Catherine portavoce dei diritti delle donne

Nel Settecento, come anche nelle epoche precedenti, all’interno della famiglia il ruolo del marito era quello di fornire un riparo e provvedere al mantenimento della prole e della sposa.
L’uomo pagava le imposte e rappresentava la famiglia di fronte alla comunità. Il dominio della moglie restava invece sempre interno al nucleo domestico. Le donne dell’alta società erano le padrone della casa, dirigevano la servitù, e si occupavano delle proprietà di famiglia.
Il Settecento vide quindi, per quel che riguardava le classi agiate, un aumento della sfera di influenza delle padrone di casa, sulla gestione dei beni. Questo avvenne poiché era ritenuto che la dignità della moglie rappresentasse una conferma della posizione sociale del coniuge.
Anche nelle classi meno abbienti, come quelle dei fattori, il ruolo della moglie, nella famiglia, aumentò di importanza. In genere, però, per quanto l’opera di una moglie fosse ritenuta importante per la prosperità della famiglia, il suo lavoro non veniva mai valutato in termini economici.
Il Settecento vide anche l’incremento delle industrie familiari, e quindi del lavoro femminile all’interno della famiglia. In questo secolo, però, il crescente aumento della produzione, richiedeva anche lunghi ed ingenti spostamenti della forza lavoro maschile. Nei periodi di assenza del capofamiglia, erano le mogli ad occuparsi delle eventuali proprietà o attività familiari. Ma l’assenza dei mariti poteva anche durare per anni, in quei casi, le mogli potevano assumere la responsabilità dell’azienda.
Nel Settecento le giovani ragazze erano costrette dalla famiglia a sposarsi contro la propria volontà per far fronte alle difficoltà dovute a lutti o perdite. Un esempio fu il caso di Catherine Gent (1529), fanciulla che, sotto minaccia, approvò il fidanzamento con François Martin. Per celebrare le nozze mancava solo l’assenso definitivo di Catherine, ma non arrivò mai.
Il motivo per cui Catherine Gent subì tante pressioni è che la giovane aveva effettivamente la facoltà di rifiutarsi di sposare Martin. Questa libertà però era limitata dalla differente considerazione uomo-donna nell’ambito familiare, tuttavia la società europea in cui viveva Catherine, per quanto riguarda i diritti delle donne era molto più avanzata delle altre società e culture del tempo nel resto del mondo.

Sara Peruffo, Giulia Guzzo

2 commenti su “Catherine portavoce dei diritti delle donne”

    1. Grazie, abbiamo trovato anche noi questo argomento molto affascinante anche perchè tratta di argomenti facilmente riconducibili al giorno d’oggi 😀

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