Come si pronuncia “Søren Kierkegaard”?

Anche in questo caso, alcuni esempi:

Si possono trovare le pronunce di molti nomi di filosofi in http://www.filosofico.net/pronunciaa.htm. Mi permetto, però, di invitare alla prudenza: non ha senso pronunciare all’inglese “Duns”, se dico Giovanni Duns Scoto; idem per Guglielmo di Occam (e, francamente, non capisco perché molti manuali usino la forma Ockham).

Kierkegaard allo scrittoio in una rappresentazione del pittore Luplau Janssen
Kierkegaard allo scrittoio in una rappresentazione del pittore Luplau Janssen

La corsa campestre 2012

Siamo Samuele Forello e Riccardo Cannistrà della classe 5aB del Liceo Scientifico di Rozzano.

La corsa campestre anche quest’anno ha suscitato grande interesse da parte di numerosi studenti della scuola. La categoria maschile del triennio, la più numerosa, comprendeva 56 ragazzi fra cui noi due. In totale c’erano un centinaio di corridori . Il nostro indirizzo, nella corsa a cui abbiamo preso parte, ha ottenuto un ottimo piazzamento con 7 ragazzi del Liceo fra i primi 10 classificati. Siamo molto soddisfati del nostro risultato e i dati confermano l’ottima preparazione da parte del professor Caldarelli.

Com’era strutturata la corsa? Il percorso era di 2,5km per la nostra categoria, mentre le altre andavano via via diminuendo la lunghezza del tracciato, con una differenza tra categorie maschili e femminili. La corsa si è tenuta il 5 novembre, le condizioni atmosferiche erano più favorevoli del solito con un clima soleggiato e temperature adatte ad una buona prestazione. Entrambi abbiamo corso con il giusto spirito e le giuste motivazioni che ci hanno permesso di ottenere i risultati sperati. A fine corsa eravamo tutti stravolti ma tutto sommato soddisfatti.

Purtroppo parte del tracciato come al solito si è rivelata non molto agibile per la presenza di fanghiglia e brecciolino, con elevati rischi di scivolamento.

Riteniamo nel complesso che si tratti di un’occasione piacevole per gareggiare e confrontarsi con i propri compagni di scuola, ed essendo stata la nostra ultima esperienza di questo tipo consigliamo agli sportivi di provare almeno una volta.

Riccardo Cannistrà (3° classificato) e Samuele Forello (10° classificato)

Torneo di scacchi 2012-2013

Parte presso la sede di Rozzano la nuova edizione del Torneo di Scacchi.

La fase eliminatoria prevede otto gironi. Si classificheranno per la fase successiva i primi due classificati di ogni girone.

Ecco i gironi:

  • Girone A: Silvani (4A Liceo) Siniscalco (3A Liceo) Vitale (5A Liceo) Busseni (5B ITC)
  • Girone B: Lisanti (4A Liceo) Bonini (3B Liceo) Nan Men (3A Liceo)
  • Girone C: Vadacca (3A Liceo) Vanin (4C ITC) Prevedini (5B ITC)
  • Girone D: Sassi (5A Liceo) Conti (5B ITC) Tornabene F. (1C Liceo)
  • Girone E: Comini (3B Liceo) Malcovati (5C ITC) Lo Surdo (5B ITC) Ferla (5A Liceo)
  • Girone F: Cappelli (3A Liceo) Tornabene E. (4A Liceo) Baaouine (2C Liceo)
  • Girone G: Rattenni (5A Liceo) Villanucci (1C Liceo) Battaglia (5B ITC)
  • Girone H: Corniani (1B Liceo) Magri (3A Liceo) Rossicone (4A Liceo) Cappellini (docente)

Ed ecco il calendario:

Venerdì
9 novembre
SILVANI – SINISCALCO
LISANTI – BONINI
VADACCA – VANIN
SASSI – CONTI
COMINI – MALCOVATI
CAPPELLI – TORNABENE E.
RATTENNI – VILLANUCCI
CORNIANI – MAGRI
Venerdì
16 novembre
VITALE – BUSSENI
BONINI – NAN MEN
VANIN – PREVEDINI
CONTI – TORNABENE F.
LO SURDO – FERLA
TORNABENE E. – BAAOUINE
VILLANUCCI – BATTAGLIA
ROSSICONE – CAPPELLINI
Venerdì
23 novembre
SILVANI – VITALE
LISANTI – NAN MEN
VADACCA – PREVEDINI
SASSI – TORNABENE F.
COMINI – LO SURDO
CAPPELLI – BAAOUINE
RATTENNI – BATTAGLIA
CORNIANI – ROSSICONE
Venerdì
30 novembre
SILVANI – BUSSENI
SINISCALCO – VITALE
COMINI – FERLA
MALCOVATI – LO SURDO
CORNIANI – CAPPELLINI
MAGRI – ROSSICONE
Giovedì
6 dicembre
SINISCALCO – BUSSENI
MALCOVATI – FERLA
MAGRI – CAPPELLINI
Tutto pronto per il torneo di scacchi

L’origine delle stelle cadenti.

C’era una volta uno strano animale che viveva nelle nuvole, era per metà gazza. Ogni sera si metteva a guardare le stelle che brillavano e sognava che un giorno avrebbe potuto averle tutte. Sognava e risognava, ma un giorno si decise di partire per prenderle. Si portò dietro un sacchetto dove mettere le stelle e, una volta calato il sole, si avviò.
Ne prese tante, 10, 20, 30, 40, 50, ma ne voleva altre, molte altre! Era accecato ormai dal bagliore delle stelle e riempì tutto il sacchetto fino all’orlo. Le stelle che pesavano molto cominciarono a corrodere il sacchetto con le loro punte e, una volta rotto, cominciarono a scappare.
Le stelle però, non trovando più casa, cominciarono a viaggiare per lo spazio. Certe ritrovarono la loro casetta e altre stanno tutt’ora viaggiando, realizzando i sogni delle persone che le vedono cadere.

Il ricordo di… SuperSic

Rossi e Simoncelli

Una domenica come le altre, precisamente il 23 ottobre 2011, Italia 1 trasmette la gara del Motomondiale. Ore 10 lo start della corsa con Caesy Stoner, pilota australiano, che si gioca il titolo mondiale con lo spagnolo Jorge Lorenzo. Nel pre-gara Marco Simoncelli sembra molto concentrato ma allo stesso tempo scherzoso e tollerante con i giornalisti tanto da conceder loro un’intervista in cui annuncia la creazione di un nuovo sito internet. Ci troviamo in Malesia al -Sepang International Circuit- dove il Sic parte 5° in griglia di partenza. La gara parte e subito si accende una bagarre tra Alvaro Bautista, pilota spagnolo in sella alla Suzuki, e il ragazzo originario di Cattolica. Ma il testa a testa sta per cessare: Marco a metà del secondo giro perde il controllo della sua moto e invece di scivolare verso l’esterno della pista, rimane attaccato al manubrio e taglia trasversalmente il tracciato. Così il Sic, soprannome derivato dalla sigla del nome imposta dalla regia internazionale, viene investito da Colin Edwards e Valentino Rossi, quest’ultimo molto amico di Simoncelli. Dopo l’impatto si capisce che la situazione è drammatica, Marco è fermo in mezzo alla pista, sdraiato senza accennare movimento e, per giunta, senza casco. Si cominciano immediatamente le operazioni di rianimazione ma risulteranno vane in quanto alle ore 10.35 viene dato l’annuncio che Marco Simoncelli è morto. Inevitabilmente la gara viene cancellata, l’atmosfera nel paddock è surreale: il silenzio è predominante e all’interno del box Ducati Valentino Rossi è in lacrime consolato dai suoi collaboratori.
Nei giorni seguenti sulla rete televisiva Mediaset vengono trasmessi programmi in ricordo del pilota morto alla giovanissima età di 24 anni. Pochi giorni prima del funerale viene fatta un’intervista al padre che mi ha colpito molto in quanto il genitore si domanda se ha fatto bene o male ad insegnare a suo figlio ad essere un guerriero e a non arrendersi mai: infatti è proprio per questo motivo che Marco è deceduto: egli voleva a tutti i costi vincere e per questo ha messo repentaglio la propria vita pur di raggiungere il suo obiettivo. Valentino Rossi, il pilota più bravo di tutti i tempi, ricorda l’amico in un’intervista rilasciata a Sky; racconta ciò che facevano durante le pause del Motomondiale. Infatti entrambi erano appassionati di corse di automobili e moto cross e tantissime volte andavano a correre insieme coltivando un’amicizia sempre più forte. Il pesarese oltre a sentirsi responsabile in qualche modo della morte dell’amico, legge sui giornali che Valencia, l’ultima gara del mondiale 2011 sarà l’ultima per lui. Nella stessa intervista a Sky dichiara che lui non ha mai detto nulla di simile e che continuerà a correre finché il fisico glielo permetterà. In questo caso mi permetto di fare una digressione: il giornalista cerca in ogni modo di fare notizia raccontando fatti non realmente accaduti. Valentino scosso per la morte dell’amico, ma soprattutto per esserne accidentalmente responsabile, si è trovato a dover smentire diverse notizie false sul suo conto. Questo mi fa capire quanto il mondo mediatico cerchi in qualsiasi modo di fare notizia fregandosene della situazione che una persona sta attraversando.

Perché Marco non è mai stato dimenticato?

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Ayrton Senna: un nome, una leggenda

Ayrton Senna
Ayrton Senna

Ayrton Senna è stato un pilota di F1 ed ha corso per varie scuderie, dalla meno famosa Toleman fino alla più rinomata McLaren. Il pilota nasce a San Paolo il 21 Marzo 1960 e, grazie alle buone risorse economiche del padre, riesce ad entrare nel mondo dell’automobilismo. Inizia a correre sulla pista d’Interlagos ottenendo subito grandi risultati grazie alla sua bravura innata, ma anche per il desiderio di misurarsi con chi è migliore di lui.

Dopo diversi anni di gavetta nelle categorie minori, esordisce finalmente in F1 nel 1984 nel Gran Premio del Brasile guidando la vettura della scuderia Toleman. Fin dalle prime gare, Ayrton riesce ad ottenere ottimi risultati con la sua monoposto, anche se inferiore  per prestazioni a vetture come la McLaren e la prestigiosa scuderia di Maranello. Una gara di quell’anno che è entrata nella storia è stata quella di Montecarlo in cui il pilota brasiliano è arrivato secondo sotto un diluvio, evidenziando una superiorità quasi imbarazzante nella guida su una superficie bagnata rispetto a tutti gli altri piloti. Dopo tre anni in cui garegga per la Lotus, con cui ottenne nuovamente risultati strabilianti, nonostante la sua monoposto non fosse pienamente all’altezza delle  migliori, Senna nel 1988 passa alla McLaren, la scuderia con l’autovettura più performante in F1. Ad aspettarlo come compagno di squadra non c’era però un dilettante, ma il pluricampione del mondo di F1 Alain Prost. Fra i due, nelle successive due stagioni, ci sarebbe stata una intensa lotta interna per la vittoria del titolo mondiale, senza esclusioni di colpi.

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La politica coloniale inglese e francese

La crisi politica ed economica degli anni Venti e Trenta aprì la strada a cambiamenti politici radicali in gran parte del mondo.
In Europa la crisi del dopoguerra contribuì alla nascita e alla diffusione di dittature e regimi totalitari. Tra gli stati più importanti, solo Francia e Gran Bretagna ressero alla crisi: in questi paesi le classi dirigenti riuscirono a mantenere sotto controllo i partiti socialisti che prospettavano rivoluzioni imminenti, e a garantire la stabilità politica entro il sistema parlamentare e democratico. Anche in questi stati, però, si affermarono le forza moderate e conservatrici.
Negli altri paesi, invece, i sistemi parlamentari non ressero alla spinta delle forze che premevano per una svolta autoritaria. L’ungheria fu il primo paese a sperimentare l’autoritarismo di destra: vennero abolite le libertà politiche e sindacali ed si eliminò ogni forma di opposizione. In Italia nel 1922 andò al governo Benito Mussolini, che in poco tempo organizzò un regime dittatoriale. In Bulgaria nel 1923 si impose la dittatura. Seguirono l’Albania, il Portogallo, la Iugoslavia e, negli anni Trenta, l’Austria, la Germania, la Romania, la Polonia, i Paesi Baltici, la Finlandia, la Spagna. La Russia invece era ormai da tempo sottoposta alla dittatura comunista. L’Europa era dunque quasi totalmente occupata da regimi autoritari.
In questo contesto, Francia e Inghilterra dovettero fronteggiare anche la crescita dei movimenti indipendentisti e nazionalisti nelle colonie, in Africa e in Asia. Le popolazioni coloniali rivendicavano una maggiore autonimia e una partecipazione nell’amministrazione dei rispettivi paesi. L’estensione dei movimenti anticolonialisti fu determinata essenzialmente da quattro motivi:

  • l’Unione Sovietica svolse un’azione a favore dei movimenti anticolonialisti, nell’ottica di liberare gli “schiavi”
  • la pubblicazione nel 1919 dei Quattordici punti del presidente americano Wilson, due dei quali facevano riferimento alle questioni coloniali riconoscendo i diritti delle popolazioni indigene, aveva creato qualche illusione
  • durante la guerra in Occidente, i combattenti avevano conosciuto le idee democratiche e quando ritornarono nelle loro terre si impegnarono a lottare per l’emancipazione della loro patria
  • reparti militari coloniali avevano partecipato alla guerra e si aspettavano come ricompensa una maggiore autonomia

Nel primo dopoguerra, dunque, il nazionalismo si diffuse nelle colonie. Tuttavia, la decolonizzazione vera e propria si sarebbe realizzata solo dopo la seconda guerra mondiale.

La politica coloniale inglese

La crisi del dopoguerra provocò una ristrutturazione dell’immenso impero coloniale inglese: la Gran Bretagna rinunciò a parte del controllo politico per garantirsi invece un dominio economico. Le sue colonie vennero organizzate in forme diverse. Le colonie con una forte componente di popolazione bianca (Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica) ottennero una crescente autonomia politica. Nel 1931 il Parlamento britannico li riconobbe come stati sovrani (Statuto di Westminster) ed entrarono a fare parte del Commonwealth.
La Gran Bretagna deteneva altri possedimenti in Africa, in Asia e nel Pacifico. Su questi territori vi fu soprattutto un controllo economico finalizzato essenzialmente a creare un’area commerciale privilegiata all’interno dell’impero coloniale.

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La schiavitù dell’animo

Socrate, Museo del Louvre
Socrate, Museo del Louvre

“L’ignoranza fa giustamente chiamare schiavi gli uomini”: con questa frase, riportata nei Memorabili di Senofonte, Socrate secondo me non vuole alludere alla schiavitù in senso stretto, ma ad una schiavitù diversa, una schiavitù dell’animo, come del resto non vuole alludere all’ignoranza del povero analfabeta.

L’ignoranza a cui Socrate fa cenno ha infatti origine dal non conoscere se stessi. C’è da sottolineare però che, seppur la conoscenza sia ovviamente preferibile all’ignoranza, non è possibile arrivare ad una piena e vera conoscenza di noi stessi e della verità: la parte conscia dell’uomo, dice Sigmund Freud, è solo la punta dell’iceberg che emerge dal mare. Quella, seppur piccola, conoscenza che raggiugiamo è però molto importante: ci permette infatti di fare una distinzione su ciò che è Bene e cio che è Male. Bisogna tuttavia rammentare che questa “porzione di verità” che abbiamo faticosamente raggiunto va poi discussa con le altre persone attraverso il dialogo, l’unico strumento per avvalorare e trovare i punti critici del ragionamento. Gli uomini possono quindi essere depositari della verità, ma non da soli. Gli uomini “ignoranti” invece, che non hanno una sufficiente conoscenza della verità che risiede in loro, sono più portati a compiere il Male, proprio perchè non sanno che cosa esso sia. Ma l’ignoranza rende questi ultimi, oltre che malvagi, anche schiavi?

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Socrate: fastidioso tafano o amorevole levatrice?

Giornata soleggiata. Leggera brezza. Sei immerso nel verde di un meraviglioso giardino, all’ombra di un albero. Tutto è tranquillo. Ma ecco che questa tua serenità finisce: in agguato c’è il fastidioso insetto di turno, che arriva all’improvviso e inizia a ronzarti intorno e a punzecchiarti. Tu non stavi facendo niente di male, cercavi solo un po’ di calma, e invece ora sei di nuovo “sveglio”, tornato alla realtà.

Questo per farvi capire come si sentivano gli abitanti dell’antica Atene quando, girovagando per la città, godendosi una tranquilla passeggiata, si imbattevano in Socrate. Questo (filosofo del V secolo a.C.) era considerato una vera scocciatura per gli ateniesi, a tal punto da meritarsi l’appellativo di tafano, in quanto riusciva a “smuovere” ogni cittadino, lo punzecchiava per stimolarlo. Ma veramente Socrate era così seccante, così irritante, così sgradevole?

La filosofia, a partire da Socrate, muta radicalmente: abbandona lo scenario della natura e inizia a concentrarsi più sull’uomo e sui suoi problemi, che possono essere di carattere morale, religioso, politico, ecc. Infatti Socrate fu, con tutta probabilità, il primo  filosofo a vedere la natura dell’uomo espressa nella sua coscienza e nella sua visione interiore. Sulla base di questa convinzione, egli passò tutta la sua vita a interrogare ed esaminare la gente, sia per far comprendere loro l’importanza di questa dimensione interiore, sia per far si che essi si migliorassero attraverso la conoscenza. Già, perché per Socrate l’obiettivo di ogni uomo è essere felice, e la felicità si raggiunge solo facendo il bene. Ma come si può distinguere il bene dal male? Lui ne era sicuro: grazie alla conoscenza, attraverso il sapere. Ma come posso arricchire la mia anima di sapere? Come posso fare chiarezza dentro di me? Semplice: con il dialogo, con il confronto, attraverso la “fecondazione” con un’altra anima. Così, Socrate andava in giro interrogando su qualsiasi questione i suoi interlocutori, che nella maggior parte dei casi credevano di sapere tutto dell’argomento; ma egli, dichiarandosi tuttavia ignorante, riusciva sempre a confutare le loro ipotesi. Poi, grazie all’arte della maieutica, ossia l’arte della levatrice, come sua madre aveva aiutato le gestanti a partorire, allo stesso modo Socrate si comportava con l’anima dei suoi interlocutori, aiutandoli a “partorire” non bambini, ma pensieri e discorsi. Il suo intento era stimolare le menti, attivarle, renderle fruttuose, smuoverle dalla convinzione di sapere, invogliarle ad avvicinarsi quanto più possibile alla verità.

Allora, dopo aver detto tutto ciò, secondo me, Socrate è più definibile non come un fastidioso tafano, ma come una dolce levatrice, a cui, alla fine del suo lavoro, bisogna dire grazie. Grazie per averci aiutato a “partorire” ciò che è dentro di noi; grazie per il contributo a migliorare la nostra anima.

E voi cosa ne pensate?