Yes, he can… yes, we can

Ebbene sembra proprio che la svolta sia alle porte. Il 20 gennaio, dopo il giuramento, Barack Hussein Obama II si avvicenderà a George W. Bush. Il mondo intero da oriente ad occidente festeggia per il neo eletto, una vittoria che mette tutti, o quasi, d’accordo. Sembra che sia proprio lui l’uomo chiave per il mondo intero. L’America ormai fa da scuola a tutti insegnando al mondo il vero significato di democrazia, meritocrazia, pace e modernità. Ha saputo dimostrare come solo il popolo sia sovrano nella scelta del suo leader. Leaders, che a differenza dei nostri, hanno dimostrato di competere al di fuori della demagogia, retorica e falsità per il bene del proprio Paese e non del proprio interesse. C’è da prendere esempio, soprattutto in uno Stato come l’Italia dove la classe politica basa il proprio valore sulla corruzione, arroganza e senso di impunità, questo a tutti i livelli amministrazione. Ovviamente salvo qualche politico. Dovremmo avere il coraggio di combattere per la riaffermazione dei veri valori e per la sovversione della nostra, ormai risaputa, gestione della politica. Ma per far questo dobbiamo dapprima comprendere come il vero cambiamento non sia portare al potere la destra o la sinistra, ma riuscire a superare in noi stessi e quindi nella cultura italiana la vecchia e retrograda ideologia partitica, la demagogia, l’arrivismo, l’egoismo, l’avidità. In modo da permettere a nuovi leaders una conduzione del Paese verso la modernità, l’etica, la morale ed il benessere del singolo e della collettività.

Leo Missi

8 commenti su “Yes, he can… yes, we can”

  1. sono contento per obama perchè un altro repubblicano ultracorrotto sarebbe stata la mazzata decisiva. Ho comunque delle riserve
    federico montanaro 4 ° F

  2. Le riserve dovrebbero averle tutti. Non si immagini che adesso che Obama è presidente finiscano le guerre in Iraq e Afghanistan, venga sventata la minaccia terrorismo, finisca la crisi finanziaria, l’Iran rinunci alla corsa alla nuclearizzazione…
    Obama è comunque il presidente degli USA, uno degli uomini con maggior potere del mondo, dovrà per forza effettuare delle scelte che probabilmente non sono quelle che ci aspettiamo.

  3. @ MR.PLUTONIO
    Non pensare che in tutto il mondo sia diffusa la “casareccia” politica che si fa nel nostro Paese. Intendo dire che se da noi è largamente diffusa l’abitudine di fingere un determinato atteggiamento, un attaccamento a valori condivisi e un’etica al fine di carpire il consenso popolare, per poi comportarsi in tutt’altro modo una volta ottenuta la poltrona, non si deve pensare che sia così ovunque. Aprite la mente e guardate oltre. Ovviamente con tutto questo non voglio dire che il 21 gennaio vivremo in un mondo senza guerre, senza crisi e senza idioti, ma credo che vi siano in Obama tutti i presupposti per avviare una fase di cambiamento che molti altri paesi, a partire dal nostro, dovrebbero imitare.

  4. Probabilmente mi hai frainteso: io non intendevo dire che ora Obama non farà ciò che ha promesso nel suo programma, niente di tutto questo. Ciò che volevo dire è che “da grandi poteri derivano grandi responsabilità” e quindi è inutile illudersi che avverà questo grande cambiamento, anche se qualcosa di certo cambierà

  5. Nessuno pùò dire oggi se Obama si troverà costretto a tutelare gli interessi delle lobby o riuscirà veramente a fare politica mettendo al centro il cittadino.
    E’ però inequivocabile il segnale di cambiamento che è riuscito a dare al mondo, a cominciare dai finanziamenti della campagna elettorale: il 47% delle donazioni è sotto i 200 euro.
    In questo video 30 secondi di dichiarazioni su questo fatto http://it.youtube.com/watch?v=QGNl4Hekoyc ….l’esatto opposto rispetto all’Italia

  6. il 47% delle donazioni è sotto i 200 euro

    Io dico il 5%, tiriamo ad indovinare o facciamo riferimento a dei dati precisi? Da dove salta fuori questa cifra?

    Comunque, secondo OpenSecrets.org, è vero che il 91% delle donazioni sono individuali. Tuttavia andando a raggruppare le singole donazioni di individui della stessa organizzazione, si può notare che fra i primi posti della lista compaiono i nomi di grandi banche e multinazionali. Questo non significa per forza che Obama riserverà loro un trattamento di favore, ma certamente da da pensare.

    É presto per esprimere giudizi di quaunque tipo.

  7. sicuramente l’elezione di Obama è una grande novità in tutti i sensi e ci sono tutti i presupposti perchè l’America faccia dei progressi e cambiamenti in positivo; ricordiamoci che quando l’America starnutisce, che ci piaccia o no, il resto del mondo starnutisce pure lui o ha già l’influenza, quindi è assolutamente auspicabile un presidente degli Stati Uniti competente e innovatore.
    Detto questo restiamo a vedere cosa succederà nei primi mesi del suo mandato, ma secondo me non è il caso di farsi troppe aspettative e mettere troppa pressione sulle spalle del giovane presidente, che è gia abbastanza impegnato nel cercare di concretizzare i punti della sua campagna elettorale anche senza sentire il mondo che si aspetta un risorgimento a partire da gennaio.
    Marco

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