La nuova faccia di Rozzano

Nell’area di Rozzano al di là del Naviglio a Sud di Milanofiori la società Brioschi Sviluppo Immobiliare seguirà con le consociate Camabo e Intrafin lo sviluppo del progetto Milanofiori Sud. Il progetto prevede una superficie lorda di pavimento di 300.000 mq su una superficie complessiva di 1.100.000 mq.

rappresentazione grafica del risultato finale del progetto

L’area interessata è altamente strategica: si trova a 8 km da Milano e nelle immediate vicinanze del casello della Milano-Genova e della tangenziale Ovest.
A detta dei costruttori, lo sviluppo verticale degli edifici progettati sarà in perfetta armonia con l’estensione orizzontale e ricca di verde. Quest’integrazione avverrà anche grazie all’utilizzo di materiale ecocompatibile. Il progetto consiste anche nella creazione di spazi di lavoro, ricerca e abitazione di grande qualità, vivibilità e design.
Il comparto di costruzioni di Milanofiori Sud è tra i principali futuri sviluppi urbani europei per le dimensioni, l’elevata architettura e la vivibilità del progetto.

http://www.brioschi.it/home.php

Lorenzo Farina e Tommaso Santagostino

MUSICA IN PRIMO PIANO AL CALVINO

Scrivo questo articolo per ringraziare l’Istituto Calvino per il suo impegno costante nel promuovere il talento musicale dei suoi alunni ed ex alunni. Quello che avviene da anni al concerto di Maggio mi tranquillizza perchè so che almeno una volta all’anno in una scuola superiore la musica viene trattata con dignità e rispetto, cosa che spesso non avviene in quest’Italia che è rimasta alla pizza e agli spaghetti, usando il mandolino come legna per il camino.
Complimenti agli Spitfire, il gruppo di Giuseppe Crinò: un rock aggressivo suonato con del sale in zucca. Ho notato del talento in Francesco Bertoli (spero di non sbagliare coi nomi….nel caso scusatemi, houna pessima memoria), ancora un po’ acerbo, ma in grado di far bene. Non ho potuto fare a meno di provare simpatia per il Gruppo Aspasia di Andrea Arienti, Andrea Di Paola e Jacopo Da Ronche. Non si può dire che la loro sia stata una bella esibizione, hanno anche scelto un pezzo molto difficile con cui confrontarsi come “Wish You Were Here”, ma trovo giusto che anche loro abbiano avuto il loro spazio, condannarli sarebbe come proibire ad un bambino di cantare perchè è stonato: una presunzione degna dell’inferno. State tranquilli ragazzi, probabilmente avete solo peccato nell’accelerare i tempi: continuate ad allenarvi in sala prove e arriveranno risultati sempre migliori giorno dopo giorno!
Brava Michela Biffi, che deve sempre lottare contro la sua “angoscia da palcoscenico” e ci ricorda ogni anno quant’è difficile mettersi in discussione anche se si è capaci!
Roberto Caselli poi si è di nuovo confermato come gran concertista di pianoforte, mi fa sempre arrabbiare perchè suona sempre appena dopo di me e mi fa sfigurare! Ma un giorno ti batterò, Roberto! ahahah
Quest’anno poi il Coro d’Istituto mi è piaciuto di più rispetto all’anno scorso…alcune new entry hanno veramente fatto la differenza!

Chiedo venia…non ho assistito all’esibizione successiva alla nostra…son dovuto uscire ad affogare la tensione nel tabagismo!

Comunque sia, direi che il TG5 avrebbe avuto un motivo più valido per venire questa sera…se non altro ci saremmo fatti riconoscere per qualcosa di meno fuffoso.
Grazie a tutti i membri del personale di servizio che si sono messi a disposizione dell’organizzazione del concerto, ma il solito immenso GRAZIE va al professor Pigni e alla professoressa Di Somma che probabilmente nella vita avrebbero anche di meglio da fare e usano molto del loro tempo perchè si riesca a portare sul palco uno spettacolo fatto bene.

Un consiglio per lei, signor Preside: perchè non moltiplicare il numero di questo tipo di serate durante l’anno? Dal teatro alla musica o anche danza, perchè no? In televisione spuntano come funghi le trasmissioni al riguardo, ma nella vita di tutti i giorni l’arte soccombe. Impegnamoci per diffondere un po’di cultura ed educazione all’arte. Meno i giovani stanno a contatto con l’arte, più sarà difficile in futuro trovare qualcuno in un pub o in un teatro che possa emozionarci suonando, cantando, recitando o ballando (e mi fermo o dovrei elencare troppe altre “razze” dell’arte).

Il nostro Istituto al Tg5!!

Ciao a tutti!!
Ho appena visto il servizio del Tg5 sul nostro Istituto e ne sono rimasta sorpresa, perché non ne sapevo niente fino a 5 minuti fa, ma nello stesso tempo amareggiata per l’argomento in questione: la solita e ridondante riforma sui “fannulloni” del ministro Brunetta.
Ero talmente emozionata nel vedere il mio Istituto al telegiornale, che non sono riuscita a capire quello che diceva il nostro preside Marco Parma, impeccabile come sempre, durante l’intervista!!
Credo di aver percepito solo che molte bidelle si sono assentate per un lungo periodo di tempo per evitare le pulizie esterne (più che necessarie a parer mio) dell’Italo Calvino.
Non sono, in ogni caso, molto sicura di quello che ho appena detto.
Sono ben accetti, se possibile, chiarimenti a riguardo.
Grazie, spero riusciate a vederlo tutti voi,
ciao!!
Ciao a tutti!

Tesine per l’esame e powerpoint

«Prof, per la tesina sto preparando una presentazione con Powerpoint» annuncia festante la signorina Frangi. «É una buona idea? Vuole vederla?»
Non faccio in tempo a rispondere: altre richieste in arrivo.
«Le vedrò volentieri. Cominciamo a guardarne una insieme».
Riusciamo a vederne più di una. Per molti argomenti non saprei che cosa dire, ma non importa. Da me vogliono un parere tecnico: hanno usato bene Powerpoint?
Il primo e più evidente difetto delle presentazioni è il contrasto tra testo e sfondo.
Chiedo a Schweiger di leggere. Non riesce. Le ragazze lo guardano come se scherzasse.
Non scherza: è daltonico. Ora sono tutti attenti. «Non c’è solo il daltonismo – spiego – Un buon contrasto tra testo e sfondo è di aiuto per tutti».
Per valutare se il contrasto è sufficiente può bastare il buon senso. Ma, per i più pignoli, suggerisco alcuni metodi di controllo.

Tutto a posto?
Non è così semplice. Bisogna usare caratteri facili da leggere: poco maiuscolo, poco corsivo, non cambiare continuamente colore, non cambiare continuamente carattere, non usare il giustificato, eliminare sottolineature o, peggio ombreggiature, non usare caratteri troppo piccoli, preferire i caratteri sans serif come il Verdana. Se usate un elenco puntato (con moderazione, mi raccomando) fate comparire un punto alla volta.
«Che cosa vuol dire sans serif?»
Faccio vedere Verdana e Times New Roman, Arial e Garamond. Capiscono.
«Perché non va bene il giustificato?»
Anche qui basta far vedere lo sgradevole risultato. «E poi – aggiungo – una presentazione può essere trasformata in una pagina web. Il giustificato può lasciare grossi spazi vuoti che rendono la lettura più difficile per gli ipovedenti».
«Perché un punto alla volta?»
«Perché altrimenti, invece di ascoltarvi, leggono».

«Abbiamo capito, grazie».
«No, ragazzi, non basta ancora».
«?»
«Nel vostro lavoro c’è troppo testo. La tentazione di leggere sarà fortissima ed otterrete tre effetti negativi».
«Quali?»
«Darete l’impressione di usare la presentazione perché non conoscete bene l’argomento. Darete lo stesso messaggio con due mezzi diversi e l’occhio del lettore sarà più veloce del suo orecchio. Sarete i servi della presentazione.
L’esame, ormai lo sanno tutti, prevale sul curricolo. Più di metà della commissione non vi conosce. Avete a disposizione un quarto d’ora tutto vostro. Dovete brillare, dovete stupire, dovete emozionare. Alla fine della vostra presentazione, i commissari devono ammirarvi e pensare di aver imparato qualcosa».
«E come possiamo fare?»
«Poco testo: il testo deve essere al vostro servizio, non voi al suo. Titoli efficaci: devono comunicare subito l’essenziale. Parole chiave in grassetto. Immagini significative. Niente clipart.
Siate semplici, credibili, emozionanti. Voi, non gli effetti speciali. Quelli usateli il meno possibile, solo per sottolineare qualcosa di veramente importante».

Riaprono i navigli a Milano!

La riapertura dei navigli milanesi sarà una delle grandi innovazioni della città in occasione dell’Expo 2015.

I 2 obiettivi principali del progetto sono:

  • 100km di via d’acqua navigabile, per piccole imbarcazioni (canoe soprattutto),centrata sull’area Expo
  • Un parco di oltre 100km, con piste ciclabili e nuove aree verdi, che collegheranno tutti i parchi intorno a Milano.

Pro…

  • Il progetto garantirà acqua pulita per laghi e fontane Expo.
  • Verranno riqualificate aree ed opere degradate.
  • Ci sarà un miglioramento della rete di irrigazione che permetterà una maggior portata d’acqua per le zone agricole del sud di Milano, oggi penalizzate dall’urbanizzazione.
  • La realizzazione di questo progetto è un’occasione unica per riordinare la rete milanese e lombarda, fortemente lesionata negli ultimi 70 anni.
  • L’opera sarà realizzata in tempi brevi perché basata su infrastrutture in gran parte già esistenti.
  • sarà un’occasione per valorizzare il patrimonio idraulico, agricolo, energetico, storico e culturale lombardo.

…e contro

  • Ma la riapertura dei navigli ripresenterà gli stessi problemi igenico-urbanistici, per i quali erano stati chiusi negli anni ’30.
  • I lavori causeranno molti disagi per lo spostamento di cittadini e lavoratori.
  • L’opera causerà problemi d’instabilità a vecchi edifici adiacenti ai navigli, comportando così l’investimento di ulteriore denaro.
  • Il progetto comporterà un costo piuttosto alto, considerando che è uno dei tanti progetti previsti per l’Expo 2015.

É veramente necessaria la riapertura dei navigli? Se negli anni ’30 sono stati chiusi deve esserci stato un motivo. Anche se Milano vuole mostrarsi nel migliore dei modi in occasione dell’Expo, sarebbe opportuno che pensasse di più alla qualità che alla quantità! In generale i lavori per l’Expo hanno impiegato già molto denaro, pertanto credo che il progetto dei navigli si possa evitare, e magari investire in altre vie di comunicazione, che non hanno bisogno di una ristrutturazione ma soltanto di una manutenzione, risparmiando denaro utile per altre iniziative. Inoltre la manutenzione di vie di comunicazione già esistenti gioverebbe non solo all’Expo, ma soprattutto ai cittadini milanesi; dato che Milano, dopo l’Expo, non si fermerà!

Ecco alcune cifre:

Opera da ristrutturarespesa in euro
Diramatore di Parabiago4.200.000
Derivatore Valle Olona14.900.000
Derivatore di Garbagnate5.700.000
Ramo Olona del C.S.N.O.7.000.000
Ramo Seveso del C.S.N.O. 22.000.000
Area Fiera Rho Deviatore Olona9.100.000
Deviatore Olona: Vighignolo–Quinto Romano14.100.000
Deviatore Olona: Quinto Romano-via Friuli17.000.000
Deviatore Olona: via Friuli-Naviglio Grande21.700.000
Naviglio Grande-Naviglio Pavese12.500.000
Ristrutturazione Dighe del Panperduto7.500.000
Rifacimento fondo Villoresi20.000.000
Totale importo interventi idraulici131.000.000

Elisa Losito e Davide Iannone

22 maggio

Ciao ragazzi!

Il 22 Maggio, dalle ore 14.30 alle 16.30 in Auditorium si terrà il seminario sulla Pace e sulla Non-Violenza, gestito da Lorenzo e Caterina, i due ragazzi che durante l’assemblea d’Istituto del mese scorso ci avevano parlato della Marcia Mondiale.

lab_nonviolenza

Siete ovviamente tutti invitati e non lasciatevi ingannare dal titolo, sarà una cosa bella, divertente, utile e molto costruttiva!

1881: l’Expo di Milano. Nasce l’Italia industriale

Esattamente 128 anni fa veniva inaugurato l’Expo Nazionale di Milano.
Il 5 maggio del 1881 il re Umberto I e la regina, da soli tre anni al trono, parteciparono all’inaugurazione della prima grande fiera di Milano: un avvenimento che segnò per l’Italia una nuova epoca.
Gli italiani erano in tutto circa 20 milioni, di cui il 60% analfabeti. Vaste erano le sacche di povertà, ma il progresso sembrava bussare alle porte: la nazione aveva bisogno di un’esposizione per valorizzare le sue potenzialità economiche.
La mostra rimase aperta per sei mesi e visitatori superarono il milione, con punte di 25000 ingressi al giorno. L’Italia era uno Stato indipendente da soli vent’anni e non aveva ancora completato la sua unità. La grande fiera di Milano fu un miracolo economico per la giovane nazione.

Gli espositori del nucleo centrale della fiera, dedicato all’industria, furono in totale 7000, soprattutto lombardi.
Moltissimi furono gli stand dedicati alla giovane industria delle macchine. I visitatori poterono ammirare il gigantesco stand della ditta Elvetica, futura Breda, che produceva grandi macchine utensili.
Il settore chimico stava facendo i primi passi, ma a Milano esposero già i loro prodotti la Carlo Erba e la Pirelli, che produceva al momento un nuovo materiale, il caucciù.
Würher, Poretti e Metzger presentavano le diverse lavorazioni della birra; Branca, Bisleri e Buton offrivano amari e digestivi.
Un enorme reparto era riservato alle pregiate confezioni tessili della Fratelli Bocconi. Frette e Borsalino offrivano abbigliamento di lusso.
L’Italia si avviava sulla strada dell’industrializzazione, ma con evidenti punti deboli:

  • la carenza di fonti d’energia e di materie prime
  • mancavano imprese di grandi dimensioni.

L’inaugurazione dell’Expo milanese non si concentrò solo nella zona fieristica della città, ma fu vissuta con grande euforia anche per le strade di Milano. Il Teatro alla Scala, la sera del 6 maggio, mise in scena il Ballo Excelsior, al cospetto del re e della regina, mentre il 25 maggio debuttò la nuova versione del Mefistofele di Boito.
Vennero organizzate mostre d’arte e lotterie.

Molti furono i commenti positivi sull’Expo di quell’anno. Il Gazzettino Rosa lo definì “la grande festa del lavoro italiano”.
Le critiche riguardarono soltanto aspetti marginali:

  • la forma a pagoda dei padiglioni
  • la vicinanza tra lo stand alimentare e quello dei profumi esotici: immaginate il miscuglio di odori.

In ogni caso Milano venne incoronata “capitale economica” d’Italia. Un ruolo che non avrebbe più abbandonato.

Veduta dell’Esposizione, 1881