Tesine per l’esame e powerpoint

«Prof, per la tesina sto preparando una presentazione con Powerpoint» annuncia festante la signorina Frangi. «É una buona idea? Vuole vederla?»
Non faccio in tempo a rispondere: altre richieste in arrivo.
«Le vedrò volentieri. Cominciamo a guardarne una insieme».
Riusciamo a vederne più di una. Per molti argomenti non saprei che cosa dire, ma non importa. Da me vogliono un parere tecnico: hanno usato bene Powerpoint?
Il primo e più evidente difetto delle presentazioni è il contrasto tra testo e sfondo.
Chiedo a Schweiger di leggere. Non riesce. Le ragazze lo guardano come se scherzasse.
Non scherza: è daltonico. Ora sono tutti attenti. «Non c’è solo il daltonismo – spiego – Un buon contrasto tra testo e sfondo è di aiuto per tutti».
Per valutare se il contrasto è sufficiente può bastare il buon senso. Ma, per i più pignoli, suggerisco alcuni metodi di controllo.

Tutto a posto?
Non è così semplice. Bisogna usare caratteri facili da leggere: poco maiuscolo, poco corsivo, non cambiare continuamente colore, non cambiare continuamente carattere, non usare il giustificato, eliminare sottolineature o, peggio ombreggiature, non usare caratteri troppo piccoli, preferire i caratteri sans serif come il Verdana. Se usate un elenco puntato (con moderazione, mi raccomando) fate comparire un punto alla volta.
«Che cosa vuol dire sans serif?»
Faccio vedere Verdana e Times New Roman, Arial e Garamond. Capiscono.
«Perché non va bene il giustificato?»
Anche qui basta far vedere lo sgradevole risultato. «E poi – aggiungo – una presentazione può essere trasformata in una pagina web. Il giustificato può lasciare grossi spazi vuoti che rendono la lettura più difficile per gli ipovedenti».
«Perché un punto alla volta?»
«Perché altrimenti, invece di ascoltarvi, leggono».

«Abbiamo capito, grazie».
«No, ragazzi, non basta ancora».
«?»
«Nel vostro lavoro c’è troppo testo. La tentazione di leggere sarà fortissima ed otterrete tre effetti negativi».
«Quali?»
«Darete l’impressione di usare la presentazione perché non conoscete bene l’argomento. Darete lo stesso messaggio con due mezzi diversi e l’occhio del lettore sarà più veloce del suo orecchio. Sarete i servi della presentazione.
L’esame, ormai lo sanno tutti, prevale sul curricolo. Più di metà della commissione non vi conosce. Avete a disposizione un quarto d’ora tutto vostro. Dovete brillare, dovete stupire, dovete emozionare. Alla fine della vostra presentazione, i commissari devono ammirarvi e pensare di aver imparato qualcosa».
«E come possiamo fare?»
«Poco testo: il testo deve essere al vostro servizio, non voi al suo. Titoli efficaci: devono comunicare subito l’essenziale. Parole chiave in grassetto. Immagini significative. Niente clipart.
Siate semplici, credibili, emozionanti. Voi, non gli effetti speciali. Quelli usateli il meno possibile, solo per sottolineare qualcosa di veramente importante».

Riaprono i navigli a Milano!

La riapertura dei navigli milanesi sarà una delle grandi innovazioni della città in occasione dell’Expo 2015.

I 2 obiettivi principali del progetto sono:

  • 100km di via d’acqua navigabile, per piccole imbarcazioni (canoe soprattutto),centrata sull’area Expo
  • Un parco di oltre 100km, con piste ciclabili e nuove aree verdi, che collegheranno tutti i parchi intorno a Milano.

Pro…

  • Il progetto garantirà acqua pulita per laghi e fontane Expo.
  • Verranno riqualificate aree ed opere degradate.
  • Ci sarà un miglioramento della rete di irrigazione che permetterà una maggior portata d’acqua per le zone agricole del sud di Milano, oggi penalizzate dall’urbanizzazione.
  • La realizzazione di questo progetto è un’occasione unica per riordinare la rete milanese e lombarda, fortemente lesionata negli ultimi 70 anni.
  • L’opera sarà realizzata in tempi brevi perché basata su infrastrutture in gran parte già esistenti.
  • sarà un’occasione per valorizzare il patrimonio idraulico, agricolo, energetico, storico e culturale lombardo.

…e contro

  • Ma la riapertura dei navigli ripresenterà gli stessi problemi igenico-urbanistici, per i quali erano stati chiusi negli anni ’30.
  • I lavori causeranno molti disagi per lo spostamento di cittadini e lavoratori.
  • L’opera causerà problemi d’instabilità a vecchi edifici adiacenti ai navigli, comportando così l’investimento di ulteriore denaro.
  • Il progetto comporterà un costo piuttosto alto, considerando che è uno dei tanti progetti previsti per l’Expo 2015.

É veramente necessaria la riapertura dei navigli? Se negli anni ’30 sono stati chiusi deve esserci stato un motivo. Anche se Milano vuole mostrarsi nel migliore dei modi in occasione dell’Expo, sarebbe opportuno che pensasse di più alla qualità che alla quantità! In generale i lavori per l’Expo hanno impiegato già molto denaro, pertanto credo che il progetto dei navigli si possa evitare, e magari investire in altre vie di comunicazione, che non hanno bisogno di una ristrutturazione ma soltanto di una manutenzione, risparmiando denaro utile per altre iniziative. Inoltre la manutenzione di vie di comunicazione già esistenti gioverebbe non solo all’Expo, ma soprattutto ai cittadini milanesi; dato che Milano, dopo l’Expo, non si fermerà!

Ecco alcune cifre:

Opera da ristrutturarespesa in euro
Diramatore di Parabiago4.200.000
Derivatore Valle Olona14.900.000
Derivatore di Garbagnate5.700.000
Ramo Olona del C.S.N.O.7.000.000
Ramo Seveso del C.S.N.O. 22.000.000
Area Fiera Rho Deviatore Olona9.100.000
Deviatore Olona: Vighignolo–Quinto Romano14.100.000
Deviatore Olona: Quinto Romano-via Friuli17.000.000
Deviatore Olona: via Friuli-Naviglio Grande21.700.000
Naviglio Grande-Naviglio Pavese12.500.000
Ristrutturazione Dighe del Panperduto7.500.000
Rifacimento fondo Villoresi20.000.000
Totale importo interventi idraulici131.000.000

Elisa Losito e Davide Iannone

22 maggio

Ciao ragazzi!

Il 22 Maggio, dalle ore 14.30 alle 16.30 in Auditorium si terrà il seminario sulla Pace e sulla Non-Violenza, gestito da Lorenzo e Caterina, i due ragazzi che durante l’assemblea d’Istituto del mese scorso ci avevano parlato della Marcia Mondiale.

lab_nonviolenza

Siete ovviamente tutti invitati e non lasciatevi ingannare dal titolo, sarà una cosa bella, divertente, utile e molto costruttiva!

1881: l’Expo di Milano. Nasce l’Italia industriale

Esattamente 128 anni fa veniva inaugurato l’Expo Nazionale di Milano.
Il 5 maggio del 1881 il re Umberto I e la regina, da soli tre anni al trono, parteciparono all’inaugurazione della prima grande fiera di Milano: un avvenimento che segnò per l’Italia una nuova epoca.
Gli italiani erano in tutto circa 20 milioni, di cui il 60% analfabeti. Vaste erano le sacche di povertà, ma il progresso sembrava bussare alle porte: la nazione aveva bisogno di un’esposizione per valorizzare le sue potenzialità economiche.
La mostra rimase aperta per sei mesi e visitatori superarono il milione, con punte di 25000 ingressi al giorno. L’Italia era uno Stato indipendente da soli vent’anni e non aveva ancora completato la sua unità. La grande fiera di Milano fu un miracolo economico per la giovane nazione.

Gli espositori del nucleo centrale della fiera, dedicato all’industria, furono in totale 7000, soprattutto lombardi.
Moltissimi furono gli stand dedicati alla giovane industria delle macchine. I visitatori poterono ammirare il gigantesco stand della ditta Elvetica, futura Breda, che produceva grandi macchine utensili.
Il settore chimico stava facendo i primi passi, ma a Milano esposero già i loro prodotti la Carlo Erba e la Pirelli, che produceva al momento un nuovo materiale, il caucciù.
Würher, Poretti e Metzger presentavano le diverse lavorazioni della birra; Branca, Bisleri e Buton offrivano amari e digestivi.
Un enorme reparto era riservato alle pregiate confezioni tessili della Fratelli Bocconi. Frette e Borsalino offrivano abbigliamento di lusso.
L’Italia si avviava sulla strada dell’industrializzazione, ma con evidenti punti deboli:

  • la carenza di fonti d’energia e di materie prime
  • mancavano imprese di grandi dimensioni.

L’inaugurazione dell’Expo milanese non si concentrò solo nella zona fieristica della città, ma fu vissuta con grande euforia anche per le strade di Milano. Il Teatro alla Scala, la sera del 6 maggio, mise in scena il Ballo Excelsior, al cospetto del re e della regina, mentre il 25 maggio debuttò la nuova versione del Mefistofele di Boito.
Vennero organizzate mostre d’arte e lotterie.

Molti furono i commenti positivi sull’Expo di quell’anno. Il Gazzettino Rosa lo definì “la grande festa del lavoro italiano”.
Le critiche riguardarono soltanto aspetti marginali:

  • la forma a pagoda dei padiglioni
  • la vicinanza tra lo stand alimentare e quello dei profumi esotici: immaginate il miscuglio di odori.

In ogni caso Milano venne incoronata “capitale economica” d’Italia. Un ruolo che non avrebbe più abbandonato.

Veduta dell’Esposizione, 1881

ANCORA GLI INCENERITORI (O TERMOVALORIZZATORI, MAH…)

Volevo riproporre un problema a me molto caro riguardante gli inceneritori (o, ma non si può usare, termovalorizzatori). Come avete tutti potuto leggere nella seconda pagina del giornaletto scolastico vi era un duro attacco all’utilizzo di questa tecnologia. In un precedente articolo avevo chiesto all’autore di fornirmi le fonti su cui si era informato. La risposta è stata di cercarmele. Quindi neanche l’autore sa dove ha preso quelle informazioni, per conto mio può averle anche inventate. Ritengo che base per un giornalismo d’accusa sia l’avere ottime fonti (non Greenpeace su questioni mediche) di cui si può subito dimostrare la veridicità. Capisco non averle messe sull’articolo ma quando qualcuno le chiede almeno saperle citare.

Inoltre vorrei fare un piccolo appunto soprattutto sulla questione riguardante le emissioni e le possibile malattie provocate da queste. Nell’articolo vi era un parte molto inquietante che cito testualmente: “Si deduce abbastanza facilmente che queste tossine portano a gravi conseguenze per la salute, le malattie che causano sono le seguenti: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Nelle zone adiacenti agli inceneritori c’è un aumento di queste malattie dal 6% al 20%”. Mamma mia cosa è, manca solo la peste bubbonica, il tifo e l’influenza suina. Andiamo calmi con le accuse, le ricerche, che si sono fatte, non hanno ancora dato risultati certi, ciò perché sono in contrasto tra di loro. É vero che vi sono ricerche che sottolineano l’inquinamento e le malattie provocate dagli impianti, ma ve ne sono altre che le smentiscono. Vorrei fare solo un paio di esempi.

  • Un lavoro giapponese del 2005 ha tentato di mettere in relazione le diossine presenti nel latte materno con la distanza dagli inceneritori. Le conclusioni sono state che (nei limiti e nell’estensione dello studio) «I livelli di diossine nel latte materno non hanno mostrato apparente correlazione con le distanze tra il domicilio delle madri e gli inceneritori di rifiuti». (Tajimi M et al. Correlation coefficients between the dioxin levels in mother’s milk and the distances to the nearest waste incinerator which was the largest source of dioxins from each mother’s place of residence in Tokyo. Chemosphere, Japan, 2005 Dec)

  • Uno studio effettuato in Gran Bretagna, con lo scopo di valutare l’incidenza di varie tipologie di cancro in una popolazione che vive in prossimità di impianti di incenerimento, ha evidenziato che il rischio aggiuntivo di contrarre il cancro dovuto alla vicinanza degli inceneritori è estremamente basso. Sempre lo stesso studio rileva che un moderno inceneritore influisce sull’assorbimento umano medio di diossina in percentuale inferiore all’1% dell’assorbimento totale derivato dall’insieme delle emissioni ambientali. (Committee on Carcinogenicity/Department of Health Statement, Cancer Incidence near municipal solid waste incinerators in Great Britain, March 2000)

  • Inoltre In Italia, negli anni 2001-2004, è stato commissionato dal Ministro dell’Ambiente Altero Matteoli uno studio sulla Sostenibilità ambientale della termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani, svolto dal dipartimento di Fisica tecnica dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e dal dipartimento di ingegneria impiantistica dell’Università di Perugia. Secondo i resoconti della Commissione Ambiente e Territorio dell’epoca «la tecnologia di termovalorizzazione è ormai affidabile e sostenibile. Inoltre, quando gli impianti sono a norma, i rischi di insorgenze di malattie tumorali nella popolazione sono stati abbattuti drasticamente. I rischi di carattere sanitario connessi alla realizzazione di termovalorizzatori di ultima generazione sono assolutamente trascurabili».

Questi sono solo tre esempi di una risposta favorevole all’utilizzo degli inceneritori.

Inoltre qualcuno mi può contestare (come già fatto in passato), che il miglior inceneritore del mondo, quello di Brescia, è sotto infrazione dell’ Unione Europea. E’ vero che l’inceneritore è sotto accusa , ma non per motivi collegati alle sue emissioni o ai problemi ambientali e sanitari. E’ indagato a causa dell’utilizzo del CIP 6 (circolare n° 6/1992 del Comitato Interministeriale Prezzi). Questo incentivo aumenta il prezzo che il GSE (colui che compra e distribuisce l’energia elettrica in Italia) deve pagare alla società detentrice dell’inceneritore per utilizzare la corrente elettrica prodotta dal medesimo. Alla fine tutto ciò va a finire nelle tasche degli acquirenti finali, la gente comune. Senza questa sovrattassa (fatta all’epoca per incentivare questa tecnologia) l’energia dei inceneritori sarebbe convenientissima.

Infine questi sono solo pochi esempi, ovviamente non sono la soluzione finale, ma sempre meglio che metterli in discarica.

Obama

Obama…Barack Obama. A vostro parere è un grande uomo oppure solo l’ennesimo demagogo? Giusto ieri mi è capitato di vedere un libro narrante proprio di questo(si chiama?”Obama, ti è gia venuta in mente qualche idea?Lettere dei bambini inviate ad Obama.” ). Io non? vorrei dire troppo dicendo che, se non rispetta ciò che ha detto che farà, subirà critiche ben più pesanti di un libro. Davvero non vorrei esagerare ma il suo predecessore gli ha lasciato ben 3 guerre aperte e spero davvero che sia all’altezza! Io sono ottimista nei suoi confronti ma la sfida sarebbe troppo ardua quasi per chiunque e mi sembra che gli americani,e il mondo, gli stia dando fin troppa fiducia…

A voi i commenti!eheh

Acqua negli spogliatoi

Buongiorno a tutti.

In qualità di rappresentante degli studenti, mi sono state rivolte molte lamentele per la questione dell’acqua mancante negli spogliatoi della palestra. Volevo sollevare la questione anche qui sul Blog.
Dobbiamo risolvere il problema e vorrei dei pareri da parte di chiunque sia interessato, premettendo che la colpa è sicuramente e assolutamente solo nostra (studenti) ma che forse rimanere senza acqua non sia la soluzione giusta.