Sempre meno giustizia

Questo articolo è presente nel Corriere della Sera del 31 Ottobre 2008

Intercettazioni a rischio Interviene il Guardasigilli
«Buco» da 300 milioni. Alfano convoca le società. La decisione dopo il debito evidenziato dal «Corriere» che si aggirerebbe intorno ai 300 milioni

ROMA – «Convocazione urgente», oggi alle 12 al ministero della Giustizia, per le tre società private che minacciano di bloccare gli apparati di ascolto per le intercettazioni telefoniche a partire dal 1? dicembre se lo Stato non salderà il debito di 140 milioni accumulato nell’ ultimo anno e mezzo. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha anche disposto che venga creata un’ «unità di monitoraggio» per le spese dovute alle intercettazioni e alle consulenze e ha annunciato il varo di una circolare indirizzata a tutte le procure con regole più stringenti per l’ omogeneizzazione dei criteri di spesa. Il buco denunciato dai responsabili delle tre società più importanti del settore – Research control systems, Area e Sio – è solo una parte del debito maturato per fatture non saldate dalla tesoreria per conto del ministero della Giustizia: così la cifra di 300 milioni – evidenziata ieri dal Corriere della Sera – non è lontana dalla realtà, confermano i tecnici di via Arenula. Il ministro ha voluto vedere i conti e, dopo aver disertato un convegno alla Luiss, ha convocato i capi dipartimento: in particolare dal responsabile del Dog (organizzazione giudiziaria), Luigi Birritteri, si è fatto guidare nella selva di diverse modalità contrattuali stipulate con le società private che affittano al ministero le apparecchiature per le intercettazioni. L’ ultimatum lanciato dalle tre società – che assicurano il 70 per cento delle prestazioni richieste dalle procure – arriva quando in commissione Giustizia della Camera sta per riprendere l’ iter del ddl Alfano che imporrà un nuovo giro di vite alle intercettazioni e alla pubblicazione degli atti giudiziari. In realtà, il disegno di legge sarebbe dovuto andare in aula il 27 ottobre ma è in forte ritardo a causa della coincidenza con la sessione di bilancio e perché il governo presto potrebbe presentare l’ emendamento che probabilmente limiterà la lista dei reati per i quali sarà possibile svolgere intercettazioni in futuro. D. Mart. 300 MILIONI DI EURO Il debito dello Stato italiano nei confronti delle società che realizzano le intercettazioni telefoniche

Martirano Dino

Penso che questo sia un fatto molto grave. Il nostro paese sta rischiando di non poter più usufruire delle intercettazioni telefoniche come mezzo per combattere la criminalità. Molti reati sono venuti alla luce proprio grazie ad esse, ne è un esempio la famosa “scalata ad Antonveneta”. Forse occorre rifletterci un po’ su…

Brunetta e i ricercatori come capitani di ventura

Il ministro Brunetta nei giorni scorsi ha detto che: ” I ricercatori sono un po’ capitani di ventura, stabilizzarli è un farli morire.”
Questa idea è ingenua e falsamente romantica e penso che lui lo sappia.

Un ricercatore come ad esempio uno che si occupi di scienza, per lavorare al meglio ha bisogno di fondi duraturi, un laboratorio attrezzato, della possibilità di avere dei collaboratori validi e infine che tutto ciò sia garantito per un tempo congruo in modo da portare a termine la sua ricerca. E se il ricercatore deve invece occuparsi di sopravvivere la ricerca ne viene ovviamente sacrificata.
Negli USA come in altri Stati vengono accolti i ricercatori italiani, perché? non vale l’inverso? per gli scienziati stranieri è quasi impossibile lavorare in Italia. Anzi dall’italia i ricercatori più bravi sono costretti ad andarsene. Uno studente che ora si iscrivi a matematica o fisica se vorrà continuare a fare ricerca non potrà che proseguirla all’estero.

a questo proposito segnalo l’articolo con un’intervista al ricercatore italiano che ha sviluppato l’algoritmo di ricerca alla base di google. “Guadagno meno, resto per tigna”

 

La scomparsa dei fatti

Nell’edizione serale di ieri, 1 Novembre 2008, il tg 5 ometteva nuovamente una notizia rilevante ma fastidiosa.In questa occasione non ha infatti reso noto che Licio Gelli, famoso capo della loggia massonica P2, condannato per il crac Ambrosiano e per depistaggi su stragi, sarà conduttore di un programma storico su Odeon nel quale figureranno altri persoaggi tutt’altro che integerrimi : Giulio Andreotti e Marcello Dell’Utri. Sottacendo un fatto di questo tipo i redattori si sono attenuti ai criteri giornalistici recentemente suggeriti dal Premier, “La tv deve cooperare con il governo per diffondere serenità” alterando ancora una volta la percezione della realtà di milioni di italiani. L’espisiodo si pone in rapporto di continuità con altre scoperte affliazioni alla P2 passate sotto silenzio: quella del nostro presidente del consiglio, quella del suo capogruppo Cicchitto, quella di Costanzo, Gervaso e Trecca (tutti conduttori di programmi in tv Mediaset). Inoltre è bene ricordare che in Italia questo tipo di epurazioni televisive rientrano nella quotidianità, e perciò segnalo ai lettori del blog alcune tra le più gravi degli ultimi giorni:

  • la decisione del governo di cedere a Europa 7 (le cui frequenze vengono tutt’ora occupate abusivamente da rete 4) le frequenze che sarebbero regolarmente impegnate da rai 1
  • il sequestro dell’inceneritore Marcegaglia per via delle sue emissioni inquinanti (nessuna delle grandi testate nazionali ha sfiorato l’argomento)
  • il rinnovo dell’appalto per le autostrade alla famiglia Benetton, autorizzata ad aumentare i pedaggi, la quale fin dall’89 incassa i proventi della società autostrade con spese relativamente irrisorie

altre delucidazioni su come le notizie in Italia siano solite essere manipolate o omesse potete trovarle nel seguente video http://it.youtube.com/watch?v=vkOjw89vLTc

Ma la politica è una cosa nobile e seria.

Leggendo, senza alcuna sistematicità, gli ultimi articoli e i vari commenti di questo e di altri blog, ci si imbatte spesso in esplicite manifestazioni di sfiducia nei confronti dei politici, di destra o di sinistra o di centro non importa: tutti accomunati nel disinteresse per il vero bene del paese, tutti impegnati nella salvaguardia di privilegi e “cadreghini”, tutti inseriti nel ben noto concetto di “casta”, introdotto da Tramaglio ed altri. E in questi giorni di tagli feroci alla scuola, di arroganza verbalmente violenta e mistificatrice da parte del governo e della “maggioranza” di centrodestra, di proteste anche accese e “forti” da parte di studenti ed apparentemente più “omologate” da parte della “minoranza” di centrosinistra, sembra proprio che “la politica sia una cosa sporca, corrotta, lontana dai problemi della gente, se non decisamente “contro” i cittadini, che spesso si sentono “sudditi” e vengono considerati tali.

Permettetemi di “uscire un po’ dal coro” sui politici e, soprattutto, sulla politica. Parto da una “battuta” non mia e già udita in questi mesi: senza i partiti, senza i politici e senza “la politica”, conosco solo la dittatura. E per quanto tale ipotesi (la “dittatura”) è forse più vicina – sia pure in modo “leggero” o mascherato – di quando si pensi (chi controlla l’informazione in tutti i suoi “media”, chi controlla l’economia e la finanza in quasi tutti i suoi settori, chi controlla il Parlamento e il Consiglio dei Ministri, chi ricorre costantemente alla “decretazione d’urgenza” e al “voto di fiducia”, chi riesce a far approvare leggi probabilmente incostituzionali per il proprio vantaggio… è una sola persona, che presiede il Governo), sono sicuro che vi siano ancora possibilità di partecipazione democratica e civile. Per come sono strutturate le democrazie europee, non vi sono reali alternative all’impegno nei Partiti, nelle Liste, nelle Associazioni. E’ l’unico modo – oltre “la piazza” (che però può manifstare dissenso e spesso riesce a scuotere coscienze e politici, ma non riesce ad articolare proposte, percorsi culturali e legislativi) – per tentare seriamente di incidere sulla realtà, dalla più piccola (il livello locale, circoscrizionale o comunale) alla più estesa e generale (quella nazionale). E’ necessario, allora, affermare una prudente (o parziale) verità: non tutti i politici sono “corrotti”, non tutti agiscono per il proprio tornaconto, non tutti si disinteressano del bene comune. E’ necessario affermare, ancora, una grande verità: la politica – ossia la “cura della città”, l’attenzione “concreta”, realistica, possibile alla vita dei cittadini e della famiglie – è una cosa indispensabile, nobile, seria e preziosa. E’ necessario esprimere un auspicio ricco di impegno e di responsabilita: ognuno di noi può (o potrà, in un futuro magari neanche lontano) tentare di “prendersi cura” degli altri, della società, facendosi “politico”, facendo politica “attiva”. La “politica”, si dice, è l’arte della ricerca del “punto di incontro” tra diverse visioni della vita e della società. E’ vero. Ma per raggiungere un “punto di incontro” – il migliore possibile – ci si deve parlare, ci si deve ascoltare, ci si deve rispettare, si deve credere nella forza del dialogo e della democrazia. Questo vale sicuramente e “in primis” per il Governo in carica, per chi elabora e approva le Leggi, per chi governa le Regioni, le Province, i Comuni… insomma: per chi ha responsabilità amministrative e di governo. Ma vale anche per ognuno di noi.

Credo che in questo periodo, sia più importante mettere l’accento sull’impegno del confronto, sull’arte dell’ascolto e della “com-passione” (soffrire insieme… e c’è parecchio da soffrire, in Italia – ma non solo – di questi tempi!), su ciò che unisce il più possibile, sulle possibili soluzioni condivise. E’ ancora (anzi: sempre di più) importante, ovviamente, affermare “identità” culturali, quadri “ideali” di riferimento, che motivano ed animano l’azione e l’impegno politico. Credo (potrei naturalmente sbagliarmi) che questo sia il tempo della ricerca di “soluzioni ragionevoli”, di rinuncia a battaglie “ideologiche” per la ricerca del “bene” di tutti, anche di chi “non la pensa come me”. La sofferenza del momento attuale è qualcosa che colpisce e coinvolge tutti. Solo l’uso della ragione – ispirata, certamente, ai valori della pace, della giustizia sociale, della libertà, della solidarietà – sopra ogni azione/reazione solo emotiva (l’emotività, la “passione” sono elementi di grande forza ed importanza, ineliminabili!), potrà condurci a compiere passi avanti. Purtroppo, è la mia considerazione personale, “questo” governo, “questi” politici blaterano in continuazione, rilasciano dichiarazioni che poi smentiscono qualche ora dopo, fanno della “fallace opinione” (spesso poco informata e poco “ispirata”) la loro regola politica, esprimono visioni violente e propongono (o impongono) soluzioni irrazionali. Come “la riforma” della scuola. Scusate la prolissità.
Pino

piazza navona la verità nascosta.

io mi chiedo come si possa essere persone tanto ottuse da credere all’articolo della repubblica.

adesso mettero dei link con dei video abbastanza espliciti.

http://it.youtube.com/watch?v=5wTeI_tatoY

?in questo video viene ipotizzato che uno del blocco è un poliziotto…in verità lui è un noto esponenente del gruppo…quindi stava solo parlando con le fdo….

http://it.youtube.com/watch?v=5TeUNgcl_YE

bhè credo sia chiaro cosa sia successo.

Qualche regola

correttezza e buona educazione

Niente insulti nei post e nei commenti.
Gli indirizzi di posta indicati nei commenti devono essere autentici.

ortografia

«Bhè», «bhé» e «bhe» non esistono. Il De Mauro riporta «beh» e «be’».
Anche «bhà» non esiste: si scrive «bah» (meno frequente «ba»).
Non si scrive «pò»: non è più moderno, è solo sbagliato. Bisogna scrivere «po’».

ciò che fingono di non capire

perché in ogni programma in tv continuo a sentir dire che le manifestazioni in atto sono strumento politico? perché continuo a sentir dire che la sinistra fomenta gli studenti? perché fingono di non capire che tutto ciò non ha colore politico, che chi manifesta non sta a guardare destra o sininstra? Non è così evidente o si bendano gli occhi da soli?

Ho sentito frasi del tipo: ora ci siamo noi al governo e decidiamo noi, tu hai governato anni fa ora governo io. L’opposizione (intendo anche quella popolare e non solo politica) non conta più niente oggi?

Meno male che Silvio c’è

si possono evitare i condannati in parlamento? il “popolo sovrano” è responsabile dell’elezione di questi pregiudicati? a che punto siamo con il ripristino del voto di preferenza?

30 ottobre 2008, Marco Travaglio

Il no del Cainano alla preferenza per le europee ha motivazioni alte e nobili: “Voglio che in Europa vada gente altamente qualificata e, nelle commissioni, professionisti di ogni materia. Solo scegliendo noi chi va in lista, siamo sicuri di una rappresentanza che difenda i nostri interessi”. A parte qualche imprecisione nell’uso dei pronomi (“scegliendo noi” al posto di “io”) e degli aggettivi (“nostri interessi” in luogo di “miei”), resta da capire il ruolo che Al Tappone riserva, nella nostra (anzi sua) democrazia, all’elettore. Se vuole avere a Bruxelles “gente qualificata”, basta candidare gente qualificata, poi i cittadini scelgono i migliori. Invece l’ami du peuple, quello che “il popolo sovrano”, “la gente è con noi”, “abbiamo preso i voti”, “siamo al 70%”, considera gli elettori un branco di decerebrati da tener lontani dalle decisioni, sennò votano gente sbagliata. Solo lui sceglie i “professionisti”. Infatti vuole la Carfagna, nota professionista, portavoce del governo. Ma è all’Europa che riserva i pezzi più pregiati della collezione. Commissario ai Trasporti: Antonio Tajani, un ex giornalista che di trasporti s’intende perché guida l’auto e prende l’aereo. Ex commissario alla Libertà e Giustizia: Rocco Buttiglione, purtroppo rimpatriato non appena aprì bocca. Anche le eurodeputate più qualificate le ha scelte lui: Iva Zanicchi ed Elisabetta Gardini. Dovreste vederle, nell’apposita commissione “Ok il prezzo è giusto”. Due così gli elettori non le avrebbero mai scelte. Meno male che c’è lui.