prosciutto che ti invoglia
Con la lattuga fresca in foglia
Condita, unisce il dolce ed il salato

Per fortuna la fame mi strappa alla follia. Mi fermo a comperare il pane. Per questa volta farà rima con salame.

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